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Pcp contro Testolin: chiarisca le sue affermazioni nei nostri confronti

A seguito della seduta del Consiglio Valle del 2 e 3 ottobre 2024, il Progetto civico Progressista aveva scritto al presidente della Regione, Renzo Testolin, chiedendogli conto delle gravi accuse da lui rese durante la discussione del disegno di legge in materia di reclutamento nel Corpo valdostano dei Vigili del fuoco.

In tale lettera, datata 7 ottobre, le consigliere di PCP hanno scritto: «esigiamo un chiarimento su quanto avvenuto in Consiglio regionale […] durante la discussione del disegno di legge relativo al reclutamento nel Corpo dei vigili del fuoco. In tale occasione nel suo intervento Lei ha fatto affermazioni che riteniamo molto gravi e che erano chiaramente indirizzate al nostro gruppo e agli emendamenti che avevamo depositato.
Dopo l’illustrazione degli stessi da parte della sottoscritta consigliera Guichardaz Lei, invece di rispondere nel merito degli emendamenti, ha infatti affermato: “Non vorrei che questi fossero animati da altre situazioni particolari, che – insomma – sono prese in considerazione da qualcuno per dei motivi che non sono proprio legati a un interesse pubblico, ma ad altre situazioni.” Una affermazione che ha sconcertato l’aula, perché se non si agisce per “interesse pubblico” si evince che per Lei, Presidente, si agisce per interesse privato (le sue “altre situazione…”)! Di fronte alle reazioni sdegnate del consigliere Aggravi (che per conto del suo gruppo era primo firmatario di un emendamento e si è sentito chiamato in causa) e della sottoscritta consigliera Guichardaz, nel prendere la parola per la seconda volta Lei, Presidente, ha affermato: “Credo che quando si dicono delle cose, ci sia qualcuno che le capisce benissimo, anche senza specifiche, e sia anche cosciente di quello che fa. Voglio rassicurare il consigliere Aggravi, io non entro mai nel merito di questioni dove ci sono delle sollecitazioni da una parte o dall’altra ed è cosi. Però visto che ci sono dei gruppi che sono sempre molto solerti a mettere in piazza delle – così, come dire – delle situazioni funamboliche, io ho voluto sottolineare questi passaggi proprio per far capire a chi presenta delle situazioni particolari che molte volte, anche se non lo si fa con delle intenzioni specifiche, possono esserci dei riferimenti che si ritorcono contro. Non è il caso di tutti gli emendamenti. (…). È giusto – visto che acca’ nisciuno è fesso – che qualcuno che ha delle situazioni particolari sappia che potrebbero anche non fare bene al percorso che sta portando avanti. Quindi questo era il senso del mio intervento, che va a far presente che chi propone delle cose poi deve fare attenzione a come le propone e se le propone deve poi giustificare anche in maniera più complessiva le sue scelte”. A questo punto interveniva la sottoscritta consigliera Minelli per manifestare il nostro totale sconcerto, facendo notare che il suo secondo intervento aveva peggiorato la situazione, perché diventava a quel punto chiarissimo che le sue affermazioni, Presidente, erano esclusivamente rivolte al nostro gruppo. Affermazioni non solo infelici e inopportune ma gravissime perché insinuanti nei confronti della correttezza del nostro operato.
Alla reiterata richiesta di circoscrivere tali accuse lei, Presidente, rimaneva in silenzio. Siamo quindi a chiederLe nuovamente di chiarire, circoscrivere e circostanziare le affermazioni sopra riportate. Nel caso invece Lei si fosse reso conto di aver fatto delle dichiarazioni quanto meno incaute, utilizzando espressioni del tutto inopportune, false e scorrette, siamo a chiederLe formali e pubbliche scuse
».

Mercoledì 16 ottobre 2024, il Pcp ha reso pubblica na lettera e lamentato il fatto di non aver ricevuto risposta: «Abbiamo aspettato per correttezza a rendere pubblica la nostra lettera, confidando in chiarimenti o scuse che potevano arrivare ancora oggi in Consiglio – concludono le Consigliere Erika Guichardaz e Chiara Minelli -. Lo facciamo ora perché vogliamo stigmatizzare questo trattamento e ribadire la correttezza del nostro lavoro di Consigliere. Che sia vero il detto per cui chi ha il sospetto, ha il difetto?»

Silenzio anche da parte del presidente del Consiglio, Alberto Bertin, a cui la lettera era stata inviata per conoscenza (come ai Capigruppo consiliari), «nonostante quanto dichiarato dallo stesso nella riunione della Conferenza dei Capigruppo di ieri, circa la comunicazione che ne avrebbe dato stamattina.»

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