Il Consiglio Valle è riunito martedì 5, mercoledì 6 e giovedì 7 novembre 2024, per discutere un ordine del giorno composto di 101 oggetti, di cui 55 rinviati da precedenti adunanze.
Commemorazione di Massimo Lévêque
I lavori del Consiglio Valle, convocato a partire da oggi martedì 5 fino a giovedì 7 novembre 2024, si sono aperti nel ricordo di Massimo Lévêque, Assessore tecnico al bilancio e finanze nella decima Legislatura dal 1993 al 1997, scomparso improvvisamente nella giornata di lunedì 4 novembre.
Il presidente Alberto Bertin, esprimendo il cordoglio dell’Assemblea regionale, ha evidenziato: «La Valle d’Aosta perde un attento studioso delle nostre dinamiche economiche. Un economista che ha messo la sua esperienza e la sua visione al servizio della nostra comunità, sia in qualità di Assessore che nei diversi ruoli ricoperti durante la sua carriera professionale.»
Sono poi intervenuti i consiglieri dei vari gruppi consiliari per esprimere le sentite condoglianze alla moglie Maria Cristina, al figlio Philippe, al fratello Alessandro e a tutta la sua famiglia.
Il consigliere Paolo Sammaritani della Lega VdA ha parlato di «una persona competente e brillante in materia di economia, ma anche un piacevole conversatore che sapeva disquisire con intelligenza su ogni cosa: con la sua sagacia ha arricchito tutta la nostra comunità.»
Per il capogruppo di PlA, Aldo Di Marco, «Massimo Lévêque era un uomo delle istituzioni che ha saputo portare la sua profonda competenza nei vari ambiti in cui ha operato e nei vari ruoli ricoperti. Era un professionista attento e preparato con una grande lucidità di visione.»
Il capogruppo di Rassemblement Valdôtain, Stefano Aggravi, ha ricordato «il professor Lévêque ha saputo guidare Finaosta in un momento difficile e complesso e, con grande senso di responsabilità, si è occupato prima di tutto della salvaguardia e della reputazione dell’ente che stava guidando.»
Il capogruppo di FI, Pierluigi Marquis, ha ricordato la «persona garbata e per bene, con un robusto bagaglio culturale, un profondo conoscitore della nostra regione, un convinto autonomista che ha sempre posto l’attenzione più sulla responsabilità della gestione che sulla rivendicazione dell’autonomia.»
«Massimo era parte del nostro gruppo di “baby boomer degli Anni 50” ed era uno dei più intelligenti – ha ricordato l’assessore Luciano Caveri (Union Valdôtaine) -. Avvicinatosi alla politica al fianco di César Dujany ha fatto parte di quel cenacolo che ebbe concretizzazione nella rivista “Table ronde”, portando alla discussione un contributo arricchente e originale.»
Per il consigliere Andrea Padovani (FP-PD), «Massimo era un uomo che ha messo a disposizione le sue competenze a servizio della comunità: non ha mai esitato ad esprimere le sue idee con spirito critico e molto diretto sul futuro della Valle d’Aosta.»
Per la consigliere di PCP Chiara Minelli, «una dipartita così repentina non può che lasciare un grande sconforto a tutti coloro che gli hanno voluto bene.»
Il presidente della Regione, Renzo Testolin, ha parlato di «momento doloroso per la Valle d’Aosta. Era un uomo riconosciuto trasversalmente per la sua validità e la sua competenza: una persona che arricchiva il nostro patrimonio culturale e umano, che teneva al percorso della collettività all’interno della quale abitava.»
Comunicazioni del presidente della Regione
Il presidente della Regione autonoma Valle d’aosta Renzo Testolin si è così rivolto all’aula: «Giovedì 31 ottobre ho incontrato il Ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli.
I temi affrontati hanno riguardato la prosecuzione del tavolo tecnico per la revisione degli statuti speciali e l’attività della Commissione paritetica.
Con riferimento al disegno di legge costituzionale concernente le modifiche degli statuti delle Regioni a statuto speciale, il Governo ha declinato la possibilità di condividere un percorso univoco da parte delle “speciali”, prima sui principi comuni e in seguito in merito alla revisione delle competenze.
Considerato il lavoro già svolto insieme alle altre Regioni a statuto speciale e la prosecuzione dell’iter già avviato dalle Province di Trento e Bolzano, abbiamo così valutato di dare la nostra disponibilità per proseguire il confronto anche se in forma bilaterale.
Nonostante le difficoltà legate alle differenti visioni politiche del Governo, peraltro già esplorate grazie all’interessamento del Ministro, l’obiettivo è quello di addivenire ad un rafforzamento delle nostre competenze e di valutare le possibili aperture al raggiungimento di un principio di intesa più tutelante nei nostri confronti rispetto all’attuale situazione.
Al termine di tali valutazioni, ho dunque evidenziato al ministro la volontà della Regione Autonoma Valle d’Aosta di procedere con la prosecuzione del confronto sulla revisione dello Statuto speciale: egli, nel prendere atto di tale volontà, ha dichiarato che verrà attivato quanto prima un tavolo tecnico.
Il ministro ha altresì provveduto, in occasione del nostro incontro, all’invio al Consiglio regionale della Valle d’Aosta della norma di attuazione in materia di concessioni idroelettriche, approvata dalla Commissione paritetica lo scorso 30 settembre, al fine dell’espressione del parere di competenza.
Ho inoltre anticipato al ministro il prossimo invio in Commissione paritetica (per il tramite dei membri di parte regionale) dello schema di norma di attuazione per la creazione di un “sistema regionale integrato di finanza pubblica con gli enti locali e strumentali della Regione”. Nell’evidenziare l’urgenza di detta iniziativa, anche a seguito di quanto statuito dalla Corte costituzionale con la sentenza 145/2024, ho ricordato come la stessa sia rafforzata dalla previsione contenuta nell’Accordo in materia di finanza pubblica per gli anni dal 2025 al 2032, sottoscritto il 20 ottobre scorso, nel quale Stato e Regione hanno concordato l’impegno a predisporre una norma di attuazione in tal senso.
Abbiamo infine sottolineato l’esigenza di ridurre le tempistiche dei lavori della Commissione paritetica, in particolare per l’iter di espressione dei pareri di competenza da parte dei Ministeri.
A seguito dell’incontro il ministro Calderoli ha ribadito l’impegno suo personale e del Governo a tutela e valorizzazione delle autonomie, con la volontà di procedere ad un ammodernamento delle autonomie storiche. Ha inoltre evidenziato come l’incontro proficuo, cordiale e produttivo abbia rappresentato un’utile occasione anche per riflettere su possibili norme di attuazione dello Statuto di autonomia.
Per quanto ci concerne, esprimiamo soddisfazione per l’avvio di questo nuovo iter di confronto con il ministro, il quale ci consentirà, al termine del percorso, di condividere con questo Consiglio i punti di incontro raggiunti».
«Il nostro gruppo, ma anche lo stesso ministro, è rimasto sorpreso che non ci fosse stato un passaggio preventivo con il Consiglio riguardo alla revisione dello Statuto speciale – ha osservato il capogruppo della Lega VdA, Andrea Manfrin -. Va bene l’apertura di un tavolo, ma la Valle d’Aosta è la sola Regione che prima chiede gli incontri con il Ministro e poi informa il Consiglio: sappiamo che c’è una bozza elaborata con le altre Autonomie speciali ma non sappiamo se questo sia un punto di partenza o un punto di caduta. Ribadiamo che il passaggio con il Consiglio debba deve essere fatto preventivamente e invitiamo il Presidente della Regione a procedere in tal senso, anche per evitare che gli incontri con il Ministro siano fatti a titolo personale.»
Per il capogruppo di RV, Stefano Aggravi, «sarebbe opportuno fare un po’ di chiarezza. Di che tavolo stiamo parlando? Del tavolo tecnico nell’ambito della Conferenza delle Regioni per seguire il tema della revisione degli Statuti? O c’è un ulteriore tavolo Stato-Regione Valle d’Aosta per la revisione del nostro Statuto? Invito il Presidente della Regione a chiarire, perché sarebbe fondamentale, prima di proporre delle revisioni dello Statuto, confrontarsi con il Consiglio al fine di dare maggiore peso politico alle nostre richieste.»
La consigliere Chiara Minelli (PCP) ha osservato che «dopo cinque anni di attesa dello schema di norma di attuazione in materia di concessioni idroelettriche, ci si sarebbe aspettato qualcosa di più consistente e di più autonomista. Sono sorprendenti le modalità con cui è avvenuta l’approvazione dello schema di norma di attuazione: il Presidente Testolin aveva comunicato che era stato approvato il 30 settembre, mentre nelle premesse del testo leggiamo che sarebbe stato approvato il 29 luglio. Non capiamo questo balletto di date: ci aspettiamo le opportune spiegazioni.»
Il presidente della Regione, Renzo Testolin, in merito alla dinamica delle date ha riferito di «aver riportato quanto scritto nella mail inviata dal Presidente della Commissione paritetica: più di questo non so cosa dire. Sulle osservazioni dei colleghi Manfrin e Aggravi, sono disponibile ad approfondire la questione in Commissione.»
Relazione sull’attività 2023 del Comitato paritetico di controllo e valutazione delle politiche regionali e della qualità della normazione
Il Consiglio Valle, dopo aver preso atto della relazione 2023 sull’attività del Comitato paritetico di controllo e valutazione delle politiche regionali e della qualità della normazione, ha approvato all’unanimità una risoluzione.
L’iniziativa, proposta dai consiglieri Paolo Sammaritani, Paolo Cretier, Alberto Bertin, Pierluigi Marquis, Claudio Restano e Roberto Rosaire – componenti del Comitato paritetico – impegna l’Ufficio di Presidenza e la Giunta regionale ad addivenire alla costituzione di un tavolo tecnico interistituzionale Consiglio-Giunta sullo studio e l’applicazione delle clausole valutative, con lo scopo di condividere le linee guida operative per la formulazione delle clausole valutative all’interno delle leggi regionali, che ne evidenzino elementi tipici ed elementi variabili e che possano costituire un punto di riferimento per il legislatore in termini di qualità sostanziale della normazione, e definire l’iter procedurale per la trasmissione al Consiglio regionale delle relazioni di ritorno.
Il testo della risoluzione e la relazione 2023 sono stati illustrati dal consigliere Paolo Sammaritani (Lega VdA), che ha presieduto il Comitato paritetico fino al 10 ottobre scorso. «Il programma di attività ha individuato due obiettivi prioritari del Comitato: la semplificazione del corpus normativo, anche attraverso l’abrogazione delle norme non più produttive di effetti, in funzione di una maggiore certezza del diritto vigente; l’elaborazione di linee guida per la formulazione delle clausole valutative, che possano costituire un punto di riferimento per il legislatore in termini di qualità sostanziale della normazione. La diffusione della cultura della valutazione delle politiche pubbliche passa anche attraverso il consolidamento del dialogo tra Consigli e Giunte regionali. Aspetto, questo, che è stato evidenziato dal progetto Capire, promosso dalla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome, il quale ha individuato nei tavoli tecnici interistituzionali gli strumenti necessari a favorire l’efficacia del processo valutativo, in particolare attraverso la produzione e lo scambio di dati e di informazioni qualificati. Il Comitato ritiene pertanto opportuno avviare un percorso di lavoro fondato su raccordo, collaborazione e condivisione dell’esperienza fra il Consiglio Valle e la Giunta regionale, per rafforzare la consapevolezza che sia interesse comune comprendere se e come una politica pubblica funziona, attraverso la costituzione di un tavolo tecnico interistituzionale.»
Il dibattito in Aula
«Porterò avanti il lavoro intrapreso dal precedente presidente Paolo Sammaritani e dal presidente del Consiglio Bertin – ha dichiarato il neo presidente del Comitato paritetico, Paolo Cretier (FP-PD) -. Laddove sarà necessario nelle nuove leggi vaglieremo la clausola valutativa, importante per conoscere l’impatto delle nuove norme, sia per il Governo che per tutto il Consiglio regionale e per una politica oculata e responsabile. Inoltre, il Presidente Bertin sta facendo un lavoro importante nell’ambito della Conferenza delle Assemblee legislative con il progetto Capire che analizza la situazione e produce un patrimonio comune sugli effetti delle politiche regionali. Una pratica che ha effetti positivi sulle politiche regionali non solo in termini finanziari ma anche di applicazione seria e puntuale di norme votate in Consiglio e che necessitano di verifiche ex-post.»
Il capogruppo di RV, Stefano Aggravi, ha evidenziato la «necessità di fare pulizia all’interno del corpus normativo in un’ottica di semplificazione, soprattutto per i cittadini che sono destinatari delle leggi. Ben venga l’obiettivo di definire delle linee guida sulle clausole valutative, ma bisogna metterle a terra dal momento in cui si generano gli interventi normativi, altrimenti si creano dei percorsi a posteriori troppo complessi. Siamo d’accordo sulla creazione di un tavolo interistituzionale Consiglio-Giunta, ma richiedo anche una fattiva collaborazione nella predisposizione delle proposte di legge, perché i Consiglieri non hanno gli stessi strumenti del Governo e devono essere messi nelle condizioni di poter depositare dei testi che siano anche accoglibili dal punto di vista delle disposizioni finanziarie.»
Attività legislativa
Finanza locale
Con 20 voti a favore (UV, FP-PD, PlA, SA, PCP) e 14 astenuti (Lega VdA, RV, FI), il Consiglio regionale ha approvato un disegno di legge che contiene disposizioni urgenti in materia di finanza locale.
Presentato dal Governo regionale il 7 ottobre ed esaminato dalla seconda Commissione consiliare che ha proposto un emendamento, il testo si compone di sei articoli che riguardano in particolare il concorso aggiuntivo alla finanza pubblica dei Comuni per l’anno 2024, i trasferimenti straordinari correnti a favore degli enti locali, nonché le convenzioni tra enti necessarie ai fini del loro accesso ai finanziamenti.
L’Assemblea ha anche respinto – con 23 voti di astensione (UV, FP-PD, PlA, SA, PCP, FI) e 11 a favore (RV, Lega VdA) – un ordine del giorno depositato in Aula dal gruppo Rassemblement valdôtain che voleva dare mandato al gruppo di lavoro costituito per valutare l’elaborazione di una norma di attuazione finalizzata a prevedere un sistema integrato della finanza regionale con quella degli enti locali della Valle d’Aosta, di contemplare la possibilità di disciplinare i tributi locali comunali di natura immobiliare istituiti con legge statale, anche in deroga alla medesima legge, sul modello di quanto già definito nell’ambito dello Statuto speciale della Regione Friuli-Venezia-Giulia.
«Con questo disegno di legge – ha detto il consigliere Antonino Malacrinò (FP-PD), illustrandone i contenuti in Aula – si prevede che la Regione provveda, per il 2024, al versamento a favore dello Stato del contributo aggiuntivo al risanamento della finanza pubblica che sarebbe stato di competenza dei Comuni: l’importo definito dal decreto del Ministro dell’interno adottato di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze corrisponde a 495mila 456 euro. Rimane comunque invariato l’importo, stabilito in 32 milioni di euro, del concorso alla finanza pubblica determinato dalla Regione a carico dei propri Comuni, quale quota parte del contributo complessivo stabilito negli accordi di finanza pubblica intervenuti negli anni a regolare gli obblighi finanziari della Regione nei confronti dello Stato. Inoltre, in deroga a quanto disposto dalla legge regionale n. 48/1995, è stabilito un trasferimento straordinario corrente di 1,5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2025 e 2026, in favore del Comune di Aosta, per fronteggiare gli ulteriori oneri derivanti dalla gestione degli interventi finanziati nell’ambito del Pnrr e per l’aumento delle spese correnti dei servizi che il Comune di Aosta eroga a vantaggio dell’intera collettività valdostana. Grazie all’introduzione di questo disegno di legge è possibile fornire indicazioni certe agli enti locali, utili e necessarie alla predisposizione dei relativi bilanci di previsione 2025-2027.»
Il dibattito in Aula
«Rispetto al panorama delle Speciali, la nostra Regione, insieme a Sicilia e Sardegna, non ha ancora norme di attuazione che definiscono i rapporti di interlocuzione finanziaria con lo Stato centrale – ha commentato il capogruppo di Rassemblement Valdôtain, Stefano Aggravi -. Questo disegno di legge non fa altro che mettere una pezza sul punto. Ben venga la definizione di un sistema integrato di finanza locale ma questo dovrebbe logicamente portare alla revisione di tutta la finanza che riguarda i rapporti con gli enti locali, obiettivo inserito nel Defr, che mi chiedo se potrà essere realizzato in questo scorcio di fine Legislatura. È necessario un riordino dei fiumi e fiumiciattoli delle tante leggi di settore che devono essere organizzate in un’ottica di organicità e integrazione. Bisognerà poi anche mettere seriamente mano all’aggiornamento della legge 48/1995 che è datata e deve tenere conto delle pesanti evoluzioni normative in materia. Non si tratta di fumose discussioni teoriche per addetti ai lavori ma di ragionare su un sistema il cui effetto si riverbera concretamente sulle imposte e tasse che pagano i cittadini. Con il nostro ordine del giorno volevamo sfruttare questa opportunità per raggiungere la completa regionalizzazione dell’Imu, andando oltre la norma di attuazione 184/2017 in materia di coordinamento e di raccordo tra la finanza statale e regionale.»
Il presidente della Regione, Renzo Testolin, ha replicato che «l’obiettivo della norma nel suo complesso è quello di fare chiarezza sugli adempimenti che la sentenza della Corte costituzionale ci impone rispetto al contributo alla finanza pubblica oltre che sulla suddivisione tra i Comuni delle risorse messe a disposizione dalla Regione per sopperire alla crescita delle spese che devono sostenere gli enti locali e per l’assegnazione di risorse integrative messe a disposizione del Comune di Aosta. Riguardo all’ordine del giorno, la questione sollevata è già sostanzialmente superata nei fatti in quanto il decreto legislativo 184 del 2017 già riconosce alla nostra Regione la possibilità di intervento rispetto ai tributi locali istituiti da leggi statali.»
La capogruppo di Progetto Civico Progressista, Erika Guichardaz, ha affermato che «il sistema delle Autonomie valdostano, nato e concepito da amministratori e tecnici con una chiara visione, è stato progressivamente smantellato, a volte per rispondere a sollecitazioni dello Stato, ad esigenze di finanza pubblica, altre per scelte accentratrici della Regione. Il sistema di finanza degli enti locali è datato e questa legge è un primo, piccolo e timido passo per interloquire con lo Stato sulla finanza locale alla luce della sentenza di luglio 2024 e per questo motivo voteremo la legge. Tuttavia è necessario affrontare la questione della norma di attuazione e su questo auspichiamo una maggiore concertazione rispetto a quanto avvenuto fino ad ora. Prima di pensare agli strumenti bisogna innanzitutto pensare a quale modello “enti locali” questi strumenti devono far funzionare attraverso una concertazione con gli enti locali per evitare le discrasie che si sono verificate, ad esempio, con la legge sui Segretari comunali.»
Il capogruppo Pierluigi Marquis, ha annunciato l’astensione di Forza Italia: «La sentenza della Corte costituzionale ha ribadito che esiste un rapporto tra lo Stato e la Regione e lo Stato e i Comuni: bene ha fatto la Regione a intervenire con una legge regionale, così come apprezziamo anche quanto detto dal Presidente della Regione in merito alla presentazione di uno schema di norma di attuazione per la creazione di un sistema regionale integrato di finanza pubblica con gli enti locali e strumentali della Regione. Tuttavia, tornando alla legge, vorremmo superare il mero concetto di contributo: per il Comune di Aosta queste risorse aggiuntive sono sufficienti per l’obiettivo? O andavano approfondite? Aosta, per il ruolo di capoluogo e le problematiche che vive, merita un approccio più strutturato. Forse questa questione poteva essere trattata con meno urgenza e approfondimento nell’ambito del prossimo bilancio di previsione.»
Il commento di Rassemblement valdôtain
Il gruppo Rassemblement Valdôtain esprime rammarico per il mancato accoglimento dell’ordine del giorno: «Il nostro ordine del giorno riguardava la regionalizzazione dell’imposta locale sugli immobili: noi crediamo che la completa regionalizzazione dell’Imu possa essere una importante opportunità per la nostra Regione. Non è soltanto una questione tecnica di riordino della finanza locale e dei rapporti finanziari con lo Stato centrale: l’eventuale regionalizzazione dell’Imu consentirebbe tra l’altro di poter identificare nuove categorie catastali e relative aliquote o esenzioni, così come già fatto proprio in Friuli-Venezia Giulia, sull’imposta cardine delle entrate pubbliche di rango comunale e regionale.
La prossima presentazione dello schema di norma di attuazione finalizzata alla creazione di un sistema integrato di finanza regionale poteva essere l’occasione per meglio definire e rafforzare i principi in parte oggi già contenuti nel decreto legislativo 184 del 2017 (norme di attuazione dello Statuto speciale della Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste in materia di coordinamento e di raccordo tra la finanza statale e regionale), proprio sull’esempio friulano.
Ci spiace che l’Assemblea non abbia voluto accogliere questa proposta, ma riteniamo comunque importante aver portato il tema all’attenzione dell’Aula. Un tema a cui Rassemblement Valdôtain tiene molto e su cui si batterà con ulteriori iniziative. Ci spiace tra l’altro per quelle forze politiche che hanno espresso poca fiducia nelle potenzialità di sviluppo della nostra autonomia, così come restiamo stupiti per la posizione di voto da parte di alcune di quelle forze “nazionali” che negli annunci si professano come “i veri autonomisti” e a favore della riduzione del carico fiscale su famiglie e imprese, ma poi quando se ne presenta l’occasione si comportano nel senso inverso.»
Riconoscimento debiti fuori Bilancio
Con 18 voti a favore (UV, FP-PD, PlA, SA) e 16 astenuti (Lega VdA, RV, PCP, FI), il Consiglio Valle ha approvato un disegno di legge per il riconoscimento di debiti fuori bilancio della Regione.
Il testo, presentato dal Governo regionale il 9 ottobre e illustrato in Aula dal consigliere Antonino Malacrinò (FP-PD), è composto di due articoli che riconoscono «la legittimità di debiti fuori bilancio della Regione, derivanti da sentenze esecutive – per un importo di 40mila 496 euro – e da acquisizioni di beni e servizi – per una cifra pari a 1 milione 30mila euro -, per i quali è necessario provvedere ai relativi impegni di spesa entro il 2024.»
Istituto Gervasone
L’Assemblea ha approvato all’unanimità un disegno di legge che disciplina l’Istituto regionale Adolfo Gervasone di Châtillon, modificando la legge regionale n. 36/1986.
Il testo, presentato dalla Giunta regionale il 4 settembre ed esaminato dalla quinta Commissione, si compone di quattro articoli che ridefiniscono le modalità di ripartizione delle spese per il funzionamento dell’Istituto, prevedendo di porre direttamente in capo alla Regione gli interventi di manutenzione ordinaria e le spese per il riscaldamento. Sul testo sono stati recepiti due emendamenti di tipo tecnico depositati in Aula dall’Assessore al sistema educativo.
I consiglieri Antonino Malacrinò (FP-PD) per la maggioranza e Simone Perron (Lega VdA) per la minoranza ne hanno illustrato i contenuti all’Aula.
«Questo intervento legislativo – ha detto il Malacrinò – tende a superare alcune criticità emerse. Considerato l’organico ridotto e quindi la difficoltà per l’Istituto di gestire direttamente alcuni interventi, compresi quelli che implicano l’applicazione della normativa in materia di appalti pubblici, si è previsto di porre in capo alla Regione gli interventi di manutenzione ordinaria nonché le spese per la provvista di combustibile per il riscaldamento, in analogia a quanto previsto per i convitti.»
Perron ha ricordato che l’Istituto «prende il nome dall’ultimo discendente della dinastia dei Gervasone, maestri ferrai bergamaschi che, stabilitisi a Châtillon nella seconda metà del XVII secolo, si dedicarono con successo all’industria metallurgica. Adolfo Gervasone, poco prima della morte avvenuta nel luglio 1927, dispose che la sua eredità andasse all’Asilo infantile Rigollet di Châtillon, con l’obbligo per l’ente di creare un ricovero a favore dei bambini dai tre ai quattordici anni bisognosi di assistenza. Nel dopoguerra iniziarono i lavori per la sua trasformazione in un convitto adatto ad ospitare un centinaio di ragazzi. A partire dal 1965 l’Amministrazione regionale affidò alla congregazione dei Canonici regolari del Gran San Bernardo la direzione della scuola media di Châtillon e del nuovo convitto, che prendeva il nome di “Pensionnat régional Villa Panorama”. A seguito dell’istituzione di scuole in numerosi sedi decentrate, il numero degli iscritti è andato diminuendo, mentre aumentavano i convittori che frequentavano le scuole superiori di Châtillon, Saint-Vincent e Verrès. Con la legge n. 36/1986, fu dato un nuovo aspetto giuridico all’ente chiamandolo “Istituto regionale Adolfo Gervasone” e guidato da un Consiglio d’amministrazione. Nel 1987, i Canonici del Gran San Bernardo lasciarono la direzione del collegio, che venne affidata a personale laico. Un edificio quindi di valenza storica che deve, per forza di cose, essere costantemente soggetto a tutela e migliorie, anche con ingenti investimenti finanziari. Solo in questo modo si può valorizzare la funzione decennale che esso svolgeva e svolge tuttora sul territorio: le dinamiche demografiche, economiche e sociali dei tempi attuali obbligano ad un costante sforzo collettivo per rendere possibile a territori oggi soggetti allo spettro dello spopolamento e del degrado, in particolar modo giovanile, lo schiudersi di prospettive migliori.»
Il dibattito in Aula
Il consigliere di Forza Italia Mauro Baccega ha parlato di «un disegno di legge che voteremo con convinzione poiché interviene sulle necessarie e improcrastinabili migliorie di cui necessita questo Istituto di grande valenza sociale e storica. Sarà poi importante velocizzare l’iter burocratico per intervenire con tempestività e portare soluzioni concrete alle problematiche in attesa di soluzione.»
«È un’istituzione educativa non scolastica molto importante per l’intera comunità che accoglie studenti dai 12 ai 20 anni, anni iscritti a diverse scuole pubbliche – ha commentato il capogruppo di Pour l’Autonomie, Aldo Di Marco -. Un luogo che offre un ambiente sereno, professionale e adatto a favorire la crescita personale dei convittori e semi convittori. Questo Istituto non si limita al sostegno del processo di studio ma prende in considerazione gli aspetti individuali e soggettivi di chi lo frequenta favorendone lo sviluppo personale. Ospita una sessantina di semi convittori, numero consistente che testimonia di quanto i servizi di pranzo e doposcuola siano particolarmente apprezzati dalle famiglie. Questo disegno di legge dà soluzione alle criticità emerse nel corso del tempo, aggiornando le modalità di finanziamento dell’Istituto, consentendogli di continuare a garantire l’offerta dei servizi di eccellenza che da sempre caratterizza questa struttura.»
Il consigliere Claudio Restano ha evidenziato che il gruppo Rassemblement valdôtain «guarda con favore a questa norma che valorizza un patrimonio che è a servizio dell’intera Valle d’Aosta. Il Presidente Testolin ha dato una svolta alla gestione dell’Istituto, perché interviene su di un convitto che è locato in un’area territoriale “depressa”, come quella di Saint-Vincent e Châtillon, che ha visto lo spostamento di numerosi istituti scolastici. Una zona che necessita delle attenzioni di questo Consiglio: con questa modifica, l’Istituto Gervasone potrà svolgere al meglio le proprie competenze andando a valorizzare la propria versatilità e il territorio sul quale insiste.»
«Sosterremo questo disegno di legge che supporta le necessità evidenziate dall’Istituto Gervasone – ha dichiarato la consigliere Chiara Minelli del gruppo Progetto Civico Progressista -. Una struttura che ha svolto e svolge ancora oggi una funzione importante per le tante famiglie e i numerosi studenti che vengono dalle vallate laterali. Si tratta di un primo piccolo passo a cui speriamo ne seguano altri, perché per un vero rilancio dell’Istituto Gervasone ci vuole un’azione più strutturata.»
Per il vicecapogruppo dell’UV, Albert Chatrian, «questo è un primo passo per valorizzare al meglio i beni pubblici e i servizi da erogare su di un territorio che necessita di essere guardato con attenzione. Un territorio che ha delle criticità che possono essere trasformate in punti di forza, come ad esempio la “rigenerazione” della zona industriale denominata ex Tecdis. Guardare al domani in maniera robusta è una priorità di questa maggioranza.»
«Con questo disegno di legge, che sosterremo, sono state messe in campo le energie giuste per rivalorizzare strutture come questa, che sono centrali per il territorio – ha commentato il vicecapogruppo di RV, Dennis Brunod -. Questo Istituto è importante anche dal punto di vista sportivo per la sua essenziale collaborazione in occasione di importanti manifestazioni di settore, dando un supporto centrale alla logistica.»
L’assessore al sistema educativo, Jean-Pierre Guichardaz, ha replicato: «Questo disegno di legge aggiusta una situazione che è stata determinata in passato e che accoglie le richieste del Consiglio di amministrazione dell’Istituto Gervasone. È apprezzabile che si consideri il valore di questa istituzione e ringrazio per il sostegno unanime a questa norma, a dimostrazione che quando trattiamo temi che riguardano l’istruzione e i nostri ragazzi non ci sono divisioni.»
Fondazione Maria Ida Viglino
Con 25 voti a favore (UV, FP-PD, PlA, SA, RV, PCP) e 9 astenuti (Lega VdA, FI), il Consiglio Valle ha approvato un disegno di legge che modifica la norma regionale n. 8/1992 riguardante gli interventi a favore della Fondazione Maria Ida Viglino per la cultura musicale.
Il provvedimento, presentato dal Governo regionale il 4 settembre ed esaminato dalla quinta Commissione consiliare, è composto di quattro articoli che incrementano il contributo alla Fondazione al fine di ampliare la propria offerta formativa attraverso la locazione di spazi in via Xavier de Maistre ad Aosta – che si aggiungono alla sede storica di via San Giocondo -, più ampi e adeguati allo svolgimento delle attività, di saggi e concerti. Sul testo sono stati recepiti due emendamenti di tipo tecnico depositati in Aula dall’Assessore al sistema educativo.
Il consigliere Andrea Padovani (FP-PD), relatore, ha evidenziato che «l’organizzazione di saggi e concerti è un elemento essenziale nelle attività della Fondazione e coinvolge praticamente tutti gli iscritti, attualmente più di ottocento, includendo i partecipanti a progetti speciali, campus, laboratori e simili. Inoltre, la concentrazione di tutte le attività della Fondazione in due sedi vicine rende più facili gli spostamenti di studenti, docenti, personale della Fondazione, nonché di strumenti e attrezzature. Si sottolinea anche che la Fondazione intende mettere a disposizione gli spazi della nuova sede a favore di altre associazioni e organizzazioni socioculturali, in base al proprio regolamento interno. Con questo disegno di legge si intende quindi dare risposta alle esigenze rappresentate dalla Fondazione: da un lato, ricevere un contributo maggiore rispetto a quello attualmente previsto concernente il canone annuo di locazione, gli oneri accessori, le spese di riscaldamento e quelle relative all’ordinaria manutenzione dell’immobile, finora riconosciuto per l’unica sede di via San Giocondo; dall’altro lato, ottenere il contributo nello stesso esercizio finanziario nel quale le spese in questione sono sostenute.»
Il dibattito in Aula
«Da sempre sosteniamo l’importanza di salvaguardare le tradizioni valdostane e di incentivare la cultura artistica e plaudiamo ai contenuti di questo disegno di legge – ha commentato il capogruppo di Pour l’Autonomie, Aldo Di Marco -. La Fondazione Viglino si muove nel solco del nostro pensiero, promuovendo la cultura musicale nei confronti di tutte le fasce di età, con corsi rivolti anche alle persone con disabilità. Sono tante le iniziative che organizza e alcune sue produzioni artistiche sono andate oltre i confini regionali. Grazie a questo intervento normativo, da quest’anno, la Fondazione Viglino può avvalersi di una seconda sede, con spazi più idonei per concerti e altri eventi musicali che potranno essere messi a disposizione anche di altre associazioni presenti sul territorio.»
L’assessore al sistema educativo, Jean-Pierre Guichardaz, ha evidenziato che «la sede di via San Giocondo è una bellissima sede, ma con limitazioni strutturali. Oggi, si è trovata la soluzione di via Xavier de Maistre, che oltre ad ampliare le possibilità di fruizione, prevede e offre degli spazi più consoni. Si stanno facendo dei lavori di insonorizzazione affinché questa diventi la sede adatta per produrre musica e per realizzare laboratori di pratica musicale e di ascolto attivo nei confronti della musica. Imparare ad ascoltare la musica è anche una forma di educazione civica della nostra comunità. Ascoltare è un atteggiamento che aiuta ad accettare e ad accogliere anche ciò che l’altrui ha da dire, andando al di là di sé stessi.»
«Come per la legge sul Gervasone, anche questa legge rappresenta un minimo sforzo – ha affermato la capogruppo di Progetto Civico Progressista, Erika Guichardaz -. Bisogna iniziare a pensare a un progetto complessivo dell’istruzione musicale in Valle d’Aosta, piuttosto che dare contributi. Stiamo ancora aspettando la norma di attuazione riferita al Conservatorio che ad inizio Legislatura il Senatore Lanièce, componente della Paritetica, ci diceva essere prossima all’approvazione. Ormai non è più procrastinabile la riforma completa e organica dell’istruzione musicale che è una tematica importante. Sul nostro territorio abbiamo oltre alla Fondazione Viglino anche un Conservatorio, una storia bandistica e altre esperienze che dovrebbero essere valorizzate e integrate. Resta anche una certa perplessità su questi finanziamenti visto l’obiettivo espresso nel Defr che prevede una razionalizzazione dei costi. Se questa razionalizzazione non è prevista sulle strutture, prevede tagli alle risorse umane?»
Contributi agli enti cooperativi
Il Consiglio ha approvato un disegno di legge che contiene disposizioni in materia di contributi agli enti cooperativi, modificando il Testo unico in materia di cooperazione (legge regionale n. 27/1998). L’atto ha ottenuto 25 voti a favore (UV, FP-PD, PlA, SA, RV, PCP) e 3 astensioni (FI), mentre il gruppo Lega VdA non ha preso parte al voto.
Il testo, che si compone di dodici articoli, è stato proposto dalla Giunta il 4 settembre ed è volto a semplificare e riorganizzare le misure a favore degli enti cooperativi, concretizzandosi, principalmente, nella concessione di contributi agli investimenti per lo sviluppo di nuove cooperative e per programmi innovativi sulle tematiche della sostenibilità ambientale ed energetica. Sul testo sono stati recepiti quattro emendamenti, di cui due della quarta Commissione e due depositati in Aula dall’Assessore allo sviluppo economico, mentre è stato respinto un emendamento del gruppo RV che chiedeva l’introduzione della clausola valutativa.
«Questo provvedimento – ha evidenziato il consigliere Corrado Jordan (UV), illustrandolo all’Aula – ha come obiettivo la crescita e la competitività di un settore dell’imprenditoria che genera impatti positivi in termini economici e sociali ed è un modello virtuoso che favorisce lo sviluppo economico locale. Rispetto ad altri modelli di imprenditoria, il settore cooperativistico, grazie allo scopo mutualistico, dimostra più resilienza nei momenti di crisi sia rispetto al mantenimento dell’occupazione che all’inclusione sociale, in quanto il modello partecipativo permette di prendere decisioni orientate alla sostenibilità a lungo termine. Inoltre, il settore favorisce spesso progetti innovativi che mirano a risolvere problemi sociali, capaci di rispondere meglio alle esigenze delle comunità locali con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita delle persone, sovente coprendo aree in cui l’impresa privata o lo Stato non arrivano. Per lo sviluppo di nuove cooperative è disposto un contributo a fondo perduto per un importo massimo non superiore a 40mila euro, nella misura massima del 40 per cento delle spese ammissibili; per gli investimenti per programmi di sviluppo e di innovazione volti ad ammodernare o a espandere l’attività, il contributo a fondo perduto è concesso per un importo massimo non superiore a 80mila euro, nella misura massima del 50 per cento delle spese ammissibili. È prevista altresì, la capitalizzazione degli enti cooperativi mediante la concessione di un contributo aggiuntivo nel caso di sottoscrizione aggiuntiva del proprio capitale sociale.»
Il dibattito in Aula
«Le cooperative fanno parte della nostra storia e tradizione e, in particolar modo, quelle del settore produttivo agricolo – ha ricordato il capogruppo di FP-PD, Paolo Cretier -. Con questo disegno si rafforza il movimento cooperativistico valdostano che da sempre svolge una funzione centrale nel nostro sistema socio-economico, fornendo ai soci vantaggi e agevolazioni più convenienti rispetto a quelli che gli operatori potrebbero ottenere sul mercato presentandosi individualmente. Un’azione necessaria quanto vitale per mantenere in buona salute le attività dei piccoli produttori che all’interno delle cooperative beneficiano di un potere di contrattazione e di acquisto collettivo che consente di abbattere i costi, le forniture e i trasporti, ottimizzando i tempi di reazione. Il disegno di legge, inoltre, promuove e rafforza la cooperazione che è un elemento importante del tessuto produttivo valdostano: abbiamo 2.850 occupati di cui 1.600 in cooperative sociali, 400 nella produzione del lavoro, 300 nel settore agricolo e 300 in altre tipologie di cooperativa. Con l’aggiornamento della normativa si è pensato anche al sostegno degli investimenti innovativi come, ad esempio, quelli legati all’efficientamento energetico.»
Per l’assessore allo sviluppo economico, Luigi Bertschy, «si tratta di un disegno di legge che propone un primo intervento – a favore degli investimenti delle cooperative – in attesa di una revisione più ampia del settore finalizzata allo sviluppo di progetti per la crescita socio-economica della nostra comunità. Cerchiamo di riattivare gli investimenti, riattualizzando la cooperazione in quanto forma che ben si adatta al nostro modello economico. Il settore cooperativistico può essere nuovamente un ambito sul quale costruire delle attenzioni, allargando la sfera di attività delle cooperative valdostane. Una buona parte di queste si occupa di servizi legati al sociale, ma ci sono bisogni emergenti che devono essere presi in considerazione per sviluppare nuove azioni. Capire come sarà accolto questo disegno di legge dal settore, ci aiuterà a organizzare la struttura finanziaria dei prossimi anni.»
«Questo disegno di legge viene migliorato dall’analisi e integrazione delle richieste presentate dagli esponenti del mondo cooperativistico in Commissione e, in parte, accolte – ha dichiarato la capogruppo di PCP, Erika Guichardaz -. Manca solo la verifica sulla possibile disparità di trattamento rispetto alla corresponsione dei contributi che potrebbe sfavorire le piccole cooperative, ma viste le dichiarazioni dell’Assessore, dettosi disponibile a valutare gli effetti della norma e, se del caso, ad apportare i correttivi necessari, troverà il nostro voto favorevole.»
Il capogruppo di RV, Stefano Aggravi, ha osservato: «Sarà opportuno fare delle valutazioni sull’effetto che si potrà generare in favore della creazione di nuovi enti cooperativi e ci auguriamo che queste disposizioni portino alla nascita di nuove forme di cooperazione. Restiamo convinti che la clausola valutativa dovesse essere inserita, perché altrimenti si corre il rischio di non poter fare delle valutazioni a monte. Al di là di tutto, questo disegno di legge è importante e non ne facciamo una questione di bandiera: voteremo quindi a favore.»
Mentre di discuteva l’emendamento sulla clausola valutativa, respinto dalla maggioranza (ciò che ha originato la richiesta di dimissioni del neo eletto presidente Crétier da parte del capogruppo Aggravi, per l’inutilità del Comitato paritetico), un acceso diverbio si è aperto fra i consiglieri Diego Lucianaz e Andrea Padovani. quest’ultimo, asserendo di aver sentito Lucianaz rivolgere un’offesa body shaming al capogruppo Crétier, ne avrebbe chiesto la censura. Nessun altro aveva però sentito quanto asserito da Padovani e non se ne è fatto nulla.
Il Partito democratico ha però voluto stigmatizzare il supposto accaduto con una nota: «ll Partito Democratico della Valle d’Aosta condanna fortemente quanto accaduto oggi durante i lavori del Consiglio Regionale. Le offese ricevute dal consigliere Diego Lucianaz di Rassemblement valdôtain sono inaccettabili. Esprimere dissenso politico è un diritto, offendere le persone no. Per questo motivo esprimiamo nuovamente una ferma condanna per l’episodio avvenuto in aula nella giornata di oggi. La violenza, sia essa fisica o verbale, è da condannare in ogni occasione. Episodi come questo sono inaccettabili e rappresentano una ferita non solo per la persona offesa, ma anche per il principio di rispetto e confronto che deve caratterizzare sia l’attività politica sia la vita sociale del nostro territorio».
Sostegno alle Pro Loco
Il Consiglio Valle ha approvato all’unanimità dei presenti (i gruppi Lega VdA e PCP non hanno partecipato al voto) un disegno di legge che contiene disposizioni in materia di sostegno alle Pro loco per l’organizzazione e lo svolgimento di manifestazioni pubbliche.
Il provvedimento si compone di sette articoli che modificano le leggi regionali n. 6/2001 e n. 1/2020 ed è stato presentato dalla Giunta regionale il 18 settembre scorso. La finalità è quella di fornire alle Pro loco un sostegno economico che consenta loro – a fronte di un incremento dei costi di beni e servizi unitamente ad una maggiore complessità delle procedure – di continuare ad assicurare l’offerta di eventi diffusi sull’intero territorio regionale. Inoltre, è introdotto un contributo, cumulabile con quello per le manifestazioni, per le Pro loco che partecipano alla Fiera di Sant’Orso organizzando i punti di ristorazione “RossoNero”. Sul testo è stato recepito un emendamento tecnico depositato in Aula dall’Assessore al turismo, mentre è stato
A illustrare i contenuti in Aula è stato il consigliere Roberto Rosaire (UV). Nel ricordare che «la nascita della prima Pro loco in Italia risale al 1881 a Pieve Tesino, in Trentino-Alto Adige», il Consigliere ha evidenziato: «Le Pro loco, enti senza scopo di lucro, contribuiscono in modo determinante alla valorizzazione dei territori locali attraverso iniziative di vario genere. In particolare nei piccoli paesi, le manifestazioni delle Pro loco fungono da volano per l’economia locale e sono un’opportunità straordinaria per attirare turisti che, senza queste iniziative, probabilmente non conoscerebbero quei luoghi. Un elemento essenziale del loro successo è rappresentato dal lavoro dei volontari: senza di loro, gran parte delle manifestazioni che arricchiscono la vita delle nostre comunità non potrebbe essere realizzata. Il loro impegno non si limita all’organizzazione degli eventi: essi incarnano il legame tra passato e futuro, trasmettendo le tradizioni alle nuove generazioni e promuovendo il senso di appartenenza alla comunità. Con questo disegno di legge rafforziamo il sostegno a questi enti, che meritano tutto il nostro riconoscimento e ringraziamento per il contributo fondamentale che offrono al mantenimento e alla valorizzazione del nostro patrimonio culturale e sociale.»
Il dibattito in Aula
Il vicecapogruppo di Rassemblement Valdôtain, Dennis Brunod, ha parlato di «un disegno di legge che contiene molti spunti interessanti. Il finanziamento alle Pro loco consentirà di aumentare il numero di eventi sul territorio con ricadute positive sulla promozione turistica, culturale, storica e anche sportiva del nostro territorio. Sarà poi importante sensibilizzare le Pro loco a concertarsi tra loro, in modo da realizzare una pianificazione degli eventi più organica: incentivando il dialogo si potranno creare maggiori sinergie nell’ottica di una proposta di eventi continua e articolata su tutto l’arco dell’anno e non solo nei periodi di maggiore affluenza turistica.»
Il capogruppo di Pour l’Autonomie, Aldo di Marco, ha affermato che «questo disegno di legge permette di superare le difficoltà derivanti dall’aumento dei costi di beni e servizi nonché delle procedure nell’organizzazione di manifestazioni. Le Pro loco danno un fondamentale apporto al turismo valdostano e svolgono una funzione di valorizzazione e promozione della regione attraverso l’organizzazione di tutta una serie di eventi. Il cuore di questa legge sta nella ridefinizione, attraverso regole chiare, delle direttive in materia di contributi alle Pro loco per le spese di organizzazione di eventi, considerando anche i punti di ristorazione “RossoNero” in occasione della Fiera di Sant’Orso. Sostenere le Pro loco, significa sostenere la nostra cultura, il nostro turismo e il nostro territorio in modo da poter esprimere tutte le sue potenzialità e opportunità.»
Il consigliere Corrado Jordan (UV) ha lodato il lavoro «di queste associazioni che si basano sul volontariato e danno un contributo prezioso alla promozione attiva e all’accoglienza turistica contribuendo in maniera significativa all’economia locale. Con l’organizzazione di eventi, sagre e fiere, le Pro loco attirano visitatori, contribuiscono alla promozione e all’accoglienza turistica valorizzando l’indotto, stimolando l’economia locale, coinvolgendo le attività commerciali e incentivando il consumo di prodotti locali. Queste associazioni hanno un ruolo fondamentale anche nella preservazione della cultura locale, delle tradizioni che sono il cuore pulsante della nostra identità. Tutelano il senso di appartenenza alla comunità e sono anche un punto importante di aggregazione collettiva, rafforzando i legami sociali e coinvolgendo i giovani. Cerniera di raccordo e strumento di attuazione delle politiche comunali, queste associazioni sono un elemento centrale il cui operato deve essere consolidato anche attraverso il sostegno economico che viene ampliato e migliorato grazie a questo disegno di legge.»
Il consigliere Claudio Restano (RV) si è chiesto: «Abbiamo fatto tutto ciò che è in nostro potere per sostenere e valorizzare le Pro loco? Forse si potrebbe andare oltre all’ordinario contributo, prevedendo per il futuro un loro coinvolgimento negli aspetti decisionali sul turismo e la promozione della nostra regione, così come già avviene in altre realtà. Sarebbe un modo per gratificarli per il lavoro che svolgono a favore della Valle d’Aosta e renderle protagoniste del futuro.»
L’assessore al turismo, Giulio Grosjacques, ha parlato del «prezioso lavoro che le Pro loco svolgono a fianco dei Comuni in tutti i campi, contribuendo alla buona riuscita delle manifestazioni. Sono associazioni che lavorano per tenere vivi e sostenere soprattutto i piccoli territori. Questo disegno di legge rappresenta un contributo importante al loro lavoro e, nel caso in cui non fosse completo, sarà sicuramente adeguato alle future necessità. La norma è stata condivisa con l’Unpli, l’Unione nazionale delle Pro loco, che raggruppa quasi tutte le associazioni valdostane e presenta alcune novità rilevanti. Infatti, le risorse previste, già a partire dal 2020, oggi possono essere utilizzate per coprire i costi legati ad una serie di attività ulteriori rispetto alla sola messa in sicurezza delle manifestazioni. Questo disegno di legge vuole dare la risposta che le Pro loco si aspettavano da tempo e siamo fiduciosi che rappresenterà uno stimolo per dare nuova linfa alle associazioni che in questo momento sono in difficoltà, contribuendo anche alla nascita di nuovi sodalizi.»
Il capogruppo di Forza Italia, Pierluigi Marquis, ha annunciato il voto favorevole: «Sotto il profilo dell’organizzazione territoriale, le Pro loco costituiscono una spina dorsale per tutte le manifestazioni e una serie di servizi che altrimenti non vedrebbero la luce, soprattutto nei comuni più piccoli. Siamo pertanto favorevoli, nonostante qualche dubbio sul metodo con cui si è arrivati all’approvazione di questo disegno di legge.»
IlcCapogruppo della Lega VdA, Andrea Manfrin, ha evidenziato che «così come già avvenuto per il disegno di legge sui contributi agli enti cooperativi, discusso poco fa in Aula, non parteciperemo al voto così come anche per il prossimo disegno di legge in discussione. La nostra decisione è motivata dal fatto che questo Governo sta operando un continuo e assiduo ricorso ad alcune vie preferenziali che sono riservate solo a certi progetti di legge. Ricordo, a titolo esemplificativo, che abbiamo numerosi progetti di legge che giacciono in Commissione, alcuni dei quali addirittura dal 2022. I testi di legge sulle discriminazioni, sull’osservatorio idrico, sui costi dell’energia elettrica, sulla valorizzazione degli artisti, sul fattore famiglia, sull’invecchiamento attivo, sul suicidio assistito, sullo spopolamento dei comuni di montagna sono solo alcune delle proposte presentate dalla minoranza il cui iter è fermo, mentre le norme volute dal Governo vengono trattate in poco tempo.»
«Con rammarico non votiamo questa legge, pur riconoscendo l’importanza che da sempre le Pro loco hanno nel tessuto della nostra comunità – ha dichiarato la capogruppo di PCP, Erika Guichardaz -. Riteniamo che la fretta con cui questo disegno di legge arriva in Aula sia ingiustificata, perché le Pro loco operano da sempre sul nostro territorio e si conoscono le loro necessità, comprese quelle legate alla presenza dei punti Rosso Neri durante la Foire. Il disegno di legge poteva essere affrontato prima e con un tempo congruo, allo scopo di migliorarlo e renderlo più equo, prevedendo ad esempio aiuti differenziati favorendo le Pro Loco più piccole e per gli adempimenti burocratici molto gravosi, individuando criteri e modalità per l’allocazione delle risorse e per un’azione di rotazione rispetto alla partecipazione delle Pro Loco alla Foire. Rileviamo infine che, ancora una volta, si vanno ad incrementare i trasferimenti con vincolo, ponendo nuove spese a carico della finanza locale.»
Contributi per hockey e rugby
Il Consiglio Valle ha approvato all’unanimità dei presenti (i gruppi di opposizione non hanno partecipato al voto) un disegno di legge per la concessione di contributi, per il triennio 2024-2026, alle associazioni sportive dilettantistiche Hockey Club Aosta Gladiators e Stade Valdôtain Rugby.
Il provvedimento, presentato dalla Giunta regionale il 9 ottobre, si compone di otto articoli che introducono un contributo annuo di 120mila euro per l’Hockey Club Aosta Gladiators e di 80mila euro per lo Stade Valdôtain Rugby a titolo di sostegno per le spese affrontate per la partecipazione ai rispettivi campionati nazionali. Sul testo è stato recepito un emendamento tecnico proposto dall’Assessore allo sport.
Il consigliere Antonino Malacrinò (FP-PD), nell’illustrare l’iniziativa legislativa all’Assemblea, ha evidenziato «gli importanti risultati raggiunti da queste due squadre che sono state promosse, una, nel massimo campionato nazionale – l’Italian Hockey League – e, l’altra, in serie B. Si tratta di due settori in forte espansione: l’Hockey Club Aosta Gladiators conta 150 atleti tesserati e dalla stagione 2021-2022 è presente in tutte le categorie, primeggiando anche nel settore giovanile; lo Stade Valdôtain Rugby ha più di 200 atleti tesserati e si pone l’obiettivo di continuare a crescere dal punto di vista tecnico e per questo ha bisogno di figure professionali in grado di garantire il salto di qualità. Inoltre, l’attività svolta dalle due squadre ai vertici nazionali delle rispettive discipline ha un effetto positivo anche sull’immagine turistica della Valle d’Aosta: si rende dunque opportuno supportare le due società con un adeguato contributo finanziario, riservandosi il diritto di utilizzarne, a fini pubblicitari, l’immagine sportiva. A tale scopo verrà apposto il marchio e il logo di promozione turistica della Regione sull’abbigliamento indossato dai rispettivi atleti e su tutti i vari supporti utilizzati.»
Il dibattito in Aula
Il consigliere di Forza Italia Mauro Baccega ha detto: «Siamo ben lieti che le squadre che portano in giro per l’Italia l’immagine della Valle d’Aosta possano avere un contributo regionale, ma avremmo avuto piacere che ci fosse una valutazione più ampia rispetto anche ad altre squadre di altri settori, come il calcio a 5, che sono nel ranking nazionale. Per il 2025, chiediamo un’attenzione a più ampio raggio, almeno alla pari delle due società di Rugby e di Hockey, al fine di sostenere concretamente le società che ne hanno diritto. Ecco perché non voteremo questo provvedimento.»
«Siamo da sempre attenti al mondo dello sport sia per gli effetti sulla salute e sul benessere sia perché è portatore di valori di inclusione sociale – ha dichiarato il capogruppo di Pour l’Autonomie, Aldo Di Marco -. Accogliamo quindi con grande favore questo disegno di legge, auspicando che anche la legge n. 3/2004 in materia di interventi a favore dello sport sia modificata al più presto. Le due società oggetto di contributo non sono soltanto motivo di orgoglio per la Valle d’Aosta ma rappresentano anche un grande veicolo di immagine della nostra regione.»
«Non capiamo l’urgenza di questo provvedimento che non ha permesso alcuna audizione, visto che il passaggio di categoria si conosceva fin dal mese di maggio – ha detto la capogruppo di Progetto Civico Progressista, Erika Guichardaz -. Ci lascia poi costernate l’idea di un’iscrizione fatta grazie ad una “rassicurazione del Governo” riguardo allo stanziamento dei fondi: bene che ci sia la fiducia, ma i finanziamenti vengono votati e approvati in Consiglio regionale. Alla luce poi delle disparità di trattamento delle varie società e dei vari sport emerse dopo il deposito di questa norma, chiediamo all’Assessore di lavorare per definire i criteri da inserire in una futura legge affinché tutti – anche chi non si rivolge all’Assessore – possano beneficiare di contributi a sostegno delle spese per la partecipazione a campionati superiori o per la compartecipazione a spese aggiuntive. Per queste ragioni non partecipiamo al voto.»
L’assessore allo sport, Giulio Grosjacques, ha parlato di «una legge che va a sostenere due tra le squadre regionali di maggior rilievo dal punto di vista sportivo che porteranno con orgoglio il logo-cuore e il marchio turistico Valle d’Aosta in giro per l’Italia, rappresentando la nostra regione e rendendoci, a nostra volta, orgogliosi per gli importanti risultati che sicuramente conseguiranno. L’iscrizione d’urgenza del testo ha consentito alle due società interessate di beneficiare dei contributi anche per il 2024 e di regolarizzare, senza affanni, l’iscrizione ai rispettivi campionati. È importante mantenere le attività sportive e i relativi settori giovanili come ad esempio quello del rugby che ha contribuito in maniera importante a rendere riutilizzabile l’area sportiva dello stadio di Sarre, struttura intorno alla quale gravitano circa 1200 ragazzi: un polo che credo non abbia eguali sul territorio regionale. Con questo intervento normativo abbiamo dato sostegno a due società – una in particolare – che, diversamente, avrebbe corso il rischio di vedere depauperato il proprio patrimonio in termini di giocatori, rischiando di non avere accesso a quel titolo sportivo atteso da oltre 50 anni. Confermiamo il nostro impegno e la nostra attenzione nei confronti di tutte le attività sportive il cui valore è indiscutibile e rilevante: nel corso del mio mandato in qualità di Assessore mi sono sempre confrontato con tutte le associazioni sportive che hanno voluto rappresentarmi le loro istanze cercando di dare, nei termini consentiti dalle normative, il contributo fattivo di questo Governo per lo sviluppo dell’attività sportiva del nostro territorio.»
Celiachia
Il Consiglio ha respinto – con 19 voti di astensione (UV, FP-PD, PlA, SA) e 16 a favore (Lega VdA, RV, FI, PCP) – una proposta di legge in materia di interventi a favore delle persone affette da celiachia.
Il testo, presentato il 16 maggio scorso dal gruppo Lega Vallée d’Aoste, nei suoi tre articoli prevedeva la facoltà di assegnare alle persone affette da celiachia una somma annuale di importo fisso, erogata mensilmente dall’Azienda Usl della Valle d’Aosta, destinata all’acquisto dei prodotti senza glutine.
«L’intervento si inserisce a supporto dell’essenziale terapia della celiachia – ha evidenziato il consigliere Andrea Manfrin (Lega VdA) nell’illustrare l’iniziativa all’Aula -, ma il costo dei prodotti senza glutine è particolarmente elevato: ecco perché, fra gli interventi previsti a sostegno di chi soffre di celiachia è prevista l’erogazione gratuita degli alimenti sostitutivi, per mezzo di buoni somministrati forniti dal Servizio sanitario nazionale per mezzo della Regione. Uno studio effettuato dall’Osservatorio dell’Associazione italiana celiachia evidenzia come non convenga fare la spesa in farmacia: per l’acquisto di un paniere di 12 prodotti senza glutine scelti tra quelli più venduti e abitualmente consumati da chi è celiaco, la differenza tra supermercati e farmacia è di circa 20 euro. Il valore del buono che viene concesso è quindi pesantemente minacciato dal sovrapprezzo che un acquisto vincolato impone, al quale si aggiunge la difficoltà ad approvvigionarsi perché nella nostra regione gli esercizi convenzionati, diversi dalle farmacie, ad oggi sono solo due, di cui uno ad Aosta e l’altro a Donnas. Ricordo peraltro che il Cpel ha dato parere positivo sulla nostra proposta, così come questa procedura è già stata adottata dalla Provincia autonoma di Trento, fin dal 2011, e consente di acquistare i prodotti presenti nel Registro nazionale del Ministero della salute in tutta Italia, presso i negozi specializzati, nei supermercati e nelle farmacie, pubbliche e private, anche sui siti di acquisti online.»
Il dibattito in Aula
Annunciando il voto favorevole del gruppo, il consigliere di Forza Italia Christian Ganis ha sottolineato: «La normativa sulla celiachia è in continua evoluzione e il gruppo Lega ha presentato questa proposta di legge di grande rilevanza, poiché mira a semplificare l’accesso ai prodotti senza glutine e a garantire una maggiore libertà di scelta. Il punto chiave della proposta riguarda l’erogazione diretta dei fondi che permetterebbe ai celiaci di acquistare in qualsiasi negozio e non solo nelle farmacie convenzionate, ampliando la scelta e, quindi, dando loro una maggiore autonomia e flessibilità nella gestione della dieta. Inoltre, l’erogazione diretta dei fondi contribuirebbe alla semplificazione delle procedure burocratiche che incombono sui soggetti. Questa norma vuole dare maggiore attenzione e centralità a una categoria di persone che spesso si sentono trascurate, consentendo loro una migliore gestione della patologia e, conseguentemente, della qualità della vita.»
«Nella Provincia di Trento, in Basilicata e ora anche in Sardegna è prevista la possibilità di acquistare i prodotti senza glutine non solo in farmacie ed esercizi convenzionati ma anche nella grande distribuzione, con modalità diverse – ha ricordato la consigliera del gruppo PCP Chiara Minelli -. Appare quindi una via percorribile e la proposta di legge in discussione può essere realizzabile. Si poteva apportare, eventualmente, qualche modifica, tramite emendamenti da parte del Governo. Pur mantenendo alcune perplessità sulle modalità di rendicontazione delle spese e sui controlli, che comunque potrebbero teoricamente essere stabilite da specifiche disposizioni, voteremo a favore del testo presentato.»
L’assessore alla sanità, Carlo Marzi, ha replicato che «le disposizioni in materia di celiachia non sono stabilite a livello regionale ma sono definite da specifico decreto ministeriale in vigore dal 2001 e modificato nel 2016 e 2018. Questo prevede che sia l’Usl a rilasciare buoni di credito, secondo criteri fissati a livello statale, per l’acquisto di prodotti privi di glutine a carico del Servizio sanitario, stabilendo i prodotti rimborsabili e che questi siano erogati direttamente dai centri di cura, dalle farmacie e dagli esercizi convenzionati. La proposta di legge presenta pertanto un’incompatibilità normativa nella modalità di erogazione dei prodotti, così come evidenziato anche dal Direttore della struttura semplice farmacia territoriale dell’Usl. Per l’Usl, un modello di rimborso basato sulla rendicontazione dei giustificativi cartacei delle spese sostenute dagli assistiti sarebbe anacronistico e ingestibile, sia perché non si potrebbe monitorare efficacemente la congruità delle forniture e la loro qualità sia per la mole ingestibile di controlli manuali. Ad oggi l’impegno sul tema celiachia da parte dell’Assessorato e dell’Azienda è continuo e collaborativo e si è definito con la creazione nel 2023 del Tavolo tecnico interistituzionale sulla celiachia, che è il luogo preposto per ascoltarsi e migliorare. L’argomento è al centro dell’attenzione da parte del Tavolo coordinato dal Dipartimento sanità e salute, al quale partecipa attivamente anche l’Associazione celiachia. Sul tema abbiamo importanti novità volte alla digitalizzazione dell’attuale modello di gestione e, quindi, all’apertura della collaborazione con la grande distribuzione. In tal senso, considerati gli approfondimenti svolti e le azioni già in corso, con l’obiettivo di migliorare le risposte agli assistiti, sia all’insegna della semplificazione burocratica sia a garanzia della qualità dei prodotti privi di glutine, abbiamo ritenuto di astenerci su questo testo di legge.»
Il commento della Lega
In una nota, la Lega Vallée d’Aoste ha ulteriormente commentato: «Spiace che il Governo regionale non abbia compreso l’importanza e la necessità della nostra proposta. Oggi i buoni vengono spesi soltanto in pochi negozi in cui i prezzi sono inevitabilmente alti. Se l’importo venisse versato sul conto corrente il buono sarebbe spendibile ovunque con costi inferiori.
Stupisce peraltro la presa di posizione del Governo regionale anche alla luce del parere positivo del Consiglio Permanente degli Enti Locali, ovvero le amministrazioni più vicine ai cittadini valutano positivamente la legge. È di tutta evidenza che si è preferito bocciare la proposta perché proveniente dall’opposizione. A rimetterci, come sempre, saranno i cittadini affetti da celiachia, che perdono il 20% del loro potere d’acquisto per beghe politiche di cui non hanno colpa e per l’ignavia di chi, governando, preferisce impoverire la famiglie, piuttosto che accettare le proposte provenienti dall’opposizione».
Interrogazioni a risposta immediata
Ripristino autostrada Ivrea-Santhià
Il gruppo Rassemblement Valdôtain ha voluto avere aggiornamenti sul ripristino della completa percorribilità della tratta Albiano d’Ivrea/Santhia.
Nell’interrogazione a risposta immediata, il capogruppo Stefano Aggravi ha evidenziato una serie di «segnalazioni sui rallentamenti e ulteriori deviazioni verificatesi nel corso dell’ultimo fine settimana a causa di un incidente in corrispondenza della “strozzatura” all’ingresso del raccordo A4-A5 verso la Valle d’Aosta in provenienza da Milano. Visto che il Presidente della Regione, in occasione di un’altra nostra iniziativa, aveva rappresentato l’ipotesi di una soluzione, oggi vogliamo fare il punto anche in vista della prossima stagione invernale.»
«Il 18 settembre scorso, avevo dato notizia che Ativa aveva individuato una soluzione tecnica in grado di spostare temporaneamente il traffico autostradale su un by-pass, ripristinando il collegamento autostradale diretto con la Valle d’Aosta in tempi contenuti– ha ricordato il presidente della Regione, Renzo Testolin -. Avevo anche comunicato che la Società aveva chiesto al Ministero dei trasporti e a quello dell’ambiente le autorizzazioni del caso, ritenendo che non fosse necessario avviare una specifica procedura di Valutazione di impatto ambientale. Il 30 ottobre scorso Ativa ha comunicato alla Regione Piemonte e a noi che la Direzione generale valutazioni ambientali del Ministero dell’ambiente ha invece ritenuto che la Società debba presentare un’istanza di verifica di assoggettabilità a Via ai sensi del Testo unico in materia di ambiente. Nell’evidenziare come questa determinazione potrebbe comportare un ulteriore allungamento delle tempistiche previste, vanificando l’obiettivo di realizzare la deviazione provvisoria entro la riapertura del Traforo del Monte Bianco, Ativa ci ha anche informalmente comunicato in mattinata che andrà con il suo Amministratore delegato a Roma nella giornata di domani per ribadire la sua posizione presso gli uffici deputati per sostenere la proposta di by-pass, che, peraltro, aveva già ottenuto un parere favorevole del Ministero dei trasporti. Rimaniamo in attesa di questo incontro per avere indicazioni più precise sulla questione e valutare eventuali iniziative.»
«Un problema davvero assurdo – ha replicato il capogruppo Aggravi -. Chiedo a chi ha la possibilità di intervenire nei confronti di Ministri e Ministeri che si adoperi per risolvere questa situazione allucinante. Sarebbe il caso di evitare quei grandi proclami a cui assistiamo puntualmente in occasione dell’approvazione di leggi o di altri atti a Roma e darsi invece da fare per risolvere problemi concreti e gravi come questo.»
Struttura neuropsichiatria infantile
Con un’interrogazione a risposta immediata presentata dal gruppo Lega Vallée d’Aoste, è stata portata all’attenzione dell’Aula un’attività organizzata dalla Struttura neuropsichiatria infantile.
«Alcuni psichiatri hanno proposto ad un gruppo di minori in carico alla Struttura di neuropsichiatria infantile di partecipare al Gay pride, senza che vari genitori ne fossero informati – ha riferito il capogruppo Andrea Manfrin -. Interroghiamo il Governo per sapere se la Struttura dell’Ausl condivida l’attività proposta e se sia intenzionata a chiedere le dovute spiegazioni sia sull’individuazione di questa attività tra quelle da proporre a minori con disabilità, sia sulla mancata preventiva autorizzazione dei genitori.»
«L’Azienda Usl ha informato che alla manifestazione ha di fatto partecipato una sola ragazza seguita dal servizio dell’Azienda: la ragazza stessa ha chiesto di partecipare e ha ottenuto l’approvazione dei genitori – ha risposto l’assessore alla sanità, Carlo Marzi -. La partecipazione è stata valutata dagli educatori con il coinvolgimento dei genitori, in linea con il supporto psicoeducativo proposto dal servizio di educativa territoriale. Alcuni minori che soffrono di problematiche neuropsichiche seguono percorsi di educativa territoriale su progetti terapeutici individualizzati. In generale, le attività educative sul territorio che prevedono la partecipazione dei minori nascono in gran parte da proposte dei ragazzi stessi e sono concordate con i genitori. L’obiettivo è di poterli supportare nelle esperienze di consapevolezza e crescita e nell’affrontare tematiche importanti, in senso critico e responsabile.»
Il capogruppo Manfrin ha replicato: «La partecipazione di una sola ragazza si è verificata quando i genitori si sono resi conto di quanto stava succedendo: infatti, il gruppo doveva essere inizialmente di sette/otto ragazzi, ma quando le famiglie, che non erano state interpellate, si sono rese conto delle attività proposte hanno protestato con veemenza. Le famiglie hanno il sacrosanto diritto di educare i figli come ritengono più opportuno così come si deve chiedere il permesso ai genitori di poter portare i propri figli ad una manifestazione di quel tipo, evidentemente politica: mi auguro che un fatto di questa gravità non accada mai più.»
Controlli di qualità sulle analisi dei laboratori
Con un’interrogazione a risposta immediata, il gruppo Progetto Civico Progressista ha voluto sapere quali controlli di qualità vengono eseguiti sulle analisi effettuate nei laboratori.
La capogruppo Erika Guichardaz ha ricordato le notizie emerse a fine ottobre riguardanti «il problema nel software dell’Usl che ha invertito i risultati dei test di gravidanza nel laboratorio di analisi cliniche dell’ospedale Parini. Così, le donne in stato interessante non risultavano incinte, e viceversa. La direttrice della Struttura complessa ha riferito che le utenti coinvolte erano 11 e che erano state avvisate prontamente e che, pertanto, nessuna conseguenza si era verificata a seguito di questo episodio. Anche il direttore sanitario dell’Usl si è detto sollevato dal fatto di non avere avuto conseguenze importanti sulle donne: noi riteniamo, invece, che le ricadute emotive e psicologiche rispetto alle aspettative all’esito di tale test non possano essere considerate senza conseguenze e per questo, vorremmo conoscere i controlli effettuati.»
«Si è trattato di un’anomalia tecnica creatasi a inizio ottobre nell’ambito del software del laboratorio analisi – ha chiarito l’assessore alla sanità, Carlo Marzi -. L’Azienda Usl dispone di un sistema di controllo interno ed esterno per l’intercettazione precoce dei possibili errori e tutte le verifiche effettuate hanno dato esito positivo. La Struttura complessa medicina di laboratorio è accreditata a livello regionale e attua la norma Uni En Iso 15189 integrata dai documenti della Joint Commission International standard for Clinical Laboratory e della Clinical patology accreditation standard. L’accreditamento soddisfa tutti i requisiti richiesti che sono declinati in 8 criteri, 28 requisiti e 123 evidenze, tutti verificati dall’Ota, l’organismo terzo tecnicamente accreditante. I controlli di qualità comprendono sia i controlli interni che i controlli di valutazione esterna. Il Sistema di gestione di qualità interno della Medicina di laboratorio prevede un referente della qualità e rischio clinico e uno staff costituito dai referenti di ciascuna area del laboratorio. I controlli di qualità interni di terza parte – quelli non eseguiti e non prodotti dalla ditta fornitrice – vengono gestiti con una procedura specifica (Iop 14 Cqi). I sistemi di controllo qualità sono parte integrante dei capitolati di gara attraverso i quali le aziende sanitarie acquistano la tecnologia da utilizzare, inclusa quella informatica, con parametri dei controlli di qualità che vengono testati su più livelli di concentrazione. Con questo sistema, nulla è discrezionale, saltuario, occasionale o operatore-dipendente. Inoltre, l’attuale normativa stabilisce ai laboratori di aderire ai controlli di qualità previsti attraverso la valutazione esterna di qualità, un programma di verifica che prevede un ente di controllo esterno al laboratorio che, in Valle d’Aosta, è effettuata annualmente dal Centro regionale di riferimento sicurezza e qualità dall’azienda ospedaliero universitaria Careggi di Firenze. I report di questo ente vengono ulteriormente verificati da una Commissione tecnica per l’organizzazione, gestione, coordinamento e raccolta dei risultati dei controlli di qualità sui laboratori di analisi cliniche che è rinnovata ogni 3 anni ed è composta da cinque componenti facenti parte delle associazioni dei settori di microbiologia; biochimica e biologia molecolare; patologia clinica; immunoematologia; coagulazione. Per l’anno 2023, la valutazione esterna di qualità sul laboratorio del Parini si è conclusa lo scorso 14 ottobre 2024 con i giudizi positivi espressi da tutti i cinque componenti della Commissione.»
«Alla luce di tutte queste procedure di controllo ci chiediamo ancora di più come sia stato possibile commettere un errore del genere e, anche dalla sua risposta, non abbiamo compreso se sia stato possibile risalire alla causa dell’errore – ha osservato la capogruppo Guichardaz -. Ciò detto, riteniamo che sarebbe stato importante da parte dell’Ausl chiedere scusa a chi ha subito il danno, anziché minimizzare la portata di un errore così madornale.»
L’ultima interrogazione a risposta immediata era del gruppo Lega Vallée d’Aoste, che ha chiesto approfondimenti sull’aggressione per motivi politici presso la Cittadella dei giovani di Aosta.
Interrogazioni
Nascita di una nuova aggregazione politica
La nascita di una nuova coalizione politica regionale per le prossime elezioni e le eventuali ripercussioni sull’attuale formazione del Governo sono state al centro di due iniziative ispettive trattate congiuntamente, di cui una del gruppo Forza Italia e l’altra dal gruppo Lega Vallée d’Aoste.
«Abbiamo appreso della volontà di alcune forze politiche presenti in Consiglio regionale e nel Consiglio comunale di Aosta di aprire un “cantiere politico” – ha evidenziato il vicecapogruppo di FI, Mauro Baccega -. Viste le dichiarazioni del Presidente della Regione, che ha parlato di inopportunità di questa iniziativa che annovera forze presenti nell’attuale maggioranza regionale (Stella Alpina e Pour l’Autonomie) e forze di opposizione (Rassemblement Valdôtain), e considerato che il Partito Democratico ha richiesto una verifica di maggioranza, noi crediamo che ci sia bisogno di fare chiarezza prima della discussione del bilancio di previsione nella nostra Assemblea, che deve essere il centro della politica valdostana.»
Il vicecapogruppo della Lega VdA, Erik Lavy, ha voluto sapere se il Ppesidente Testolin sia stato informato preventivamente di questa alleanza dai suoi componenti e quali sarebbero le ripercussioni sul Governo in carica vista la realizzazione di questa stretta collaborazione di forze politiche.
«Non credo che ci siano grosse verifiche politiche o situazioni da analizzare quando una maggioranza trova una convergenza e una comunità d’intenti sul bilancio, che è l’atto politico per eccellenza e che abbiamo depositato in Consiglio – ha commentato il presidente della Regione, Renzo Testolin -. Per il resto non ho parlato di inopportunità, bensì di prematurità di un percorso: i percorsi sono tutti possibili ma sovente le tempistiche di attivazione hanno una importanza capitale. Rimangono comunque dinamiche da analizzare all’interno dei movimenti politici. Se, invece, si dovessero verificare delle situazioni di imbarazzo amministrativo per la prosecuzione del programma di governo che abbiamo sottoscritto, allora si faranno ulteriori valutazioni. Il bilancio sarà un documento che darà il polso della situazione in merito agli intendimenti della maggioranza regionale e l’univocità di direzione che dovrà esserci per portare a termine gli impegni assunti nei confronti della popolazione.
In merito alla conoscenza sull’avvio del nuovo soggetto politico posso dire che non ci sono state interlocuzioni preventive se non una comunicazione qualche attimo prima dell’uscita del comunicato stampa, tuttavia sono scelte, decisioni e responsabilità che rimangono in capo a chi le assume. Come ho già detto è onere dei movimenti il vaglio dei percorsi politici futuri, mentre rimane al Governo e alla maggioranza chiudere con chiarezza e coerenza il percorso delle scelte politico-amministrative che ci aspettano in Consiglio da qui alla fine della Legislatura.»
«Quindi secondo il Presidente non ci sono problemi politici e possiamo affrontare il bilancio serenamente? – ha replicato il consigliere Baccega -. L’accordo “delle patate e delle saucisses e bodeun” è un accordo dove vediamo un piede in due scarpe: chi è all’opposizione trova spazio nella maggioranza progressista o chi è in maggioranza darà le dimissioni da Assessore? Qui ci sono tutti i presupposti per andare a votare prima della scadenza.»
Il vicecapogruppo della Lega VdA, Erik Lavy, ha aggiunto: «Questa operazione politica sembra una gestazione per altri perché ha essenzialmente due padri, Bruno Milanesio e lo stesso presidente Testolin. Un accordo che fa acqua da tutte le parti, come la nuova Università. Questo accordo è una vera e propria mozione di sfiducia nei confronti del presidente Testolin, forse anche in virtù di alcuni suoi atteggiamenti troppo accentratori e anche arroganti. Ma rimane un dubbio: il presidente ha veramente ostacolato questa operazione? Infatti, ora avrà un pretesto per andare finalmente ad elezioni anticipate al fine di fare di nuovo il presidente nella prossima Legislatura. Questa operazione politica sembra addirittura peggiore dei voti che gli sono mancati in occasione della sua prima elezione a presidente della Regione a febbraio 2023. Deve riflettere profondamente.»
Avvicinamento dei bambini alla montagna
Il gruppo Rassemblement Valdôtain ha presentato un’interrogazione riguardante l’avvicinamento dei bambini alla montagna.
«Abbiamo appreso da notizie stampa dell’esistenza di un progetto sperimentale di avvicinamento degli alunni delle scuole elementari alla montagna – ha affermato il vicecapogruppo Dennis Brunod -. Vorremmo quindi sapere quali sono le modalità e i dettagli di questo intervento che dovrebbe partire durante la prossima primavera; quale l’entità dei finanziamenti previsti; con quali criteri saranno individuate le classi che faranno parte di tale progetto sperimentale.»
«La Sovraintendenza agli studi intende proporre, a partire dall’anno scolastico in corso, un progetto intitolato “Montagne à l’école”, per approfondire la conoscenza geografica e ambientale del territorio attraverso attività ludico-motorie e sportive, in diverse stagioni dell’anno – ha riferito l’assessore al sistema educativo, Jean-Pierre Guichardaz -. Il progetto si rivolge ai bambini delle classi quinte della scuola primaria e, nel 2025-2026, anche a quelli del primo anno della secondaria di primo grado. L’avvicinamento dei bambini alla montagna è importante per promuovere un’attività fisica completa, volta a migliorare anche il benessere psicologico. Un giusto approccio alla montagna, a partire dai preparativi all’esecuzione dell’escursione, dallo zaino, all’abbigliamento e all’attrezzatura, fino ad imparare a rispettare l’ambiente (flora e fauna), è fondamentale affinché i giovani di oggi conoscano meglio il mondo che li circonda e possano fruirne in modo più consapevole. In collaborazione con le guide alpine, sono stati proposti vari programmi: “La montagna attorno a noi”, incentrato sulla cultura e sull’escursionismo; “La montagna verticale”, che riguarda l’arrampicata sportiva; “Immersione natura” rivolto alla scuola secondaria di primo grado a partire dall’anno scolastico 2025-2026, incentrato su cultura e attività outdoor. Il progetto, dal carattere inclusivo, coinvolge tutti i bambini, anche quelli con disabilità motorie, grazie all’intervento di guide alpine specializzate in aggiunta a quelle già previste nei singoli programmi.
Il costo del progetto gruppo classe è di 1650 euro più Iva, comprensivo di costo base giornata Guida per la parte teorica e pratica, spese vive delle guide alpine (trasporto/pasti, ecc) e attrezzatura necessaria per svolgere il programma. L’Amministrazione ha stanziato 20mila euro sul 2025 per la sperimentazione del progetto e, trattandosi di un progetto sperimentale, si partirà con tre Istituzioni scolastiche, individuate secondo la territorialità (media e bassa Valle, Aosta e comuni viciniori, alta Valle) e il numero di progettualità già avviate dall’Istituzione scolastica, secondo un principio di rotazione.»
Il vicecapogruppo Brunod ha evidenziato «la necessità di avvicinarsi correttamente alla montagna attraverso le giuste pratiche. Le iniziative rivolte ai giovani sono centrali perché consentono un cambio di atteggiamento nei confronti di questo elemento di primaria importanza per il nostro territorio. Nel contempo, ci auguriamo che il progetto sperimentale non si riveli un’iniziativa fine a sé stessa, ma che possa trasformarsi in un’attività strutturata di sensibilizzazione dei giovani su come affrontare la montagna anche dal punto di vista pratico. Speriamo che negli anni vengano aumentate le risorse a disposizione al fine di consentire a un numero sempre maggiore di ragazzi di fruire e di imparare la montagna, trasmettendo loro anche quel concetto di auto responsabilità che è essenziale per chi vive questo ambiente.»
Bus sostitutivi del servizio ferroviario
La soppressione di alcune corse Aosta/Ivrea effettuate con i pullman sostitutivi del servizio ferroviario è stata al centro di un’interrogazione del gruppo Lega Vallée d’Aoste.
«Sono molte le segnalazioni di disservizi ricevute – ha affermato il capogruppo Andrea Manfrin -. Innanzitutto si lamenta l’eccessivo tempo di percorrenza, che da Aosta a Ivrea è di un’ora e mezza circa. In più occasioni, poi, i bus sostitutivi non effettuano il servizio previsto, calendarizzato e pubblicizzato. Il 16 settembre scorso, ad esempio, è stata soppressa la corsa per Aosta, via autostrada da Ivrea a Pont-Saint-Martin, obbligando i passeggeri a riversarsi sulle altre due corse con fermata in ogni comune. L’Assessore è a conoscenza di quanto segnalato? I gestori delle corse sostitutive informano l’Assessorato delle soppressioni delle corse? E ancora: sono state pagate corse sostitutive nonostante la non erogazione del servizio?»
L’assessore ai trasporti, Luigi Bertschy, ha risposto che «ci sono differenti tempi di percorrenza Ivrea-Aosta, i diretti impiegano anche meno di un’ora, quelli che devono dare servizio a tutte le stazioni circa 1:40. La differenza è data dal fatto che il servizio sostitutivo deve per sua natura cercare di dare una risposta a tutti gli utenti sul territorio. A noi non risultano segnalazioni di autobus che non abbiano effettuato concretamente il servizio: abbiamo prorogato le scorte proprio per dare continuità alle corse in tutte le stagioni. Così come non abbiamo ricevuto segnalazioni di una corsa soppressa il 16 settembre, ma è proprio in questa data che è entrato in vigore l’orario invernale e che presenta alcune differenze rispetto a quello estivo. Rispetto comunque a questa sua iniziativa, prendo l’impegno di fare un’ulteriore verifica. L’interlocutore della Regione è Trenitalia, che ha affidato a Busitalia il servizio e che ci informa attraverso la sala operativa se vi sono delle soppressioni di corse. La Regione ha del personale dedicato ai controlli, che vengono effettuati a campione e quanto più capillarmente possibile sulle corse più critiche. Sulla base del contratto di servizio, la Regione liquida i corrispettivi a Trenitalia alla fine di ogni trimestre sulla base del servizio programmato: tutte le corse sono oggetto di un controllo e se dovessero esserci dei problemi questi vengono evidenziati nella relazione trimestrale, sulla base della quale si fanno i pagamenti.»
«In realtà a noi è stato segnalato che vi sono state delle soppressioni di corse – ha replicato il capogruppo Manfrin -. Ci sono delle criticità che dalla risposta dell’Assessore non vengono comunicate agli uffici: a questo punto le dettaglieremo con i tempi e gli orari. Ci sono delle incongruenze che vanno approfondite, soprattutto rispetto al numero di bus sostitutivi: gli forniremo tutta la documentazione.»
Progetto funiviario Pila-Cuis
Il progetto funiviario Pila/Couis è stato al centro di un’interpellanza del gruppo Rassemblement Valdôtain.
«Il Governo ha convintamente affermato la sua volontà ad applicare le linee del Quadro strategico regionale e la Strategia di sviluppo sostenibile di Agenda 2030 – ha ricordato il consigliere Diego Lucianaz -. Tuttavia, l’impatto visivo dell’edificazione del rifugio – la cosiddetta Couis Star o Estrela do Couis – rende poco coerente questa struttura con i principi di ecosostenibilità e di tutela del delicatissimo ambiente alpino altrettanto convintamente sbandierati dalla Giunta. Chiediamo quindi di conoscere: lo stato della progettazione e dei lavori relativi alla ipotizzata Stella del Couis; se è stata prevista la realizzazione di uno studio per individuare la migliore configurazione per la gestione del rifugio (affidamento a terzi, gestione in proprio, o altro); tempistiche e costi dell’intera operazione funiviaria Pila/Couis comprensiva degli impianti di innevamento, adduzione acqua e carburante, impianti ad energia rinnovabile, realizzazione rifugio.»
L’assessore ai trasporti, Luigi Bertschy, ha riferito che «la progettazione esecutiva è stata approvata dal Consiglio di amministrazione della società Pila a giugno scorso e, durante l’estate, è stato possibile dare corso all’esecuzione del bar ristorante panoramico e a quella del secondo tronco dell’impianto funiviario. Allo stato attuale risultano ultimate tutte le strutture in cemento armato, quelle in carpenteria metallica e una parte degli impianti civili del bar ristorante e sono in corso di realizzazione la copertura e la posa dei serramenti esterni di tamponamento, mentre il completamento delle opere con l’ottimizzazione degli impianti civili e le finiture è previsto per la prossima estate. Lo studio per individuare la migliore configurazione gestionale del rifugio è stato affidato a un professionista esperto in materia e prevede un piano economico finanziario relativo al punto ristoro nel quale vengono sintetizzati i riflessi patrimoniali, finanziari, economici derivanti dall’attuazione dell’investimento della relativa gestione. Il cronoprogramma dei lavori prevede l’ultimazione delle opere nel corso della prossima estate con la realizzazione del primo tronco dell’impianto, del centro servizi previsto in corrispondenza della stazione di partenza e il completamento del bar ristorante in tempo utile per l’inizio della stagione invernale 2025-2026. Gli interventi di adeguamento delle piste, comprensivi della realizzazione dei sistemi di protezione para valanghe e anticaduta e dell’impianto di innevamento programmato, sono stati pressoché ultimati a eccezione di alcuni tratti della linea dell’impianto di innevamento interferenti che saranno realizzati nel corso della prossima estate. Il costo complessivo dell’opera, comprensivo del bar ristorante, delle opere accessorie (adeguamento piste, impianti di innevamento, sistemi di protezione, ecc) è superiore ai 60 milioni di euro ed è distribuito attraverso finanziamenti diretti della Pila, autofinanziamento e utilizzo di contributi a valere sulla legge regionale n. 8/2004. Sicuramente, prima delle feste natalizie sarà attivato il secondo troncone dell’impianto che collega il Couis 1 e sarà possibile utilizzare una parte dell’impianto già a partire da quest’anno. L’obiettivo della società è di accelerare le operazioni e completare i collaudi anche prima delle festività natalizie.»
«A febbraio 2024, l’Assessore ci aveva dato delle informazioni sulla situazione di quest’opera, impegnandosi a fornirci un dettaglio dello studio e del progetto di fattibilità – ha ricordato il consigliere Lucianaz -. Aspettavamo parecchie informazioni ma non le abbiamo mai ottenute e oggi ci ritroviamo con una struttura già realizzata! Abbiamo atteso vanamente l’Assessore anche in Commissione e gradiremmo almeno ricevere qualche dettaglio in più sul Couis 1. Apprendiamo che prima delle festività sarà già in funzione il secondo tronco funiviario: è sicuramente una buona notizia, ma sulla struttura Stella del Couis permangono parecchie perplessità. Il Presidente Testolin e l’Assessore Sapinet continuano a ricordarci che c’è un drammatico cambiamento climatico con condizioni estreme che richiedono un modo diverso di gestire la montagna e il territorio e poi però si realizza una struttura che sarò curioso di vedere come resisterà all’impatto meteorologico della Platta di Grivon, in una zona veramente battuta dalle intemperie. Che dire… non ci resta che sperare nel sole!»
Messa in sicurezza SS26
La messa in sicurezza della strada statale n. 26 tra l’uscita dell’autostrada a Quart e l’ingresso della città di Aosta è stata portata all’attenzione del Consiglio con un’interrogazione del gruppo Forza Italia.
«Come abbiamo segnalato molte volte in questi ultimi anni, è prioritario intervenire su questo tratto di Statale che è interessato dalla presenza di numerosi insediamenti commerciali, sanitari e di servizi che si stanno implementando in questa zona – ha affermato il consigliere Mauro Baccega -. Risulterebbe che a metà ottobre scorso si sia tenuto un incontro con Anas e vorremmo conoscerne gli esiti e sapere anche quando sarà inoltrato ai Consiglieri regionali il Focus Anas Valle d’Aosta con le relative tabelle degli interventi che riassumono le opere programmate, quelle da finanziare e quelle già finanziate; se sarà coinvolta la Commissione competente per un esame approfondito degli interventi; se è stata data indicazione ad Anas del livello di urgenza che riveste l’intervento sulla Statale 26 tra Quart e Aosta.»
L’assessore ai lavori pubblici, Davide Sapinet, ha confermato che «lo scorso 18 ottobre si è svolto un incontro con i responsabili di Anas durante il quale è stato nuovamente trattato il tema della messa in sicurezza del tratto di strada statale 26 nei comuni di Quart e Saint-Christophe. È stata l’occasione per condividere alcune soluzioni progettuali proposte dai tecnici Anas e per evidenziare come la messa in sicurezza del tratto in questione rivesta carattere di priorità per questa Amministrazione. Anas ha peraltro recentemente confermato che l’intervento richiede un investimento complessivo pari a 35,65 milioni di euro ed è attualmente incluso nel Contratto di programma Anas-Mit 2021-2025. Ribadisco, peraltro, anche di aver anticipato ad Anas l’opportunità che, dopo la condivisione e l’approvazione della progettazione generale dell’intervento, possa essere data priorità ad alcuni stralci funzionali di maggiore urgenza: tra questi, ad esempio, le rotatorie previste in corrispondenza degli impianti semaforici dell’aeroporto e dello svincolo autostradale.
Anas sta portando avanti un’importante opera di manutenzione delle strade statali presenti sul territorio valdostano, nell’ottica di garantire sempre più un’agevole e sicura percorrenza delle stesse. Anas e Regione, al fine di limitare sempre più le situazioni di disagio, stanno fattivamente collaborando, mediante una analisi puntuale degli interventi, delle loro tempistiche e delle possibili soluzioni per diminuire quanto più le possibili criticità. In quest’ottica, si ritiene che Anas possa trasmettere entro i primi mesi dell’anno prossimo un piano che dettagli gli interventi da concludere e dei nuovi interventi da attivare, indicando un cronoprogramma dei lavori e delle eventuali limitazioni alla circolazione. Sarà mia cura coinvolgere la Commissione consiliare sul complesso degli interventi come sul nuovo progetto della messa in sicurezza del tratto di strada statale 26 nei comuni di Quart e Saint-Christophe.»
«Quel tratto di strada è molto pericoloso – ha ribadito il consigliere Baccega -: le due rotatorie vanno bene, ma un minimo di spartitraffico bisogna inserirlo in questo primo intervento prioritario. Aspettiamo fiduciosi di vedere la documentazione in Commissione.»
Verifica dei dispositivi medici
Con un’interrogazione, il gruppo Lega Vallée d’Aoste ha portato l’attenzione dell’Aula sulla verifica post acquisto della qualità dei dispositivi medici.
«Ci sono giunte varie segnalazioni sulla scarsa qualità di alcuni dispositivi medici (articoli sanitari, soprattutto) in uso presso le strutture dell’Ausl – ha specificato il consigliere Paolo Sammaritani -. Chiediamo quale sia stata la spesa media degli ultimi cinque anni per l’acquisto del materiale sanitario di consumo da parte dell’Azienda sanitaria; quale la procedura e quali gli organi coinvolti nel procedimento di scelta e acquisto del materiale in questione; come vengono effettuate le procedure di verifica della qualità del materiale acquistato.»
L’assessore alla sanità, Carlo Marzi, ha riferito che «nel periodo 2019-/23, la spesa media per l’acquisto di materiale sanitario di consumo è stata di circa 8 milioni 900mila euro (8,3 milioni nel 2019; 8,9 milioni nel 2020; 8,4 milioni nel 2021; 8,7 milioni nel 2022; 10,3 milioni nel 2023). Le procedure di acquisto sono disciplinate dal Codice dei contratti e dai Dpcm 24 dicembre 2025 e 11 luglio 2018 che individuano e integrano le categorie merceologiche di beni e di servizi per le quali gli enti del Servizio sanitario nazionale sono tenuti a ricorrere a Consip o alle centrali uniche di committenza. Quindi l’Ausl utilizza procedure codificate di acquisto che interessano trasversalmente tutte le Strutture amministrative e sanitarie. L’azienda sanitaria è strettamente coadiuvata da Inva e da altre centrali di committenza nazionali, tramite l’adesione ad Accordi quadro, modalità contrattuali codificate per l’ottimizzazione degli acquisti. Le strutture titolari delle procedure di acquisto si interfacciano regolarmente con le strutture sanitarie che utilizzano i dispositivi medici acquistati. Ogni situazione di discrepanza tra la qualità del bene acquistato e quello ricevuto viene segnalata alla struttura acquirente. Questo determina l’attivazione di un confronto tra la struttura acquirente e la ditta fornitrice finalizzato alla risoluzione dell’eventuale non conformità del prodotto. Questa fase può determinare, in alcuni casi, anche una sostituzione del prodotto non rispondente alle aspettative con un altro prodotto e, se necessario e previsto dalla normativa contrattuale, anche la sostituzione con un prodotto di un altro fornitore. Le strutture utilizzatrici dei dispositivi medici intrattengono un dialogo costante con i pazienti e le associazioni dei pazienti il cui parere, in quanto diretti utilizzatori dei dispositivi viene tenuto in considerazione per quanto possibile. Inoltre, l’attenzione sulla qualità, funzionalità e sicurezza dei dispositivi medici è anche garantita dall’attività della rete per la dispositivo-vigilanza, che vede impegnati l’Assessorato, l’Ausl e i referenti competenti del Ministero della salute in continue interlocuzioni, confronti e scambi di informazioni, sempre a tutela dei pazienti e a garanzia delle cure.»
«Gli acquisti in ambito sanitario rappresentano un tema articolato che comporta una spesa davvero rilevante per la comunità – ha osservato il consigliere Sammaritani –. Il problema sostanziale è quello del controllo post acquisto che dovrebbe rilevare le eventuali criticità e non ci pare che ci sia un’interazione così immediata come quella descritta dall’Assessore. Non credo che sia così facile interfacciarsi con le ditte fornitrici se, ad esempio, sono di Taiwan, così come è successo in alcuni casi e i prodotti forniti non erano proprio della qualità promessa. Credo ci siano dei margini per migliorare questa procedura.»
Le altre interrogazioni di Forza Italia erano su: progetto di ristrutturazione e di destinazione dell’edificio Arcate del Plot ad Aosta; ultimazione dei lavori al Palaindoor; esiti della gara per la vendita di quindici unità immobiliari nel complesso Villette ex impiegati Cogne di Aosta.
Le altre interrogazioni di Lega Vallée d’Aoste erano su: sicurezza sul tratto della strada regionale n. 20 nel comune di Gressan; motivazioni della revoca del divieto di accesso alle biciclette in alcune aree di pertinenza dell’ospedale Parini; azioni per rendere fruibili i posti auto per disabili nella sede Usl di via Guido Rey ad Aosta; valutazioni tecniche preventive rispetto alla modifica della dotazione organica dell’Azienda JB Festaz; notizie sul bonus elettrico per gravi condizioni di salute.
Le interrogazioni di Progetto Civico Progressista sono su: responsabilità in capo al Direttore dei lavori a seguito di episodi di infiltrazioni d’acqua nella nuova sede dell’Università della Valle d’Aosta; determinazioni assunte sulla Maison du Val d’Aoste di Parigi; iniziative per evitare la chiusura del traforo del Gran San Bernardo; informazioni sulla Commissione paritetica e sullo schema di norma di attuazione sulle concessioni di derivazione d’acqua; informazioni sugli stanziamenti approvati per gli eventi alluvionali del 29 giugno scorso; notizie sui componenti del tavolo tecnico di coordinamento per lo sviluppo delle Comunità energetiche rinnovabili; cronoprogramma dei lavori di elettrificazione della tratta ferroviaria Ivrea/Aosta; garanzie per il mantenimento occupazionale negli stabilimenti Eltek e Itw Fusion di Hône; misure per la tutela degli operatori sanitari da episodi di violenza da parte di utenti; norme per il contrasto alle discriminazioni sull’identità di genere e sull’orientamento sessuale.
Le altre interrogazioni di Rassemblement valdôtain erano su: posizione della maggioranza rispetto ai temi evidenziati dal movimento Fridays for future; dernières nouvelles concernant le mystère de l’actuelle localisation du corps de Corrado Gex; chiarimenti sull’affido di un servizio relativo allo sviluppo dell’immagine della Casa da gioco di Saint-Vincent; aggiornamenti sulla proroga della concessione relativa al tunnel del Gran San Bernardo e alla problematica della transitabilità del tratto autostradale Ivrea/Santhià; azioni per il miglioramento della comunicazione nei confronti del Ministero della salute e della popolazione sui dati della sanità regionale; disponibilità di medici di medicina generale nella Valtournenche; procedura di conciliazione promossa dai sindacati presso la casa di riposo JB Festaz; informazioni sulle nuove assunzioni e cessazioni dal lavoro della dirigenza sanitaria non medica e delle professioni sanitarie.
Interpellanze
Direttore generale Finaosta
Le modalità utilizzate per la scelta del nuovo direttore generale di Finaosta sono state al centro di un’interpellanza posta dal gruppo Rassemblement Valdôtain.
«Il dirigente dimissionario fu a suo tempo nominato previa selezione per mezzo di bando aperto a soggetti esterni, così come da regolamento interno della Finaosta – ha spiegato il capogruppo Stefano Aggravi -. Vorremmo quindi conoscere le motivazioni che hanno portato oggi la Finanziaria regionale a procedere con una “progressione interna” per l’individuazione del nuovo Direttore generale e quali altre “progressioni interne” avranno corso a seguito di questo avvicendamento. Riguardo alla scelta fatta dalla Società, ci sono state delle interlocuzioni e con quali risultanze? E ancora: il Presidente della Regione ritiene condivisibile l’utilizzo dello strumento della “progressione interna” piuttosto che il bando aperto?»
«Le motivazioni risiedono nel fatto che questa risorsa, oltre a possedere tutti i requisiti di idoneità richiesti per la posizione di direttore generale, ha potuto maturare un elevato grado di conoscenza dei processi e delle dinamiche aziendali, nonché delle risorse in organico – ha risposto il presidente della Regione, Renzo Testolin -. Elementi che rappresentano un valore aggiunto importante, chiaramente non rinvenibile in candidati esterni, stante peraltro l’esigenza di garantire immediata continuità all’operato della società. L’avvicendamento nella Direzione generale sarà accompagnato dall’istituzione di una Direzione di coordinamento della Divisione staff e di due ulteriori Direzioni (governo, servizi e studi; partecipazioni). Questa soluzione organizzativa, oltre ad assicurare che l’operatività aziendale possa proseguire senza soluzioni di continuità, mira al perseguimento di due obiettivi ritenuti fondamentali per il mantenimento nel tempo degli attuali livelli qualitativi e quantitativi di performance: individuare un top management pronto da subito ad assumere la guida operativa della Società, con pieno allineamento agli indirizzi strategici individuati dal Socio e dal Consiglio di amministrazione; garantire una guida solida e duratura della Società per il raggiungimento di obiettivi strategici di medio/lungo periodo.»
In merito alle interlocuzioni con la Società, il presidente ha confermato che «trattandosi di riorganizzazione con marcata valenza strategica, la soluzione organizzativa è stata previamente portata all’attenzione del socio Regione, il quale ha confermato piena fiducia nei confronti dell’organo amministrativo della Società. Se devo esprimere un giudizio, non posso che condividere questa scelta volta a garantire in primis una immediata continuità operativa che altre opzioni non avrebbero garantito, questo aggiunto alla stima personale per la persona incaricata, che per quanto ho avuto modo di apprezzare è persona seria, motivata e competente.»
Nella replica, il capogruppo Aggravi ha osservato: «Mi si risponde che il top management doveva essere pronto da subito per rispettare gli obiettivi assegnanti dal socio Regione, ma mi chiedo: come può una realtà essere prontamente attiva nel rispondere agli obiettivi se non rispetta le direttive che il socio Regione le ha dato con una deliberazione ancora in corso di validità e, soprattutto, non rispettando il suo regolamento interno? Il vero problema è questo. Il regolamento di Finaosta non prevede nemmeno la soluzione emergenziale per una progressione interna. Non ne faccio una questione di persone, ma di rispetto delle regole. Sono preoccupato.»
Reclutamento dei Vigili del fuoco
Il gruppo Progetto Civico Progressista ha presentato un’interpellanza sulle procedure di reclutamento dei Vigili del fuoco.
«La legge approvata nel Consiglio scorso ha portato da 32 a 26 anni l’età prevista come requisito di accesso ai Vigili del fuoco professionisti, in linea con la disciplina nazionale che, però, non è stata applicata al personale volontario, mantenendo il limite a 38 anni, anziché abbassarlo a 37 – ha evidenziato la capogruppo Erika Guichardaz -. Vorremmo conoscere il numero di iscritti e di candidati idonei al concorso per il reclutamento nel Corpo valdostano dei Vigili del fuoco del 2012 tra i 26 e i 29 anni; le motivazioni per cui si sono mantenuti i 38 anni come requisito d’accesso per il personale volontario; se si stia valutando di modificare la norma al fine di permettere l’iscrizione a chi non ha potuto partecipare al concorso del 2012 e non può partecipare al prossimo.»
«I candidati iscritti al concorso del 2012, nati dal 9 agosto 1983 all’8 agosto 1986, erano 93 e quelli idonei sono stati 12 – ha riferito il presidente della Regione, Renzo Testolin -. Il Governo ha ritenuto di mantenere il limite di 38 anni come requisito d’accesso per il personale volontario previsto dalla nostra legge regionale considerato che, la differenza rispetto al limite statale, era solo di un anno: una scelta minimamente più estensiva per favorire la partecipazione dei Vigili del fuoco volontari. Per quanto riguarda la prossima procedura di reclutamento, saranno applicati i requisiti di partecipazione previsti dalla nuova norma.»
«Il numero di iscritti e di idonei del vecchio concorso, compresi nella fascia d’età 26-29 anni, era decisamente significativo, e dimostra che è stato legittimo presentare un emendamento alla legge e chiedere spiegazioni su questo punto durante la discussione della legge – ha osservato la capogruppo Guichardaz -. I ragazzi nati tra il 10 agosto 1994 e il 1998 che non hanno potuto partecipare al concorso del 2012 e non potranno partecipare al prossimo sono oltre 4mila e, a questi ragazzi, state precludendo una possibilità, perché fra essi ci saranno anche giovani che non sono in possesso del diploma di scuola secondaria di primo grado e quindi non hanno nemmeno la possibilità di partecipare ai concorsi nazionali. Il Presidente Testolin ci dice che una norma è stata approvata e comunque non si può cambiare prima di sei mesi. Evidenzio che questo non è avvenuto rispetto alla fissazione dei requisiti di accesso al Corpo forestale votata a maggio 2010 e modificata a luglio 2010 o quella sulla disciplina di reclutamento dei segretari comunali, approvata nel 2023, modificata nella legge Omnibus di giugno 2024 e nuovamente rivista nella prossima variazione di bilancio. Quella che state portando avanti è una chiara discriminazione.»
Parcheggi per studenti universitari
Con un’interpellanza illustrata dal gruppo Forza Italia , è stato affrontato il problema dei parcheggi per gli studenti universitari.
«I 111 stalli del parcheggio sottostante la nuova sede universitaria non sono ancora disponibili, obbligando gli studenti ad utilizzare per la sosta gli stalli delle zone blu – ha affermato il capogruppo Pierluigi Marquis -. Considerato che per la nostra regione è prioritario attrarre studenti alla nuova università vorremmo sapere se il Governo ha intenzione di definire un accordo con il Comune di Aosta per rilasciare abbonamenti gratuiti dei parcheggi per questa particolare utenza, ristorando l’Amministrazione comunale per i mancati introiti delle relative zone blu.»
«La Siv ha comunicato che i lavori saranno ultimati entro questo mese – ha risposto l’assessore al sistema educativo, Jean-Pierre Guichardaz -. Dopo di che si dovrà procedere a una regolamentazione dell’utilizzo di questo centinaio di parcheggi che certo non potranno soddisfare le esigenze dei circa mille studenti iscritti all’università. L’Amministrazione regionale ha previsto una serie di agevolazioni tariffarie per l’utilizzo dei mezzi pubblici. Esiste un abbonamento per il trasporto collettivo su bus utilizzabile sull’intera rete regionale di autolinee al costo di 20 euro mensili, senza limitazioni di corse giornaliere. I residenti in Valle possono fruire anche di un abbonamento mensile scontato del 60% sul trasporto ferroviario (momentaneamente effettuato tramite servizio sostitutivo con bus), senza limitazioni di corse giornaliere; i non residenti, invece, possono richiedere alla Regione il rimborso del 60% del costo sostenuto per l’acquisto dell’abbonamento mensile al trasporto ferroviario sulla tratta Aosta/Torino. Anche nell’ottica di limitare il flusso di traffico cittadino e il conseguente aumento di carico inquinante, è disponibile a tariffe più che calmierate (l’abbonamento è di 15 euro al mese) il parcheggio de La Ville in via Primo Maggio (ex Area Cogne) da 540 posti, dal quale comodamente si può raggiungere la sede dell’UniVdA in meno di un quarto d’ora a piedi e, a meno di cinque minuti dalla sede dell’ateneo ci sono i parcheggi a sosta libera dell’ex Area Ferrando.»
«Dedotto il personale dell’ateneo, agli studenti resteranno pochi stalli di sosta, sicuramente largamente insufficienti a soddisfare le necessità di tutti – ha replicato il capogruppo Marquis -. Il principio di disincentivare l’uso della macchina è lodevole da un punto di vista teorico, ma la realtà è altra cosa. Bisogna tenere presente che chi utilizza l’auto è perché non ha altri modi per spostarsi, vuoi per questioni logistiche, vuoi per via degli orari dei mezzi che non coincidono con il calendario delle lezioni. La situazione ci è stata segnalata direttamente dagli studenti che, al momento parcheggiano negli stalli a pagamento, attingendo alle loro già esigue risorse economiche. Ci spiace che il Governo regionale non si prenda in carico una problematica così sentita.»
Nomina degli amministratori Cva
Con un’interpellanza, il gruppo Progetto Civico Progressista ha nuovamente posto l’attenzione sulla procedura di nomina seguita da Cva per l’individuazione degli amministratori di Cva Eos.
«Nonostante la legge disponga diversamente, sono state utilizzate modalità diverse per le designazioni degli organi amministrativi di Cva e di Cva Eos: per la prima è stata seguita la procedura a evidenza pubblica, mentre per la sua controllata no – ha ricordato la consigliere Chiara Minelli -. Questo ha creato una situazione abnorme per cui l’Amministratore delegato di Cva riceve uno stipendio annuo onnicomprensivo di 50mila euro, mentre per gestire Cva Eos lo stesso Amministratore delegato ne riceve 300mila per ogni esercizio, oltre a vari premi di cui uno recente di circa ulteriori 200 mila euro, per un totale nel 2024 di almeno 550mila euro. Lo scorso 31 maggio, il Presidente di Cva ha inviato una lettera ai Presidenti della Regione, del Consiglio e di Finaosta oltre che a me, nella quale esprimeva dubbi e preoccupazione sul livello di adeguatezza dell’esame della problematica delle procedure di nomina e lamentava una errata interpretazione delle norme. Sul punto abbiamo pertanto chiesto un parere pro veritate al prof. Giovanni Maria Caruso, esperto di diritto societario, che ha chiaramente detto che la disciplina dettata dalla legge regionale si applica a Cva così come alle sue controllate e che ogni contrasto tra la legge regionale e le linee guida attuative deve risolversi affermando la prevalenza della disciplina legislativa. Chiediamo quindi se sia stata data risposta da parte della Regione e da parte di Finaosta alla lettera del 31 maggio 2024 a firma del Presidente di Cva e che cosa si intenda fare per dare puntuale applicazione a quanto previsto dalla legge regionale sulla nomina degli organi amministrativi e di controllo di Cva Spa e delle sue società controllate.»
Il presidente della Regione, Renzo Testolin, ha premesso che «chiedere spiegazioni sull’operato degli uffici è del tutto legittimo, altra cosa è, però, attaccarli, stigmatizzandone, in assenza di qualsivoglia contradditorio, la disattenzione o addirittura, affermazione ben più grave perché presuppone un comportamento volontario e consapevole, la “meditata scelta” di non rispettare il dettato normativo. Tutto questo sulla base delle conclusioni rassegnate da un consulente esterno in un parere reso alla Consigliera, di cui gli uffici non sono mai stati messi a conoscenza.»
Ha quindi fatto una disamina delle disposizioni riguardanti la nomina degli organi amministrativi e di controllo di Cva Spa e delle sue società controllate: «Nelle società controllate e partecipate da Cva in cui la partecipazione azionaria è di Cva e non di Finaosta, è Cva, che siede nelle assemblee delle sue controllate, in quanto socio, e dunque propone e delibera la nomina degli amministratori e degli altri organi sociali. Per queste nomine, quindi, rette dalla ordinaria disciplina codicistica delle società, non trova applicazione il procedimento a due fasi – designazione regionale/nomina Finaosta – disciplinato dall’articolo 2bis della legge regionale n. 20/2016, che è riferito ai soli casi in cui nelle società controllate il socio è Finaosta. Ritenendo questa la giusta lettura delle disposizioni della legge regionale n. 20/2016, è chiaro che, diversamente da quanto prospettato nella parte di parere riportato dalla Consigliera, non vi è alcun contrasto tra la legge regionale e la deliberazione attuativa, che correttamente afferma che: la legge regionale 20 trova applicazione nei confronti delle società Aosta Factor e Compagnia valdostana delle acque e le sue controllate (Cva Eos, Deval Cva Energie e Valdigne Energie) esclusivamente per ciò che concerne il procedimento di nomina dei rappresentanti regionali in seno alle società partecipate indirettamente per il tramite di Finaosta Spa.»
«Noi non accusiamo di inadeguatezza gli uffici, ma abbiamo riportato una frase del Presidente di Cva che ha scritto il 31 maggio, dove dice che se l’interpretazione nostra fosse corretta comporterebbe una “inaudita disattenzione” della Regione e di Finaosta – ha replicato la consigliere Minelli -. Rilevo tuttavia che il Presidente non ha risposto alla mia prima domanda: la Regione ha risposto alla lettera del Presidente di Cva? Non è dato di sapere. Mentre sappiamo ora, da accesso agli atti, che Finaosta lo ha fatto. Da parte nostra abbiamo voluto acquisire un parere, perché la questione è delicata; ovviamente metteremo a disposizione il parere del prof. Caruso, che conferma la prevalenza della legge rispetto ad una delibera di Giunta. La legge esclude sì alcune controllate da una serie di adempimenti, ma non quelli della trasparenza delle nomine.»
Remunerazione attività in libera professione
La differenza di remunerazione delle attività svolte in Libera prestazione aggiuntiva è stata oggetto di dibattito con un’interpellanza del gruppo Rassemblement Valdôtain.
«Il Piano provvisorio 2024 delle Lpa finalizzate allo smaltimento delle liste d’attesa prevede per i servizi di emergenza-urgenza un incremento della tariffa oraria che riconosce, al netto degli oneri riflessi a carico dell’Ausl, 100 euro per il personale dirigente medico e 60 per quello sanitario del comparto sanità – ha riferito il consigliere Claudio Restano -. Per il restante personale, il compenso, invece, è di 60 euro per la dirigenza e 37 per il comparto. Chiediamo quali siano i motivi alla base di questa scelta che riconosce emolumenti diversi tra l’emergenza-urgenza e gli altri reparti quando, invece, la norma di riferimento permette di procedere con stesse cifre in tutte le strutture. Avete intenzione di adeguare gli importi anche alle altre strutture dove è prevista Lpa finalizzata all’abbattimento delle liste d’attesa?»
L’assessore alla sanità, Carlo Marzi, ha ricordato che «la finanziaria del 2023 ha assegnato e trasferito alla Regione, in deroga alle regole dell’autofinanziamento del Servizio sanitario regionale, l’importo complessivo di 588mila euro, di cui 420mila per il personale dirigente e 168mila euro per il personale sanitario per ciascuno degli anni 2024, 2025 e 2026. L’Assessorato, l’Azienda Usl e le organizzazioni sindacali hanno quindi concordato sulla necessità di mantenere la Libera professione aziendale per l’emergenza e le internalizzazioni al valore di 100 euro all’ora per i dirigenti medici e di 60 euro all’ora per il personale sanitario del comparto sanità, sino a capienza del budget assegnato. Per tutte le altre fattispecie, si è applicata la norma contrattuale, per i medici nella misura minima pari a 80 euro. Questo accordo si basa su alcune considerazioni. Innanzitutto, il budget per la Lpa è definito e non derogabile: un incremento al valore massimo di tutte le prestazioni avrebbe ridotto significativamente le ore complessivamente erogabili e, di conseguenza, ridotto i servizi ottenibili per i cittadini. In secondo luogo, tutte le ore, anche quelle remunerate al valore minimo di 80 euro, hanno garantito per i medici, un incremento del compenso considerevole (+30% rispetto alla precedente remunerazione a 60 euro all’ora). Inoltre, il decreto legge del 2024 sulle liste di attesa ha previsto, per tutti, uno sconto fiscale sulle ore di Lpa passando ad una tassazione Irpef del 15%, generando in tal modo un incremento del valore netto corrisposto ai lavoratori. Le prestazioni di urgenza, per loro natura, non possono essere ritardate o non erogate e prevedevano già il trattamento di 100 euro all’ora. Le prestazioni legate alle internalizzazioni sono altrettanto prioritarie, anche in ragione delle disposizioni che hanno bloccato la possibilità di rinnovo o di nuovo bando di esternalizzazione dei servizi anche in carenza di organico. Il valore orario portato a 100 euro per i medici ha consentito di mantenere il servizio inalterato passando dai “gettonisti” al personale della struttura di radiologia. Quindi, sono stati gli operatori stessi, per il senso di responsabilità che li contraddistingue, a voler dare alla cifra massima di 100 euro una connotazione di eccezionalità.»
«La norma statale pone dei limiti chiari ed è motivata dalla volontà di ridurre le liste di attesa e il ricorso all’esternalizzazione ma, così come è stata applicata, si ottiene il risultato di ridurre il problema da una parte per aumentarlo dall’altra – ha osservato il consigliere Restano -. Esistono tipologie di accertamenti che non sono di pertinenza dell’emergenza ma sono ugualmente urgenti e importanti. Bisognerebbe trovare una soluzione diversa: investire ulteriormente sulle libere prestazioni aziendali per evitare l’esternalizzazione e il continuo ricorso da parte dei valdostani ad aziende di fuori Valle che non portano vantaggi all’economia locale, aumentano il traffico veicolare provocando inquinamento ambientale, spese per il paziente, potenziali rischi per l’incolumità personale e possono diventare un problema sociale. Motivazioni più che valide per riconsiderare la questione andando in deroga a quanto fatto fino ad oggi.»
Trasporto pubblico per Malpensa
Con un’interpellanza del gruppo Lega Vallée d’Aoste si è parlato dell’attivazione di un servizio di trasporto pubblico per il collegamento con Milano Malpensa.
«Con una delibera dello scorso mese di aprile si prevedeva l’attivazione sperimentale di questo servizio a chiamata dal 5 luglio al 9 settembre 2024 nei giorni di lunedì, venerdì, sabato, domenica e festivi – ha riferito il consigliere Simone Perron -. Ora, la linea risulta temporaneamente sospesa e il sito della società Arriva ne indica la riattivazione nel prossimo mese di dicembre. Chiediamo di sapere: quali sono stati gli esiti della sperimentazione estiva; quali motivazioni hanno determinato il limite dei giorni di servizio; quali intendimenti ha la Regione per la nuova attivazione del servizio e l’individuazione dei giorni di esercizio nel periodo turistico invernale.»
L’assessore ai trasporti, Luigi Bertschy, ha parlato di «sperimentazione positiva: sono state trasportate tra luglio e settembre 839 persone e abbiamo cercato di introdurre anche un orario notturno. Visto che si trattava di una sperimentazione, abbiamo fatto una valutazione con il vettore e con Adava, cercando di collegarla ai periodi di maggiori spostamenti. L’obiettivo è quello di estenderlo a tutta la settimana, valutando anche i costi-benefici. Stiamo anche ragionando, insieme al collega Grosjacques, su come pubblicizzarlo maggiormente. Riteniamo, infatti, che sia un servizio utile e necessario, vista anche la fase che viviamo nel settore dei trasporti, che può dare un valore aggiunto all’attrattività del territorio. Il servizio è in funzione fino al 31 dicembre 2024, ma a breve porteremo in Giunta le delibere di impegno per gli anni successivi: il servizio proseguirà sia in inverno che in estate, con alcune modifiche di orario. Abbiamo introdotto delle partenze da Aosta alle tre del mattino e da Malpensa alle 5.30 del mattino perché si tratta degli orari di partenza e di arrivo dei voli internazionali.»
«Viste le segnalazioni ricevute – ha replicato il consigliere Perron – se si riuscisse ad estenderlo anche ad altri giorni, sarebbe un servizio utile.»
Supermercato a Verrès
La possibile apertura di un nuovo supermercato a Verrès è stata al centro di un’interpellanza illustrata dal gruppo Forza Italia.
«A Verrès si vocifera da tempo del possibile spostamento di sede di un supermercato della bassa Valle in una zona strategica del paese – ha affermato il consigliere Christian Ganis -: notizie che hanno generato preoccupazioni nei commercianti della zona, tenuto conto che un nuovo supermercato potrebbe causare grave perdita di fatturato per tutte le attività ubicate nel centro urbano di Verrès. La concentrazione potrebbe alterare il volto del centro storico di Verrès con pregiudizio per il paese stesso e i suoi abitanti. Vorremmo sapere se questa informazione sia vera e quali strategie s’intendano mettere in atto per tutelare gli esercizi di vicinato.»
L’ssessore al commercio, Giulio Grosjacques, ha riferito che «agli atti dell’Assessorato non vi sono comunicazioni riguardo all’insediamento di un supermercato a Verrès. Anche l’Amministrazione comunale ha fatto sapere che ad oggi non risulta depositata alcuna pratica edilizia per la costruzione di un nuovo edificio commerciale sul lotto dell’ex area Vuillermin. L’unico titolo abilitativo edilizio relativo a quella zona, depositato nel 2024, riguarda un intervento di bonifica di copertura in amianto dei capannoni esistenti. Ho comunque voluto sentire il proponente dell’iniziativa dell’intervento di rimozione di amianto, il quale mi ha detto che in seguito verrà presentata una richiesta di intervento edilizio per una riqualificazione totale dell’area allo scopo di trasferire l’attuale attività di media struttura di vendita attualmente collocata nello stesso comune: nella nuova struttura non troverebbero spazio nuovi generi merceologici né maggiori superfici rispetto a quelle attuali, salvo un nuovo reparto di pescheria negli spazi necessari a garantire un servizio di qualità per un’attività non presente a Verrès né nei comuni limitrofi.»
In merito alle strategie per la tutela degli esercizi di vicinato, l’ssessore ha ribadito «l’importanza che riveste per la Regione la presenza diffusa di attività commerciali sul territorio, che presidiano e mantengono vive le nostre comunità fornendo servizi indispensabili per i residenti e per i turisti. Tuttavia, l’introduzione di restrizioni all’insediamento di specifiche categorie di attività non è percorribile perché nessun intervento commerciale può prescindere dal rispetto dei principi di tutela della concorrenza, della libertà di stabilimento e della libera prestazione di servizio, che in applicazione della Direttiva “Bolkenstein” prevalgono nella generalità dei casi. Nella sua formulazione attuale, la legge regionale sul commercio (n.12/1999), tenuto conto della specificità territoriale della Valle, stabilisce che il libero accesso e l’esercizio di attività commerciali possono essere limitati, ma soltanto quando l’obiettivo è tutelare la salute, i lavoratori, i beni culturali e l’ambiente. La normativa regionale valorizza le piccole realtà commerciali in accordo con i principi del Piano territoriale paesistico in un’ottica di tutela degli insediamenti di montagna: questa valorizzazione è attuata per il tramite di scelte di natura urbanistica che competono essenzialmente alle amministrazioni comunali e non vi sono strumenti che consentano alla Regione di impedire ad un ente locale di destinare un’area del proprio territorio all’insediamento di una media o grande struttura di vendita. L’Assessorato sta ora definendo un aggiornamento della legge 12 per perseguire il miglior equilibrio possibile tra i vincoli di rispetto dei principi di tutela della concorrenza e le esigenze di tutela del territorio in senso lato. La Regione è, invece, intervenuta con i contributi a favore degli esercizi di vicinato e con i mutui a tasso agevolato per investimenti o per costituzione di liquidità. Inoltre, è allo studio un disegno di legge a sostegno dell’efficientamento energetico e dell’innovazione delle attività turistico-ricettive e commerciali, con delle risorse già inserite nel bilancio di previsione 2025.»
Il consigliere Ganis si è detto rassicurato dalle parole dell’assessore: «La ringrazio per l’attenzione che dedica al settore del commercio, che è in grande difficoltà, e per l’approfondimento fatto su questa iniziativa. Tuttavia, occorre continuare a lavorare per valorizzare al meglio le nostre piccole attività commerciali: la legge regionale sul commercio va aggiornata, perché è vetusta e non risponde più alle esigenze e alle problematiche attuali.»
Le altre interpellanze di Forza Italia erano su: organizzazione di tornei di poker al Saint-Vincent Resort e Casino; aggiornamento sulla realizzazione di una rotatoria sulla Statale n. 26 in località ex Fera a Saint-Vincent; avvio di una campagna di sensibilizzazione sul tumore al seno coinvolgendo il mondo scolastico; possibile apertura di un nuovo supermercato nel comune di Verrès; monitoraggio dei prezzi al dettaglio e soluzioni per favorire una maggiore trasparenza e competitività dei prezzi.
Le interpellanze di Lega Vallée d’Aoste sono su: predisposizione di un regolamento per disciplinare la pubblicazione di comunicazioni sulla bacheca intranet dei dipendenti della Regione; azioni per la prevenzione di ulteriori futuri contenziosi di docenti alla luce degli orientamenti degli organi giudiziari nazionali e dell’Unione europea; intenzioni sull’espressione del Consiglio regionale sullo studio e le alternative progettuali del collegamento intervallivo Cime Bianche;motivazioni dei ritardi per l’attuazione dei decreti ministeriali sui fondi a favore delle persone con disturbo dello spettro autistico; attinenza di progetti antiviolenza finanziati con bando 2023 rispetto alle finalità previste dalla legge regionale n. 4/2013; azioni a sostegno degli assegnatari di alloggi di edilizia residenziale pubblica per eventuali aumenti delle spese di riscaldamento.
Le altre interpellanze di Progetto Civico Progressista erano su: raggiungimento dell’obiettivo del 50% di mobilità sostenibile entro il 2030; coinvolgimento delle associazioni che si occupano di disabilità nel processo di revisione della legge regionale sul sistema integrato di interventi a favore delle persone con disabilità (n. 14/2008); miglioramento del Sistema sanitario regionale sulla base del Rapporto civico sulla salute 2024 di Cittadinanzattiva; stato dell’arte del nuovo ospedale di comunità e gestione del personale dell’azienda JB Festaz.
Le altre interpellanze di Rassemblement Valdôtain erano su: modalità e strategie per promuovere al meglio un’immagine unica della Valle d’Aosta; realizzazione di agricampeggi; promozione di nuove campagne di sensibilizzazione contro i danni da tabagismo; intendimenti sul futuro utilizzo della Società dei Servizi Valle d’Aosta in merito all’erogazione di servizi sociali, socio assistenziali ed educativi; azioni da adottare con l’Ausl per ridurre l’attività intramoenia e incentivare l’attività ordinaria; intendimenti del Governo regionale sulle richieste avanzate dal Coordinamento tate familiari; azioni per ottenere un concreto risarcimento sportivo per la Valle d’Aosta in vista del Giro d’Italia 2025.
Mozioni
Riduzione Iva sul pellet
È stata approvata la mozione presentata dal gruppo Progetto Civico Progressista che sollecita l’approvazione del disegno di legge statale per la riduzione dell’aliquota Iva sulle cessioni di pellet, chiedendo al presidente della Regione, ai parlamentari valdostani e alle forze politiche che hanno rappresentanti in Parlamento di impegnarsi per il rispristino di questa agevolazione.
«La proposta di cui è prima firmataria la Senatrice Spelgatti prevede la riduzione al 10% dell’Iva sulle cessioni di pellet, ma ad oggi non risulta che la Commissione finanze e tesoro abbia iniziato l’esame del testo – ha ricordato la consigliere Chiara Minelli -. È importante che questa norma venga approvata al più presto perché dal 1° marzo 2024 si è tornati all’Iva ordinaria al 22%, magari anche con emendamenti alla Finanziaria statale. Bisogna dare massima attenzione e priorità a questo argomento: nella nostra regione, come in quelle dell’Arco alpino, l’uso del pellet è molto diffuso e ha progressivamente sostituito la legna come combustibile per il riscaldamento domestico. Nell’ottica di una progressiva transizione energetica, che dovrà privilegiare sistemi più performanti, un impegno in tal senso è utile e necessario.»
Il presidente della Regione, Renzo Testolin, ha condiviso «l’importanza della tematica, così come peraltro già espresso in precedenti occasioni» e ha auspicato che «l’invito alle forze politiche sia raccolto in maniera trasversale e concreta.»
Istituzione di un distaccamento dei Vigili del fuoco professionisti in bassa Valle
Istituire un distaccamento di professionisti in bassa Valle, era quanto richiedeva una mozione a firma congiunta dei gruppi Lega Vallée d’Aoste e Forza Italia che è stata respinta con voti 26 di astensione (UV, FP-PD, PlA, SA, RV, PCP) e 9 a favore (Lega VdA, FI).
Il vicecapogruppo Erik Lavy (Lega VdA) ha evidenziato «la necessità di rendere più tempestivi gli interventi dei Vigili del fuoco nella bassa Valle e in quelle del Lys, di Champorcher e d’Ayas, che sono lontane dalla caserma di Aosta. Inoltre, c’è da evidenziare che sono sempre maggiori le difficoltà sia negli interventi sia nel reclutare giovani Vigili del fuoco volontari che possano coprire queste aree. Sotto il Governo Rollandin, nel lontano 2003, si è proceduto all’acquisto di una struttura da dedicare proprio a questo scopo, che però è ancora ferma, nonostante all’epoca avesse trovato il supporto di vari soggetti che oggi siedono tra i banchi della maggioranza. Non è ammissibile che dopo 25 anni in cui si discute del tema, si debbano ancora fare analisi. I cittadini della bassa Valle non devono essere di serie b!»
«La politica è soprattutto serietà e la serietà ci ha portati nel tempo ad interloquire con il territorio e in primis con le comunità della bassa Valle che ovviamente sono le più lontane dal distaccamento di Aosta e, giustamente, le più sensibili alla questione – ha commentato il Presidente della Regione, Renzo Testolin -. La soluzione di questa situazione necessita però di un’analisi approfondita di tutte le componenti che devono essere valutate congiuntamente per poter dare una risposta concreta, sostenibile e utile al territorio. Bisogna mettere in fila le questioni relative al reperimento della possibile sede assieme a quello del personale necessario e valutare l’eventuale coinvolgimento dei distaccamenti dei Vigili volontari assieme ai professionisti e ancora bisogna confrontarsi con i necessari bisogni finanziari per rivedere il sistema. Con molta onestà intellettuale, pur nel condividere la necessità di fare le giuste riflessioni sulla necessità di un distaccamento in bassa Valle, non possiamo illudere di poter chiudere il discorso negli ultimi mesi della Legislatura in corso. Invece di esprimerci su una posizione a spot lavoreremo nei prossimi mesi con attenzione per la revisione della legge di riferimento dei Vigili del fuoco, ulteriore e utile tassello per una visione completa della tematica e delle scelte da assumere per poi condividere il percorso con tutte le Amministrazioni comunali per cercare di dare le giuste risposte alle esigenze che rappresentano.»
Valorizzazione del personale dipendente
La mozione presentata dal gruppo Rassemblement Valdôtain è stata respinta con 19 voti di astensione (UV, FP-PD, PlA, SA) e 16 a favore (Lega VdA, RV, PCP, FI). Il testo chiedeva al Governo di attivarsi affinché, nel corso della contrattazione del Fua 2025, fosse resa nota alle parti trattanti la necessità di valorizzare anche il personale operante nelle segreterie al servizio del Consiglio regionale (segreteria dell’Ufficio di Presidenza, segreteria dei gruppi e segreteria particolare del Presidente).
«Il personale addetto alle segreterie del Consiglio regionale, da sempre, svolge la sua attività mettendo professionalità e tempo, anche al di là dei vincoli di servizio, a completa disposizione dei Consiglieri, dell’Ufficio di Presidenza e del Presidente – ha sottolineato il consigliere Claudio Restano -. È giusto e importante valorizzare “l’istituzione Consiglio” attraverso il riconoscimento del lavoro svolto e riconoscendo le pari opportunità lavorative tra il personale delle varie segreterie, infatti non è casuale che tutte vengono definite “servizi particolari” non certo per le ore di straordinario svolte, come detto dal Presidente in un suo precedente intervento in Consiglio.»
Il presidente della Regione, Renzo Testolin, ha informato che «è quasi ultimata la revisione della legge regionale n. 22/2010 che andrà a modificare alcune situazioni attualmente in essere e porterà a identificare un numero diverso di unità da affidare alle segreterie degli Assessori, ristabilendo così un carico del lavoro più equilibrato. Quindi, il prossimo anno, le risorse per il personale di segreteria non dovrebbero più essere assegnate tramite il Fua, il cui obiettivo principale è quello di premiare il lavoro dei dipendenti in un’ottica meritocratica.»
È stata poi anche respinta – sempre con 19 voti di astensione e 16 a favore – una risoluzione sempre del gruppo Rassemblement Valdôtain collegata alla mozione con cui si chiedeva al Governo di avviare una ricognizione e mappatura delle funzioni e mansioni svolte dal personale dipendente delle diverse categorie in ciascuna delle strutture amministrative della Regione, quale requisito preordinato per la riclassificazione e valorizzazione del personale dipendente.
«Durante la discussione sul Fua 2024 è stata rilevata la mancata mappatura delle attività svolte e degli orari prestati che potrebbe produrre dei trattamenti discriminatori tra i dipendenti – ha evidenziato il consigliere Restano -. Anche lo studio dell’Università Bocconi si è concentrato sulla necessità di analizzare ruoli, competenze e motivazioni del personale che sono la base dell’evoluzione del modello organizzativo, mettendo al centro l’analisi del metodo, del merito e il chiarimento dei percorsi di crescita. Insieme alla raccolta dei dati, sono tutte attività propedeutiche alla stesura di qualsiasi norma. Siamo stupiti del fatto che prima si scriva la norma e solo dopo si raccolgano i dati: esattamente all’opposto di quanto avete dichiarato di voler fare questa mattina durante la discussione degli emendamenti riguardanti le clausole valutative.»
«La mappatura sarà sicuramente svolta a valle delle modifiche della legge 22 che sarà presentata a breve in Consiglio e che istituisce le aree funzionali al posto delle categorie e delle posizioni – ha replicato il presidente della Regione, Renzo Testolin -. Quanto richiesto dalla risoluzione quindi trova già il suo percorso naturale nell’alveo della revisione della norma regionale in materia di personale.»
Azioni di promozione della cultura del rispetto delle donne
L’Assemblea ha anche respinto – con 6 voti contrari (Lega VdA), 26 astensioni (UV, FP-PD, PlA, SA, RV, FI) e 2 voti a favore (PCP) – una mozione del gruppo Progetto Civico Progressista volta a stigmatizzare gli episodi e i comportamenti sessisti messi in atto durante una festa dei coscritti e che impegnava il Governo regionale a valutare, in collaborazione con l’Assemblea degli enti locali, la predisposizione di una specifica azione di sensibilizzazione rivolta ai giovani neo maggiorenni al fine di promuovere una cultura del rispetto delle donne e di prevenire ogni forma di molestia, uso di linguaggi volgari e aggressivi e di violenza. Il testo chiedeva anche al Presidente del Consiglio di definire una linea – a cui gli eletti debbano attenersi – di non tolleranza di linguaggi, immagini, contenuti di qualunque natura attinenti al sessismo, a riferimenti sessuali o svalutativi del corpo delle donne e della loro immagine o ruolo sociale.
«In occasione di una festa dei coscritti di quest’anno abbiamo visto auto addobbate con scritte oscene e offensive nei confronti di donne e ragazze, esattamente come era accaduto l’anno scorso – ha commentato la consigliere Chiara Minelli -. Si tratta di linguaggi sessisti e volgari che devono essere condannati e su cui bisogna intervenire attraverso una corretta politica di promozione della cultura del rispetto a partire dai giovani e dai neomaggiorenni. Si tratta di atteggiamenti ancora troppo diffusi che richiedono una reazione e che vanno contrastati innanzitutto a livello istituzionale. A poco serve fare un dibattito in Consiglio, dove tutti si esprimono contro le scritte oscene, se poi non c’è una concretizzazione delle parole espresse: l’incoerenza diventa eclatante nel momento in cui i colleghi del PD si asterranno, a fronte di comunicati dei loro partiti in senso contrario.»
L’assessore alle politiche per le relazioni intergenerazionali, Jean-Pierre Guichardaz, ha ricordato che «la festa dei coscritti è un modo per attestare un passaggio dall’adolescenza all’età adulta. Le frasi lette su alcune vetture non sono una gogliardata ma sono scritte da cittadini ormai maggiorenni, figli di una certa cultura. Il sistema educativo si può fare carico di una riflessione su certi temi, ma se non prendiamo in considerazione l’educazione degli adulti non risolviamo il problema. Come tavolo della legalità, come tavolo intergenerazionale e come sistema educativo stiamo facendo una marea di azioni affinché tutti i cittadini possano costruirsi una coscienza civica, ma non possiamo sostituirci alla società, così come non possiamo arrogarci il diritto di rieducare persone che non possono essere prese in carico dal sistema pubblico. Occorre una generale riflessione sul ruolo di tutti gli attori della comunità valdostana: figli, genitori, politici, adulti. Per questo motivo ci asterremo invitando ciascuno a fare il suo, a partire da qua dentro, affinché tutti capiscano che dalle parole ai fatti il tratto è più breve di ciò che si pensa.»
Il presidente dell’Assemblea, Alberto Bertin, ha aggiunto: «Queste espressioni sono la degenerazione e il decadimento culturale di una festa, che in prospettiva possono essere pericolose e che non rappresentano la valdostanità o altro. Le parole sono importanti e devono essere usate nel rispetto di tutti. Per quanto riguarda il Consiglio regionale, c’è un Regolamento che vieta espressioni ingiuriose in quest’Aula. Al di fuori di questo contesto, resta una responsabilità individuale nel non promuovere o assecondare atteggiamenti non accettabili.»
Progetto di raddoppio della ferrovia Ivrea/Chivasso
Con una mozione, il gruppo Progetto Civico Progressista sollecitava l’audizione nella Commissione consiliare competente con i responsabili tecnici e/o politici della Regione Piemonte per avere un quadro informativo chiaro sulle prospettive di realizzazione del progetto di raddoppio della tratta ferroviaria Ivrea/Chivasso. Il testo è stato respinto con 24 voti di astensione (UV, FP-PD, PlA, SA, RV) e 11 a favore (Lega VdA, PCP, FI).
«Il raddoppio di questa linea ferroviaria è parte sostanziale della velocizzazione dei trasporti e dell’ammodernamento della ferrovia, unitamente all’elettrificazione che è in corso e che molti, anche nella maggioranza che mi ha vista come Assessora, hanno fortemente osteggiato – ha sottolineato la consigliere Chiara Minelli -. Lo scorso mese di ottobre è stato firmato un protocollo d’intesa con Rfi per definire gli sviluppi di medio termine di questa tratta, che prevede però delle analisi su tempi lunghi: otto mesi per definire il “quadro esigenziale” e almeno un altro anno per elaborare il documento di fattibilità delle alternative progettuali. Ma l’esigenza del raddoppio in territorio piemontese da tempo è stata sollecitata in varie sedi e da tanti soggetti. È quindi necessario passare rapidamente alla fase operativa, poi alla progettazione e alla realizzazione dell’opera. Per perseguire il risultato occorre partire dalle valutazioni già effettuate dalla Regione Piemonte. Per avere un quadro informativo completo chiediamo di avviare un importante lavoro istruttorio con il coinvolgimento della Commissione.»
«Stiamo lavorando su questo tema con l’ordine, il metodo e i tempi che derivano dal confrontarsi con più soggetti, principalmente la Regione Piemonte e Rfi – ha affermato l’assessore ai trasporti e alla mobilità sostenibile, Luigi Bertschy -. Il protocollo che è pienamente operativo e sta procedendo come da programma, è importante perché ci ha consentito di impegnare Rfi nella direzione auspicata da tempo da tutti gli attori coinvolti in questo progetto. L’obiettivo da raggiungere è di grande portata per la Valle d’Aosta e per il Piemonte, insieme all’Assessore Gabusi lavoriamo per raggiungerlo e per dare continuità agli investimenti necessari all’ammodernamento e al potenziamento della nostra infrastruttura ferroviaria.»
Prestazioni di assistenza odontoiatrica garantite dal Servizio sanitario regionale
Respinta con 18 astensioni (UV, FP-PD, PlA, SA) e 16 a favore (RV, Lega VdA, PCP, FI) una mozione del gruppo Rassemblement Valdôtain che voleva impegnare il Governo a valutare la possibilità di modificare la delibera regionale 268/2018 “Condizioni di erogabilità delle prestazioni di assistenza odontoiatrica garantite dal Servizio sanitario regionale”, prevedendo almeno un’ulteriore fascia di Isee, rispetto a quella attualmente prevista (sino a 10mila euro), per evitare che un seppur minimo aumento dell’Indicatore della situazione economica equivalente possa interrompere il riconoscimento dello stato di vulnerabilità sociale nell’ambito di un piano di cura che interessi più di un anno fiscale di riferimento.
Il capogruppo Stefano Aggravi ha definito la misura proposta «necessaria per sostenere le persone che versano in situazioni economiche precarie.»
«Stiamo analizzando in maniera approfondita il tema sul quale condividiamo con lei l’attenzione al tema – ha replicato l’assessore alla sanità, Carlo Marzi -, che deve essere affrontato in un’ottica più ampia che ricomprende ma non si esaurisce con le sole motivazioni legate alla fascia Isee. Parallelamente, in collaborazione con la Fondazione Comunitaria e il Dipartimento politiche sociali, stiamo concretizzando un progetto sperimentale sempre sull’odontoiatria sociale per sostenere le persone più fragili e vulnerabili attraverso cure odontoiatriche adeguate, gratuite o a prezzo agevolato che contiamo di avviare a entro la fine dell’anno. Per l’impegno già in essere, che è in linea con la sua stessa sensibilità al tema, chiediamo quindi il ritiro dell’iniziativa, in alternativa ci asterremo.»
Progetto di ampliamento dell’ospedale Parini
Con una mozione respinta con 19 voti di astensione (UV, FP-PD, PlA, SA) e 16 voti a favore (Lega VdA, RV, PCP, FI), il gruppo Progetto Civico Progressista voleva impegnare l’Assessore alla sanità a fare il punto sull’ampliamento dell’ospedale Parini in quinta Commissione. In particolare, chiedeva di presentare le verifiche sulla compatibilità tecnico-progettuale ed economica e sulla realizzabilità in termini cronologici adeguati del progetto di ampliamento dell’ospedale Parini che hanno permesso la prosecuzione dell’opera, oltre che le varianti progettuali e lo stato dell’arte dei lavori nei diversi presidi ospedalieri.
«Recentemente l’Assessore alla sanità ha riferito che la società esterna incaricata della validazione del progetto esecutivo della fase 3 ha notificato alla società Siv il rapporto conclusivo favorevole di verifica del progetto stesso e, il 4 novembre scorso, la Giunta ha valutato positivamente lo stesso – ha ricordato la capogruppo Erika Guichardaz -. In Consiglio, l’Assessore aveva anche detto che all’esito della validazione, sarebbe stato possibile effettuare una stima in termini di costi complessivi e di tempi di realizzazione. Visti gli impegni presi a più riprese per mettere a disposizione del Consiglio la documentazione relativa al progetto esecutivo, noi riteniamo che sia giunta l’ora di presentarla in Commissione in modo da chiarire quando i valdostani avranno il pezzo dell’ospedale per acuti e le altre opere (polo materno infantile, psichiatria, …) necessarie alla comunità. Questa opera, come avevamo pronosticato, si sta rivelando il più grande flop di questa maggioranza.»
«Il 4 novembre scorso la Giunta regionale ha espresso la valutazione positiva alla variante del progetto esecutivo del IV lotto, Fase 3 del nuovo presidio unico ospedaliero Parini – ha riferito l’assessore alla sanità, Carlo Marzi -. Si è quindi chiusa la terza fase progettuale che concerne la realizzazione di un’opera che di fatto per i valdostani è il nuovo ospedale Parini. L’approvazione della variante del progetto esecutivo nei tempi già condivisi consente l’emanazione del decreto del Presidente della Regione quale titolo abilitativo alla costruzione, a cui seguirà l’avvio, da parte di Siv, delle procedure di gara pubblica di appalto dei lavori di realizzazione dell’opera, per un importo complessivo di oneri e Iva di 178 milioni e 500mila euro. La mozione non è approvabile, sia perché superata dal fatto che il progetto esecutivo del nuovo ospedale appena approvato è stato già ampiamente presentato nella riunione della quinta Commissione del mese di aprile scorso, sia in quanto, fino alla pubblicazione del bando di gara, così come previsto anche dal Codice degli appalti, non è possibile divulgare ulteriore materiale, trattandosi di documenti riservati che formeranno parte integrante degli elaborati d’appalto dei lavori.»
Riattivazione del servizio Vivere in Valle d’Aosta
Con una mozione respinta con 6 voti contrari (Lega VdA), 27 astensioni (UV, FP-PD, PlA, SA, RV, FI) e 2 voti a favore (PCP), il gruppo Progetto Civico Progressista ha chiesto l’impegno dell’Assessore alle politiche sociali a riferire nella quinta Commissione consiliare le intenzioni e i tempi previsti per la pubblicazione della gara d’appalto per la riattivazione del progetto “Vivere in Valle d’Aosta”.
La capogruppo Erika Guichardaz ha parlato di «un progetto importante che garantisce uno sportello volto a garantire i servizi essenziali ai cittadini dei paesi terzi che vivono in Valle d’Aosta. Il Governo aveva dichiarato di aver stanziato 600mila euro per il triennio 2024-2026 (200mila euro annui) e che la procedura di affido era in fase di elaborazione, il che avrebbe consentito la continuità del servizio già nel 2024. Non ci risulta, però, che questo sia avvenuto.»
L’assessore alle politiche sociali, Carlo Marzi, ha evidenziato che «a partire dal 2024 abbiamo lavorato per riattivare e rendere strutturale lo sportello, che è chiuso da 10 anni. Stiamo lavorando ad una visione più ampia, anche tenendo in considerazione i progetti Fami depositati che si concentrano sul potenziamento dell’insegnamento della lingua (già avviato), sullo sviluppo di un sistema avanzato di dati per un supporto personalizzato (in fase di avvio), su percorsi formativi e di inserimento lavorativo (in fase istruttoria). Obiettivo ambizioso è quello di realizzare uno sportello immigrazione che non sia solo un punto di assistenza, ma rappresenti un vero e proprio modello di inclusione e innovazione per rispondere in modo professionale alle esigenze dei nuovi arrivati e dei residenti. Gli uffici stanno lavorando da marzo all’individuazione di uno spazio idoneo. Il capitolato d’appalto è in fase di ultimazione in modo da far partire il sevizio a partire dal 2025: l’esternalizzazione consentirà di avere un servizio strutturato e accogliente, capace di affrontare le sfide attuali con risorse adeguate, facilitando l’inserimento nella comunità valdostana e portando benefici all’intera comunità. Chiedo il ritiro della mozione, in alternativa ci asterremo.»
Individuazione del gestore del canile/gattile regionale
Il gruppo Lega Vallée d’Aoste voleva sollecitare il Governo a revocare la decisione di procedere con bando di gara all’individuazione del soggetto a cui affidare la gestione del canile/gattile regionale, escludendo le organizzazioni di volontariato dalla possibilità di divenire affidatari e di procedere all’individuazione del soggetto nel rispetto del criterio di priorità previsto dalla circolare del Ministro della sanità (n. 5 del 2000). La mozione è stata respinta con 23 voti di astensione (UV, FP-PD, PlA, SA, RV) e 11 a favore (Lega VdA, PCP, FI).
«La delibera con cui vengono allocati 1,5 milioni di euro per la gestione del canile per il 2025-2027, non contiene una reale motivazione della scelta di non procedere più ad affido della gestione mediante stipula della convenzione con un’associazione di volontariato – ha commentato il consigliere Paolo Sammaritani -. L’Assessore, da noi sollecitato sul punto, ci ha risposto che la gara è una procedura più trasparente. Tuttavia, la circolare del Ministro della sanità prevede che le convenzioni per la gestione dei canili e gattili debbano essere concesse prioritariamente ad associazioni o enti con finalità di protezione degli animali. Per sgombrare il campo dai dubbi che legittimamente possono sorgere, riteniamo che il Governo debba spiegare compiutamente perché ha deciso di non seguire più una procedura che funzionava bene e che è stata utilizzata fino a due anni fa: abbiamo a che fare con degli animali e non con dei prodotti da scaffale. Gandhi diceva che una società si misura nel modo in cui tratta gli animali. Ogni altra considerazione è superflua.»
L’assessore alla sanità, Carlo Marzi, ha spiegato che «la nostra priorità è garantire la continuità del servizio del canile/gattile regionale che deve necessariamente passare attraverso una gara pubblica, a cui potranno partecipare anche le associazioni di volontariato che hanno già avuto positive esperienze con soggetti pubblici e privati, come prevede la normativa Europea. La gara pubblica si rende necessaria considerato che ad oggi, sul territorio regionale, sono presenti almeno 3 associazioni animaliste, e non più una unica associazione come era nel recente passato. Va inoltre considerata la rilevante entità economica di remunerazione del servizio, pari a 1,5 milioni di euro sul triennio, che è ampiamente superiore rispetto alle soglie di affidamento diretto dei servizi che sono previste per legge, pari a 140.000 euro. La gara pubblica non cura solo l’aspetto economico, ma comprende anche la valutazione sulla qualità del servizio: in tal senso, proprio perché riteniamo che la priorità sia assicurare il benessere dei cani ospitati all’interno del canile e gattile regionale – oltre che i gatti liberi che temporaneamente è consentito vengano accuditi prima di essere rilasciati – l’Amministrazione non procederà all’aggiudicazione qualora nessuna offerta risulti conveniente o idonea a gestire e sostenere questo servizio che, per la sua specificità, richiede naturalmente di possedere la dovuta esperienza nel settore animalista.»
Metodo di calcolo per canone di affitto Erp
Respinta con 19 voti di astensione (UV, FP-PD, PlA, SA) e 16 a favore (Lega VdA, RV, PCP, FI), la mozione dei gruppi Lega Vallée d’Aoste e Forza Italia per l’introduzione, in sede di revisione della legge regionale 3/2013 in materia di politiche abitative, di un metodo di calcolo che preveda un tetto massimo al canone, rapportato al reddito, al fine di limitare gli aumenti indiscriminati e favorire un contenimento dei costi per gli assegnatari fragili.
«Attualmente la norma regionale stabilisce un canone massimo percentuale in base al reddito del nucleo – ha ricordato il capogruppo della Lega VdA, Andrea Manfrin -. A nostro avviso sarebbe più giusto utilizzare un sistema di calcolo con costi minimi e costi massimi del canone di affitto non superiori al 20% del proprio reddito, come fanno in Regione Piemonte. Modificare la legge 3/2013 sulla scorta del modello piemontese potrebbe porre un freno agli aumenti indiscriminati a carico di famiglie e utenti in gravi difficoltà economiche. Se noi vogliamo dare un’equità nella gestione e nel mantenimento degli alloggi dobbiamo mettere dei limiti di reddito oltre al quale gli inquilini non devono pagare: tutto questo si sposa con il fatto di lasciare l’edilizia residenziale pubblica quando si supera una certa soglia di Isee e con il fatto che le case popolari non devono essere ereditarie. Non accogliere questa iniziativa è sbagliato.»
L’assessore alle politiche sociali, Carlo Marzi, ha osservato che «questa iniziativa parte da un presupposto che è quello della Regione Piemonte, che è diverso da quello della Valle d’Aosta: da noi non è previsto un limite di Ise/Isee oltre al quale bisogna lasciare l’alloggio. Infatti, nel sistema piemontese, i nuclei che raggiungono un certo valore Ise pari al doppio del limite di accesso all’Erp devono rilasciare l’alloggio, pertanto gli occupanti le case Erp sono persone che si trovano in condizione di effettiva fragilità economica. Se volessimo applicare lo stesso metro di misura del Piemonte, alcune famiglie valdostane potrebbero arrivare a dover versare solo canoni di locazioni – senza le spese condominiali- che arriverebbero ad essere di importi superiori ai 1.000 euro. Nell’ambito della revisione della legge regionale 3/2013 è in corso uno studio di ricerca all’Università della Valle d’Aosta. Anche perché l’attuale legge 3 non funziona né per i requisiti di accesso né per i requisiti di permanenza nell’edilizia residenziale pubblica; inoltre, c’è il fatto che i nuclei che occupano alloggi di edilizia residenziale vi rimangono senza alcuna valutazione rispetto all’eventuale aumento del reddito e soprattutto a vita. Come già riferito in Aula, entro novembre saremo in quinta Commissione a parlare di questi temi, condividendo le valutazioni emerse nella prima parte dello studio dell’Università. Pertanto, abbiamo chiesto il ritiro della mozione in quanto confermiamo che stiamo già lavorando sulla revisione dei requisiti sia di accesso che di permanenza all’edilizia residenziale pubblica, morosità compresa, per rendere la futura legge più equa.»
Disegno di legge Sicurezza
il Consiglio Valle ha respinto – con 9 voti contrari (Lega VdA, FI), 22 astensioni (UV, FP-PD, PlA, SA, RV) e 2 a favore (PCP) – una mozione riguardante il disegno di legge “Sicurezza”.
Il testo, proposto dal gruppo Progetto Civico Progressista, voleva impegnare la Regione ad attivarsi, anche attraverso i Parlamentari valdostani, presso il Governo nazionale e il Parlamento per chiedere lo stralcio del disegno di legge che contiene disposizioni in materia di sicurezza pubblica, di tutela del personale in servizio, nonché di vittime dell’usura e di ordinamento penitenziario. La mozione è stata approvata respinta con voti.
«Nel Dl compaiono 13 nuove fattispecie di reato e varie aggravanti tra cui la reclusione per il blocco stradale o ferroviario – ha evidenziato la capogruppo Erika Guichardaz -. Si prevede anche il carcere per le donne incinte, madri con neonati. La resistenza a pubblico ufficiale prevede un’aggravante se il fatto è commesso per impedire la realizzazione di un’opera pubblica, come ad esempio il ponte sullo Stretto o il Tav Torino-Lione. Gli agenti di pubblica sicurezza sono autorizzati a portare senza licenza alcuni tipi di armi da fuoco quando non sono in servizio. Per i negozianti che vendono schede Sim senza procedere all’identificazione dei clienti è prevista la chiusura dell’esercizio da 5 a 30 giorni. Un decreto che condiziona pesantemente diritti costituzionali, come quello di manifestare e numerose altre questioni sociali che il Governo nazionale ha deciso di gestire nella maniera più illiberale possibile.»
Il capogruppo dell’UV, Aurelio Marguerettaz, ha giudicato l’impegnativa «irricevibile. Come si può chiedere lo stralcio di un intero disegno di legge? Sarebbe stato necessario chiarire quali parti del testo si vogliono stralciare oppure chiedere il voto contrario ai parlamentari valdostani cosa che, per altro, il nostro deputato ha già fatto, poiché l’iter di approvazione è in corso.»
È stata ritirata una mozione del gruppo Rassemblement Valdôtain sulla Bluetongue che chiedeva di prevedere un protocollo condiviso con le altre Regioni e con i Dipartimenti dei Ministeri interessati per la movimentazione interregionale dei bovini.
Le mozioni di Forza Italia erano su: prevenzione del degrado urbano in piazza Severino Caveri ad Aosta; predisposizione di adeguate risorse nel prossimo bilancio per la ristrutturazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica obsoleti.
L’altra mozione di Lega Vallée d’Aoste era sull’impegno del Presidente della Regione ad affermare e sostenere la legittima adozione da parte del Governo nazionale di politiche di difesa dei confini nazionali.
Le altre mozioni di Progetto Civico Progressista sono su: impegno per l’approvazione da parte del Parlamento di una riforma di legge sulla cittadinanza che includa il principio dello Ius Scholae; impegno per richiedere al Governo nazionale il riconoscimento a tutti gli effetti dello Stato palestinese.
Le altre mozioni di Rassemblement Valdôtain erano su: adeguamento della delibera regionale sullo smaltimento e recupero dei rifiuti all’evoluzione normativa nazionale ed europea; destinazione di risorse per l‘indennità sanitaria temporanea al personale della dirigenza sanitaria non medica e alle professioni sanitarie.
All’ordine del giorno anche tratta una mozione a firma congiunta dei gruppi Lega Vallée d’Aoste, Forza Italia e Rassemblement Valdôtain che vuole impegnare la Giunta ad avviare uno studio sulle conseguenze delle emissioni delle reti 5G e delle nuove infrastrutture.
Il Consiglio Valle si riunirà nuovamente mercoledì 20 e giovedì 21 novembre 2024.