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Le donne protagoniste del cambiamento in Valle d’Aosta

La Conferenza regionale delle Donne democratiche ha organizzato, per martedì 16 luglio 2024, l’incontro Le donne protagoniste del cambiamento in Valle d’Aosta, per approfondire il tema della parità di genere nelle Istituzioni. Considerato il dibattito politico intorno alla futura legge elettorale regionale, la Conferenza intendeva puntare l’attenzione sulla partecipazione delle donne alla vita politica e agli stereotipi che impediscono agli elettori di indicare la preferenza a favore delle donne. 

Sono intervenute Clotilde Forcellati, delegata regionale alla Conferenza nazionale delle Donne Democratiche per la Valle d’Aosta e assessore alle politiche sociali, abitative e alle pari opportunità del Comune di Aosta, che ha introdotto e moderato il tavolo; Lorella Verrastro, portavoce della Conferenza Regionale delle Donne Democratiche; Antonella Barillà, componente dell’esecutivo della Conferenza Regionale delle Donne Democratiche ed esperta di politiche di genere e di pari opportunità; Fabiola Megna, componente per il Partito Democratico della Consulta Regionale per le Pari Opportunità, e Roberta Mori, portavoce nazionale della Conferenza delle Donne Democratiche.

La serata ha messo in luce diversi temi, tra cui la necessità di promuovere una nuova legge elettorale in Valle d’Aosta che, attraverso l’espressione della doppia preferenza di genere, faciliti una maggiore e, se possibile, paritaria presenza femminile in Consiglio Valle e successivamente anche Giunta regionale. Si è parlato di stereotipi e di affermazioni che ancora oggi agiscono dietro la difficoltà di esprimere il proprio voto a una candidata di sesso femminile e che dimostrano contrarietà allo strumento della preferenza di genere. L’attenzione è stata portata sulla legge elettorale comunale (n. 4 del 1995) che, dalla sua entrata in vigore, ha permesso in tre consiliature di aumentare la presenza delle donne nelle amministrazioni comunali dal 24 fino al 38%.

«È fondamentale promuovere gli strumenti finalizzati alla condivisione del potere – sottolinea Roberta Mori -. Chiedere di porre la fiducia negli uomini e nelle donne è un atto di pedagogia del pensiero elettorale mosso dall’idea di fondo di promozione del cambiamento. Portare avanti una cultura ed una formazione di genere è un vezzo delle donne, ma è la lente femminista attraverso cui ogni decisione politica deve passare. Dobbiamo capire se le scelte compiute sono paritarie, se rafforzano le comunità e la democrazia».

Un affondo ancora della Mori sulla differenza tra una leadership femminile e femminista: «La prima centrata sul potere della singola, esalta esclusivamente la soggettività. La seconda è orizzontale, volta a comprendere la pluralità, si fa prossima per affiancare e dare voce a chi non ce l’ha, sostenendo il processo di autodeterminazione. E’ questa l’alternativa delle forze progressiste. Le donne portano un pensiero divergente che si inserisce in dinamiche sempre uguali a se stesse, sono acceleratrici di processi democratici».

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