Nel 2025 gli italiani hanno movimentato circa 170 miliardi di euro nel gioco in tutte le sue forme, pari al 7,2% del Pil nazionale. Una cifra che corrisponde a una media di 2.800 euro a persona e che comprende il gioco d’azzardo, le scommesse, le lotterie, il Lotto, i Gratta e vinci, il Bingo, i giochi numerici a totalizzatore e gli apparecchi da intrattenimento.
Il volume complessivo, in costante crescita da anni – fatta eccezione per il 2020, quando la pandemia ha bloccato le sale fisiche – supera la spesa nazionale per sanità e istruzione. A trainare il settore è soprattutto il gioco online, che raggiunge i 100 miliardi di euro, dominato dalle scommesse sportive e da quelle generiche. Seguono i giochi di carte e i casino digitali. Circa 70 miliardi provengono invece dal gioco nei luoghi fisici, come bar e tabaccai, dove prevalgono i Gratta e vinci, le scommesse sportive e il Lotto. Allo Stato arrivano complessivamente 11,5 miliardi.
Le stime provengono dall’Ufficio comunicazione di Unsic, elaborate sulla base di numerose ricerche condotte da Adm, Cgil, Cnr, Eurispes, Federconsumatori, Imco, Iss, Isscon, Istat, Libera e Nomisma. Dati che confermano come il mercato del gioco d’azzardo italiano sia tra i più rilevanti in Europa. Le analisi sono state diffuse in occasione della presentazione del libro Skin player di Massimo Persia, medico specializzato nelle dipendenze e per vent’anni responsabile del SerD di Tivoli-Guidonia. Il volume affronta la ludopatia sia dal punto di vista clinico sia attraverso un approfondimento sui videogiochi che prevedono transazioni in denaro.
Secondo lo studio Unsic, il Mezzogiorno è l’area in cui si spende di più: in cima Campania, Sicilia e Calabria. Tuttavia anche alcune zone turistiche del Nord, come il Garda, il lago di Como e la costa ligure, risultano particolarmente attrattive per gli scommettitori.
La Lombardia guida la classifica della spesa assoluta con 27 miliardi, seguita da Campania con 22, Lazio con 17, Sicilia con 16, Puglia con 12 ed Emilia Romagna con 11. In termini pro capite, i campani risultano i maggiori giocatori, seguiti da abruzzesi, molisani, calabresi e siciliani, tutti oltre i 3mila euro annuali.
In questo scenario la Valle d’Aosta rappresenta una fra le realtà più virtuose. Secondo i dati Federconsumatori riferiti al 2024, la spesa media pro capite per il gioco nei luoghi fisici è stata di 1.193 euro, contro una media nazionale di 1.563. L’indice dei conti attivi online si ferma a 0,22 rispetto a 0,34 del dato nazionale. Le persone affette da ludopatia sono circa 2mila su 122mila residenti, un valore molto inferiore alla media italiana.
«Non è semplice distinguere la linea sottile tra gioco come intrattenimento e gioco patologico – spiega Massimo Persia – In Italia si stimano circa 1,5 milioni di giocatori patologici, con un forte aumento tra i giovani. Per questo è fondamentale ascoltare gli adolescenti senza giudicarli e promuovere giochi educativi e riabilitativi, contrastando quelli violenti o con contenuti sessuali».
