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Aosta avvia il Piano di eliminazione delle barriere architettoniche (Peba)

Da martedì 16 settembre 2025, per due mesi, i cittadini di Aosta potranno contribuire, con precise segnalazioni alla redazione del Piano di eliminazione delle barriere architettoniche (Peba): è stato infatti avviato il percorso previsto dalla relativa delibera di Giunta approvata nello scorso mese di maggio e concretizzato con l’affidamento a un professionista esperto, anche grazie ad un finanziamento regionale.

Il Peba è un documento strategico che serve a individuare le barriere ancora presenti negli spazi pubblici e negli edifici comunali e a programmare nel tempo come superarle, con un ordine di priorità e una visione complessiva. Una volta adottato, diventa anche un paradigma: non solo “ripara” ciò che manca, ma orienta tutti gli interventi pubblici futuri e può essere un riferimento anche per i privati.

«L’accessibilità non è un favore – ha precisato Raffaele Rocco, sindaco del capoluogo regionale – è una condizione di normalità che una città deve garantire. Il percorso non può essere costruito “in ufficio” e basta: le priorità vanno condivise con chi quelle barriere le vive ogni giorno. Non userei il termine “beneficiari”, non mi piace, perché qui non si distribuiscono premi. Si lavora con persone che hanno una necessità: potersi muovere, entrare in un edificio, attraversare una strada, fruire dei servizi senza ostacoli».

Nel quadro generale, Rocco ha insistito su un punto politico-amministrativo: il Peba serve anche a capire quanto costa davvero rendere la città più accessibile, «perché senza una stima seria si resta nel limbo delle buone intenzioni», aggiungendo «spesso chi non ha disabilità “non vede” certi problemi; il piano, se partecipato, serve proprio a far emergere criticità che altrimenti restano invisibili».

Corrado Cometto, assessore comunale alle opere pubbliche, ha inquadrato il Peba dentro una storia lunga: «Aosta lavora sulle barriere architettoniche da decenni – ha ricordato – soprattutto su quelle fisiche. Ma ora serve un cambio di passo: il Peba alza l’asticella perché fa una fotografia di dove si è arrivati e, soprattutto, costruisce una lista di interventi con priorità. Finora si è spesso intervenuto “a spot”, quando emergeva un problema o quando c’era un cantiere. Con il Peba proviamo a smettere di inseguire le emergenze e facciamo una cosa più difficile ma più utile: decidiamo prima cosa è più urgente e perché, mantenendo il filo nel tempo».

Cometto ha aperto anche alla definizione moderna di “barriera”: «non è solo gradini e rampe – ha sottolineato – oggi si parla anche di ostacoli sensoriali e cognitivi, e il piano deve tenerne conto se vuole essere davvero uno strumento del 2025 e non una lista anni ’90».

Paolo Bottani, Corrado Cometto, Raffaele Rocco ed Andrea Florio durante la presentazione dell'iter del PEBA
Paolo Bottani, Corrado Cometto, Raffaele Rocco ed Andrea Florio durante la presentazione dell’iter del PEBA

Andrea Florio, dirigente comunale dell’Area T3, entra nel “come”, spiegando che l’iter è partito a maggio 2025 e si è appoggiato a un cofinanziamento regionale: 40mila euro dalla Regione più 20mila euro del Comune. Da qui l’affidamento dell’incarico e l’avvio della fase preliminare.
«Il lavoro – ha chiarito – non si riduce a un elenco infinito di problemi: produce sì un quadro “corposo” di interventi, ma soprattutto serve a stabilire una scala di priorità in base a criteri concreti, come criticità, utilizzo dei luoghi, bacini di utenza, presenza di persone fragili. L’idea è rendere il piano spendibile: un documento che consenta di programmare in base alle risorse disponibili, invece di procedere a tentoni».
Per rendere tutto misurabile, Florio ha indicato anche la scelta operativa: l’analisi si concentra sui punti di maggiore interesse pubblico e sui collegamenti principali, come ospedale, Municipio, scuole, stazione ed altri poli, per un totale di oltre dieci chilometri di percorsi su cui impostare l’adeguamento.

Il professionista incaricato, l’ingegner Paolo Bottani, ha quindi insistito sul rischio più comune, quello di ridurre tutto a “mettiamo una rampa e abbiamo risolto”.
«Non funziona così – ha avvisato – la segnaletica pedotattile è assente, i semafori sono senza supporti acustici, le porte vetrate non sono segnalate per gli ipovedenti, ci sono ostacoli legati all’orientamento e alla comprensione degli spazi per chi ha fragilità cognitive. L’accessibilità riguarda anche anziani, passeggini, donne in gravidanza, infortuni temporanei e carichi di lavoro. In una città che invecchia questi temi diventano strutturali, non episodici».

Il percorso di redazione viene stimato in circa un anno. Una volta pronto, il Peba passerà dall’adozione in Giunta alla pubblicazione con una finestra di trenta giorni per le osservazioni, fino all’approvazione in Consiglio comunale.
Alla consultazione pubblica si può rispondere compilando un questionario online, un modulo Google, disponibile fino al 15 febbraio 2025.
Per chi ha difficoltà con il digitale è possibile chiedere un supporto prenotando un incontro con il facilitatore digitale oppure si può ritirare la versione cartacea allo sportello “Amico in Comune”, dove la si può compilare e riconsegnare.

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