Il gruppo di Progetto Civico Progressista in Consiglio Valle ha presentato, martedì 15 ottobre 2024, una richiesta formale di chiarimento al presidente del Consiglio regionale, Alberto Bertin, in merito all’applicazione della Legge regionale n. 21/2007. La richiesta riguarda i limiti di mandato previsti per i membri della Giunta regionale, come stabilito dall’articolo 3, comma 3.
Non avendo ottenuto risposta entro sette giorni, come prassi, il gruppo Pcp ha diffuso agli organi di informazione la propria istanza.
Secondo il Pcp, «La questione assume un’importanza politica rilevante poiché tocca la possibilità per alcuni degli attuali componenti della Giunta regionale di ricoprire nuovamente incarichi governativi nella prossima legislatura. Tale possibilità è vincolata dall’interpretazione della legge, che stabilisce i limiti di mandato per i membri del governo regionale. Se non saranno apportate modifiche alla composizione dell’attuale Giunta o alla normativa vigente, la candidatura di alcuni membri potrebbe essere impedita».
Le consigliere Erika Guichardaz e Chiara Minelli hanno chiesto agli Uffici competenti di fornire un’analisi giuridica chiara e trasparente, così da fugare i dubbi che circolano riguardo a questo tema e che portano a ipotizzare la possibilità di dimissioni anticipate.
In attesa di una risposta ufficiale, le consigliere hanno sottolineato l’importanza di un dibattito aperto e trasparente su questo tema, che definiscono cruciale per la democrazia regionale e la partecipazione politica.
Il 18 novembre, con una nuova lettera si era sollecitato tale parere che non era arrivato.
«Il presidente Bertin durante l’ultimo Consiglio regionale ci aveva detto che la questione era stata affrontata in Ufficio di Presidenza (e perché mai? non è compito di tale ufficio esprimere pareri di natura giuridica, bensì degli uffici preposti presso la presidenza del Consiglio) e che a breve sarebbe arrivato il parere – ricordano le consigliere di PCP -. A 45 giorni dalla prima richiesta, è finalmente arrivata la risposta, che è la seguente: “Con riferimento alle vostre lettere prot. n. 315/24 del 15 ottobre 2024 e n. 358/24 del 18 novembre 2024, si comunica che l’Ufficio di Presidenza, da ultimo nella riunione del 27 novembre, ha ritenuto all’unanimità che non vi sia titolo a rispondere, con riferimento ai casi indicati nella vostra richiesta, in quanto trattasi di mere ipotesi al momento non ancora verificatesi e in ordine alle quali ogni valutazione sarà effettuata dagli organi a ciò deputati nel momento in cui dovesse eventualmente realizzarsi la situazione rappresentata.”»
«Siamo costernate! 45 giorni per rispondere che ogni valutazione sarà effettuata ex post, magari addirittura dopo le prossime elezioni! – commentano Guichardaz e Minelli -. Non abbiamo chiesto valutazioni, bensì un parere da parte degli organi competenti che sono tenuti a dare una interpretazione e un chiarimento su una legge regionale, scritta dal legislatore regionale nel 2007, non di una norma che proviene da Marte! Per l’ennesima volta il presidente Bertin, un tempo – ormai distante anni luce – campione di legalità e trasparenza, decide di lavarsene le mani e di nascondersi dietro l’Ufficio di Presidenza, assumendo i panni di Ponzio Pilato di nos-atre, con l’assenso di tutto l’Ufficio di Presidenza, e non solo!»
Il commento di Valle d’Aosta aperta
Lunedì 2 dicembre, sulla questione ha peso posizione anche Valle d’Aosta aperta, che scrive in una nota: «Valle d’Aosta Aperta apprende con stupore e profonda amarezza che il presidente Bertin, che dai banchi dell’opposizione proclamava a gran voce i principi del diritto, ora non solo si sottrae ai suoi impegni, rinviando un chiarimento a un momento successivo alle nuove elezioni, ma lascia intendere (“valuteremo se sarà il caso”) che alcuni politici possano mantenere cariche apicali anche nella futura Giunta, nonostante ciò sia vietato dalla legge.
È evidente che l’UV punti a raccogliere i voti di Testolin e Bertschy, (che secondo la legge 21/2007 non potranno ricoprire incarichi nella prossima Giunta anche se eletti) lasciando gli elettori nell’incertezza o facendo credere loro che costoro potranno continuare a ricoprire i ruoli di assessore o presidente. Tuttavia, è assolutamente chiaro che ciò non sarà possibile.
Il relatore della proposta di legge, il consigliere Guido Cesal, aveva esplicitato chiaramente lo scopo dell’articolo 3 della legge 21/2007 durante la riunione di Commissione dell’11 aprile 2007.
Dichiarare che il Consiglio non sia l’organo deputato all’interpretazione autentica della norma, come ha fatto il presidente Bertin, lascia senza parole. Qual è dunque l’organo deputato a fornire l’interpretazione autentica della norma? Le norme devono essere interpretate solo nel momento in cui si realizza la situazione che regolano?
Gli interessati farebbero bene a prendere atto della norma, che mira a evitare la creazione di forme “tiranniche” e “dispotiche” nell’esercizio del potere, scongiurando quei giochi di Palazzo che continuano ad allontanare le persone dal voto».