Lunedì 29 gennaio 2025, 45 persone hanno firmato una lettera indirizzata al presidente del Consiglio Valle, al presidente della prima Commissione consigliere e ai consiglieri regionali, inviata in copia al presidente della Regione autonoma Valle d’Aosta. L’oggetto è: preannuncio ricorso e richieste puntuali in merito all’urgente modifica della legge elettorale.
Nella missiva, si legge: «è ora pronto il ricorso contro la legge elettorale del 4 giugno 2019 n. 7 attualmente in vigore: l’équipe di avvocate/i che ha lavorato al testo del ricorso avverso la legge elettorale del Friuli-Venezia Giulia presentato il 4 agosto 2023 al Tribunale civile di Udine, allo scopo di accertarne l’illegittimità nella parte in cui non è contemplata la facoltà di esprimere due preferenze a favore di candidati di genere diverso, in attesa di sentenza prevista a breve, ci ha offerto tutte le specifiche indicazioni del caso, nonché la disponibilità a lavorare per effettuare analogo ricorso anche in Valle d’Aosta. Ciò al fine di mettere fine all’attuale situazione di discriminazione di genere, lesiva della Costituzione.
Il ricorso ha, infatti, fondamenti teorici e giuridici molto solidi: l’iniziativa giudiziaria è stata sostenuta dal lavoro “pro bono”, ovvero gratuito, di redazione del ricorso da parte della prof.ssa Marilisa D’Amico, prorettrice dell’Università degli Studi di Milano, dell’avvocato Massimo Clara del Foro di Milano, con la collaborazione della prof.ssa Benedetta Liberali e del dottor Stefano Bissato dell’Università degli Studi di Milano, unitamente all’avvocata Baruffini Gardini del foro di Udine.
A questo gruppo di lavoro si sono poi unite la prof.ssa Mia Caielli, costituzionalista e docente dell’Università degli Studi di Torino – audita dalla Prima Commissione nella precedente legislatura – e l’avvocata Arianna Enrichens, autrice del parere in merito alla problematica, depositato presso la Presidenza del Consiglio da parte della Consulta per le Pari opportunità, nonché avvocate/i del Foro di Aosta.
Sottolineiamo che solo tre Regioni, – il Friuli-Venezia Giulia, insieme alla Valle d’Aosta e alla Sicilia – non si sono adeguate alla normativa e non contemplano ancora la doppia preferenza di genere nelle rispettive leggi elettorali regionali e il fatto che siano a Statuto Speciale rende la questione ancora più insostenibile. Tuttavia, allo scopo di evitare sperpero di tempo e denaro preziosi, in alternativa al deposito del ricorso già pronto, chiediamo ufficialmente di conoscere le reali intenzioni del Consiglio in merito all’urgente modifica della legge elettorale che superi la preferenza unica, – introdotta allo scopo di evitare il controllo del voto, reso decisamente più difficile con lo spoglio centralizzato – nel senso del rispetto della doppia preferenza di genere, nonché la precisa tempistica prevista. Ciò al fine di prevedere, in tempo utile per le elezioni regionali dell’anno in corso, l’espressione da parte di elettori ed elettrici della preferenza per due candidati e di genere diverso e quindi la promozione di un’equa rappresentanza femminile sia all’interno del Consiglio regionale, sia della Giunta.
Ci permettiamo di ricordare che l’Autonomia statutaria dovrebbe garantire maggiori diritti anziché diminuirli, nel rispetto dell’art. 15 dello Statuto che recita: “Al fine di conseguire l’equilibrio della rappresentanza dei sessi, la medesima legge promuove condizioni di parità per l’accesso alle consultazioni elettorali”. Non si ravvisa alcuna ragione giuridica per esentare le Regioni a Statuto Speciale dal rispetto del principio di parità che ha natura inderogabile: questa battaglia di civiltà non dovrebbe affatto avere luogo in una Regione che si è sempre resa paladina dei diritti delle minoranze.
La mancata previsione della doppia preferenza di genere nell’elezione dei componenti il Consiglio regionale costituisce un’ingiustificata ed illegittima violazione di norme sia costituzionali (art. 51, comma 1, della Costituzione), sia ordinarie (art. 4 della legge n. 165 del 2004 come modificato dalla legge n. 20 del 2016), sia ancora delle fonti sovranazionali europee, in primis della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea che all’ art. 23 stabilisce: “La parità tra donne e uomini deve essere assicurata in tutti i campi. Il principio della parità non osta al mantenimento o all’adozione di misure che prevedano vantaggi speci!ci a favore del sesso sottorappresentato.”
È pertanto obbligo anche delle Regioni a Statuto speciale adeguarsi ai principi stabiliti dalle fonti sovranazionali, costituzionali e dettagliati nella legislazione ordinaria statale.
Certe e certi della sensibilità che questo Consiglio vorrà dimostrare, determinati ad ottenere il necessario riequilibro di genere nella composizione del Consiglio e del Governo regionali – dove, a fronte di 35 componenti, le Consigliere sono solo 3 e nessuna di loro ha incarichi in Giunta -, ma anche a promuovere un passo per il superamento degli stereotipi di genere e delle disuguaglianze, restiamo in vigile attesa di effettive e rapide decisioni in merito a questo urgente adeguamento normativo, per il quale sono sufficienti 19 voti in Consiglio regionale.
Come ha dichiarato l’avvocata Enrichens a conclusione del parere richiestole dalla Consulta Regionale per le Pari Opportunità, “tali misure rappresentano il contenuto minimo per adeguare la normativa ai principi generali dell’ordinamento, ferma restando la possibilità di prevedere ulteriori e ancora più avanzati strumenti per raggiungere più rapidamente la parità.”»
Il Partito democratico
Nella stessa giornata si sono mossi anche il Partito democratico e le Donne democratiche della Valle d’Aosta.
Il Pd scrive in una nota: «La riforma della legge elettorale rappresenta un punto qualificante del programma di maggioranza di questa legislatura.
Il superamento dell’attuale sistema di voto è ormai unanimemente riconosciuto come una priorità, in attesa dell’appuntamento elettorale del settembre 2025.
Il PDVDA perseguirà questo obbiettivo nell’unica sede deputata, vale a dire il Consiglio Regionale. A tal proposito nel corso del 2023 il gruppo dei Federalisti e Progressisti ha presentato una propria proposta di legge che contiene indicazioni precise, anche al fine di stimolare il dibattito.
Si ricordi come la proposta del Gruppo condivisa con il PD prevede per sommi capi: un sistema che garantisca la stabilità di governo; l’introduzione della doppia preferenza di genere per garantire la presenza di ambo i sessi; la presenza di entrambi i generi in Giunta Regionale; l’estensione dell’elettorato passivo a 18 anni.
È chiaro come su un sistema di riscrittura delle regole del gioco sia necessaria un’ampia condivisione per promuovere un più efficace sistema di voto. Infine, è del tutto evidente che, alla luce dell’election day (elezioni regionali ed elezioni comunali), serva un ragionamento su come uniformare entrambe le elezioni».
Il Pd chiede, per il tramite del Gruppo dei FP-PD, un’assunzione di responsabilità affinché approdi in aula un testo di riforma entro il mese di febbraio.
La Conferenza delle Donne Democratiche della Valle d’Aosta scrive: «Riteniamo fondamentale e imprescindibile modificare la norma relativa alla preferenza unica che impedisce di fatto di garantire un’elezione equa e paritaria. Come evidenziato più volte, crediamo inoltre altrettanto fondamentale intervenire anche sulla presenza femminile in Giunta. La nostra regione non può restare indietro rispetto al percorso di innovazione normativa nel solco del dettato costituzionale.
I tempi stringono e vogliamo ribadire il nostro intento, dimostrato nell’ultimo anno di lavoro, a tenere aperto il dialogo con le sedi istituzionali in cui questa legge deve essere discussa. Distanti da qualsiasi strumentalizzazione politica intorno al tema, crediamo che la lotta per la parità di genere in Valle d’Aosta debba essere trasversale e speriamo possa essere comune a tutte le forze politiche progressiste che lavorano per una società equa e giusta.
Ribadiamo con forza che gli eletti del nostro partito in Consiglio Regionale hanno la responsabilità di portare a casa questo risultato, lavorando attivamente per l’introduzione della preferenza di genere nella legge elettorale valdostana. È tempo di dimostrare con i fatti che la parità non è uno slogan, ma una priorità politica concreta e trasversale. Siamo concordi con le soluzioni espresse dalla Consulta Regionale per le Pari Opportunità e individuate dal Partito Democratico che ha già assunto un chiaro impegno per sostenere questa battaglia, sia a livello nazionale sia regionale.
Accogliendo le istanze che la società civile ha manifestato negli ultimi giorni e vista l’urgenza dell’adempimento di riforma, rendiamo pubblici i contenuti del documento con cui nel mese di settembre abbiamo esplicitato richieste puntuali agli organi dirigenziali del PD.
Proponiamo: l’introduzione di una quota di genere obbligatoria che richieda a elettori e elettrici di distribuire equamente le preferenze tra candidature maschili e femminili; di presentare liste elettorali con una rappresentanza di genere equilibrata, innalzando la percentuale presente nell’attuale legge elettorale (pari al 35%); politiche di finanziamento pubblico per le campagne elettorali che garantiscano risorse equamente distribuite tra candidati di entrambi i generi; programmi di sensibilizzazione ed educazione degli elettori e delle elettrici che possano aiutare a ridurre i pregiudizi impliciti, promuovendo l’importanza della rappresentanza di genere e mostrando esempi positivi di leadership femminile; di prevedere la presenza di entrambi i generi nella Giunta regionale».