L’economia della Valle d’Aosta, secondo le rilevazioni della Banca d’Italia, è cresciuta nel primo semestre del 2024 dello 0,6% rispetto all’anno precedente, un valore migliore di quello nazionale (0,4%) e del nord ovest (0,3%).
«I segnali di crescita sono più contenuti rispetto alle variazioni che dobbiamo registrato nell’ultimo biennio – ha spiegato Luciana Aimone Gigio, ricercatore della sede di Torino della Banca d’Italia, che ad Aosta ha presentato, venerdì 15 novembre 2024, l’aggiornamento del rapporto congiunturale, che riguarda la prima parte del 2024 – con un andamento positivo più contenuto rispetto agli anni scorsi, che segnava anche una ripresa rispetto a una situazione di stallo collegata agli eventi di emergenza sanitaria. Questa prima parte dell’anno è anche caratterizzata da una visione più positiva della Valle d’Aosta rispetto al contesto nazionale, con dinamiche più favorevoli dovuti alla struttura produttiva, perché il dato nazionale ha sofferto di alcune problematiche nell’export sul mercato tedesco, viste le difficoltà nel settore dell’auto, mentre nella regione, il fatto di avere una componente settoriale molto più spostata alla vocazione turistica e terziaria ha favorito molte delle dinamiche in termini più positivi».
L’andamento del comparto turistico, che ha fatto segnare una crescita media del 3%, è stato ovviamente condizionato dagli eventi alluvionali di fine giugno a Cogne e a Breuil-Cervinia, che hanno pesato sul bilancio estivo: «a fine 2023 sono stati normati e quindi è partita la rilevazione anche degli alloggi in affitto a uso turistico ma noi, per omogeneità statistica, li abbiamo esclusi dai conteggi del 2024 e quindi, a parità di perimetro, l’indicazione complessiva presenta una sostanziale stabilità – ha precisato Aimone Gigio – se dovessimo metterci dentro anche gli alloggi a uso turistico ci sarebbe una crescita molto sostenuta, intorno all’8%. L’effetto dell’alluvione nel mese di luglio ha riguardato soprattutto le presenze dei turisti nazionali, le cui presenze sono calate del 12,2%. Abbiamo calcolato quindi le variazioni al netto di questo fenomeno straordinario, quindi prendendo il periodo da gennaio a settembre e togliendo il mese di luglio nei due periodi degli anni 2024 e 2023 dove emerge la crescita del 3% che ci sembra l’indicatore più corretto per rappresentare quello che è stato l’andamento della stagione turistica. Un elemento sicuramente positivo è che il turismo straniero ha continuato a crescere in genere durante tutti i mesi ed anche durante la stagione estiva mentre i flussi nazionali si sono ridimensionati non solo nel mese di luglio, ma un po’ in tutta la stagione invernale».
Il settore industriale ha registrato un’espansione marginale, a cui ha contribuito la ripresa delle esportazioni, in particolare di macchinari e bevande negli Stati Uniti, incrementate del 15,8%, con una crescita del 170% verso il Regno Unito dopo l’acquisizione, nel settembre 2023, da parte della Cogne Acciai Speciali, della società inglese Special Melted Products, per quanto nel comparto siderurgico le vendite all’estero, prevalentemente in Germania, sono calate del 29,4%. Complessivamente l’export, da gennaio a giugno 2024 fa segnare un aumento del 3,6%, che si incrementa al 9,3% in termini reali.
Nelle costruzioni l’attività è rimasta sui livelli elevati del 2023 con i dati, che in questo caso riguardano i primi nove mesi del 2024, che presentano un calo dell’1% delle ore lavorate, anche a causa delle condizioni meteorologiche, evidenziando il progressivo esaurirsi del sostegno fornito dal superbonus che però è stato controbilanciato dal graduale avanzamento dei progetti previsti dal Pnrr.
Proprio per quanto riguarda il Piano nazionale di ripresa e resilienza, è stato evidenziato come sia stato aggiudicato l’88% del valore complessivamente bandito tra novembre 2021 e agosto 2024, con i Comuni che hanno gestito le gare con importo più limitato, di oltre la metà con un valore sotto i 500mila euro, pari al 69% del numero dei bandi ed il 47% in termini di importo, mentre la Regione ha avuto un peso superiore alla media nazionale, con oltre i due terzi delle gare con un valore superiore al milione di euro, dove rientrano anche quelle per l’elettrificazione della linea ferroviaria Aosta-Ivrea, pari al 20% dei bandi pubblicati.
Le aziende hanno comunque segnalato buoni livelli di redditività, con nove imprese su dieci che prevedono un bilancio in utile o in pareggio e l’adeguatezza della liquidità, ritenuta più che sufficiente o abbondante da circa il 75% delle imprese, che non hanno però previsto spese per investimenti, soprattutto per quanto riguarda il settore manifatturiero.
Proprio per questi motivi, nei primi sei mesi del 2024 i finanziamenti al settore produttivo sono diminuiti del 4,1% e tale tendenza è proseguita anche nei mesi estivi, anche a causa del perdurare dei tassi di interesse ancora elevati, per quanto siano calati al 7,6% rispetto all’8,4% del 2023 (TAEG 6,8% rispetto al 7,2%). La rischiosità del credito, dopo essere aumentata nella seconda metà del 2023, si è mantenuta sui valori registrati nello scorso dicembre, pari al 2,1%.
L’occupazione ha continuato a crescere, salendo dell’1,2%, favorendo un’ulteriore riduzione del tasso di disoccupazione che si è ridotto al 4%, pur in presenza di una maggiore partecipazione al mercato del lavoro, che fa segnare un tasso di occupazione del 71,6% ed un tasso di attività del 74,6%. Il positivo andamento occupazionale ha sostenuto l’espansione del reddito disponibile delle famiglie che è cresciuto del 3,1% rispetto al 2,3% dell’Italia e delle regioni del Nord ovest. In un contesto di lieve calo dei prezzi, anche il potere di acquisto si è nel complesso rafforzato e ne hanno beneficiato i consumi, aumentati dello 0,9%, in misura superiore rispetto alla media nazionale dello 0,1%, grazie anche al fatto che il reddito delle famiglie è aumentato del 3,1% in termini reali, grazie anche al positivo andamento del mercato del lavoro e dal calo dell’inflazione, che a settembre ha fatto segnare in Valle d’Aosta un -0,3% rispetto all’aumento dello 0,7% nazionale.
I prestiti alle famiglie sono ulteriormente diminuiti, calando del 1,4% con ritmi analoghi a quelli registrati a fine 2023. La contrazione ha interessato principalmente i mutui bancari per l’acquisto di abitazioni, scesi del 3,8% mentre il credito al consumo è risultato ancora in crescita del 5,4%, nella maggioranza dei casi, il 95% con erogazioni a tasso fisso (il cui interesse è calato dell’0,8%, stabilizzandosi al 3,8%), utilizzati prevalentemente per l’acquisto di autovetture. Nei mesi estivi, la flessione dei prestiti alle famiglie si è attenuata mentre Finaosta ha comunicato una ripresa di richieste di mutui rispetto al calo registrato all’inizio dell’anno.
«Le attese per la fine dell’anno in corso e il primo trimestre del 2025 sono improntate alla cautela – ha quindi annunciato Aimone Gigio -: per l’ultima parte del 2024 gli indicatori previsionali segnalano una decelerazione degli ordini e un calo della produzione nell’industria, accompagnati da un indebolimento della domanda di lavoro. Nel settore dei servizi gli indicatori rimangono ancora positivi, pur mostrando un lieve rallentamento dell’attività, Nel turismo, ad aspettative favorevoli per la prossima stagione invernale si associano indicazioni di una ripresa degli investimenti e di un aumento dei livelli occupazionali. Tuttavia, persistono difficoltà nel reperimento di alcune figure professionali chiave, che potrebbero rappresentare un freno alla crescita in diversi settori».
Le difficoltà dei trasporti, tra la chiusura del tunnel del Monte Bianco, l’assenza della linea ferroviaria e le limitazioni autostradali al traffico pesante, hanno comunque fatto segnare, nei primi nove mesi del 2024, un incremento dell’1,6% del totale dei passaggi degli automezzi, con una crescita del 3,6% dei veicoli leggeri, sostenuta dal turismo, e un calo del 7,8% di quelli pesanti, ridimensionato rispetto al 2023, ma legato, oltre che alla chiusura del Traforo, anche dalle minori esportazioni verso la Germania: «siamo consapevoli che i blocchi sulla bretella di Santhià rappresentino un grosso problema – ha aggiunto Simone D’Inverno, direttore della filiale aostana di Bankitalia – ma non me la sento di fare previsioni, noi dobbiamo dare importanza ai dati, e nonostante i problemi alla bretella c’è un turismo che resiste, per quanto quest’anno sia stato inficiato dagli eventi alluvionali. La Valle d’Aosta, l’unica regione totalmente classificata come “montana” dall’Istat, sconta una certa fragilità dal punto di vista idrogeologico e in questo territorio, dove il turismo è una componente di peso molto elevato, essere legati al meteo è un fattore che lascia dei dubbio, non solo per gli eventi avversi, ma la presenza o meno della neve condizionerà il mercato e qui si dovrà sempre guardare il cielo per capire come andrà il turismo».