È Zeus, un escavatore da 200 tonnellate di peso operativo, con una cesoia da 16 tonnellate, che può lavorare fino a 60 metri di altezza massima, a essere utilizzato, ad Aosta, per demolire i due grattacieli del quartiere Cogne.
L’R980 Demolition, questo il suo nome tecnico, costruito nel 2022 per la ditta Armofer Cinerari Luigi Srl di Siziano, località in provincia di Pavia, rappresenta il più grande mezzo mai realizzato dagli svizzeri della società tedesca Liebherr, in collaborazione con l’azienda inglese Kocurek, e arriverà nei prossimi giorni ad Aosta, probabilmente di notte, visto che il trasporto saranno necessari una decina di diversi carichi eccezionali, sia per l’escavatore, sia per i diversi moduli dei bracci da demolizione.
Il mezzo demolitore, orgoglio della Armofer, e la relativa procedura per buttare giù «quella schifezza», come ha definito i due grattacieli il sindaco di Aosta, Gianni Nuti, è stata resa nota nel pomeriggio di martedì 15 aprile 2025, in un incontro organizzato nella sala video della scuola Lexert, nel quartiere Cogne, da Comune e Arer, alla presenza di quasi tutta la Giunta comunale, dei dirigenti comunali e dell’Arer e di una ventina di residenti nella zona, più interessati però alla ricerca dei parcheggi che durante i lavori saranno momentaneamente sospesi.

La demolizione dei due grattacieli, uno di proprietà comunale (nove piani in via Capitano Chamonin, definito nei progetti edificio B) e l’altro di dodici piani, in via Giorgio Elter, dell’Arer (denominato edificio A), era stata decisa nel marzo del 2000, 25 anni fa, con la predisposizione di una progettazione per la demolizione assegnata nel dicembre dello stesso anno.
Nel 2002, il Comune di Aosta aveva firmato il programma di recupero urbano Contratto di Quartiere con il Ministero delle infrastrutture e trasporti e l’Arer, e dopo vent’anni, l’azienda regionale che gestisce gli immobili di edilizia residenziale aveva comunicato, a differenza di quanto concordato, di non poter “eseguire, a propria cura e spesa, la Direzione lavori, l’assistenza, misura e contabilità ed il coordinamento della sicurezza in fase di esecuzione” della demolizione e, nel 2023, dopo l’organizzazione di una specifica Conferenza dei servizi e l’incarico allo studio Inart di Courmayeur per la verifica della progettazione definitiva della demolizione, è stato definito l’importo aggiornato dei lavori, stabilito in 3.836.338,98 euro + IVA, con l’Amministrazione comunale che nell’ottobre 2023, aveva messo a disposizione altri 1.263.661,02 euro per imprevisti, collaudi ed eventuale revisione prezzi, portando così il budget disponibile alla cifra di cinque milioni e 100mila euro. La gara, affidata alla Stazione unica appaltante regionale (Sua VdA), ha visto l’assegnazione alla Armofer nel maggio 2024, per un importo di 3.187.538,84 euro lordi (2.450.707,36 euro + IVA e cui si aggiungono 648.800,14 + IVA per oneri della sicurezza), con un ribasso del 23,116% dalla base d’asta.
«Questa attività sarà sicuramente invasiva, i palazzi sono alti e grossi e abbiamo delle case vicine, non dobbiamo negarlo ed anzi evidenziamo tutte le attenzioni che abbiamo messo in questo progetto – ha raccontato l’architetto Stefano Chiavalon, direttore tecnico del cantiere – con tutti gli enti interessati, Comune, Arer, Azienda Usl e Arpa è stato condiviso un importante programma di monitoraggio di tutti gli effetti negativi che potremmo eventualmente provocare, così da avere dei dati oggettivi su cui confrontarsi e capire, per esempio, se stiamo peggiorando la qualità dell’aria, così da mettere in atto ulteriori azioni oltre a quelle che abbiamo già previsto. Armofer è un’impresa che opera dagli anni Sessanta e si è sempre occupata di demolizioni, non siamo costruttori, non facciamo altro, solo dismissioni di aree civili ed industriali, occupandoci anche di tutta la parte ambientale, con il trattamento e lo smaltimento rifiuti, siamo veramente specializzati in questo».

Il lavoro di demolizione dei due grattacieli è analogo a quello svolto da Armofer nell’agosto 2023 a Lione, nell’elegante quartiere Part Dieu, dove l’azienda italiana ha dismesso l’edificio Tour M+M, risalente al 1972, di tredici piani fuori terra e un piano interrato, con un’altezza di oltre 54 metri, per 55mila tonnellate di calcestruzzo: «un altro cantiere molto importante è quello che abbiamo a Torino – ha ricordato Stefano Chiavalon – dove stiamo bonificando quella “bomba di amianto” rappresentata dal grosso grattacielo ex Rai, di fronte alla stazione di Porta Susa, una torre di un’ottantina di metri che adesso è tutta ponteggiata e stiamo andando avanti pian pianino perché è un’attività molto complessa».
Il cantiere, che avrà una durata prevista di 439 giorni, vedrà la chiusura al traffico di parte di via Capitano Chamonin con la conseguente eliminazione temporanea dei circa trenta posti auto. La fase preliminare prevede il cosiddetto strip-out interno ed esterno, con la rimozione di tutto ciò che si può togliere dai fabbricati e quindi, entro la fine dell’estate, si partirà con la demolizione top-down dell’edificio B da nove piani, per una durata stimata di circa tre mesi, per poi passare alla demolizione della soletta in cemento armato di collegamento tra i due edifici e quindi procedere alla demolizione dell’edificio A da dodici piani, che richiederà circa altri quattro mesi di lavoro: «per abbattere le polveri utilizzeremo dei cannoni ad acqua, riadattati da quelli che usate qui per l’innevamento artificiale – ha precisato il direttore tecnico del cantiere – anche se non sempre si possono utilizzare, quindi se qualche giorno non li vedrete attivi, non è perché vogliamo risparmiare sull’acqua ma perché, a seconda delle condizioni meteo potrebbero creare dei disturbi. Oltre a questo sistema di mitigazione delle polveri abbiamo anche un getto che innaffia dalla punta del braccio dell’escavatore, proprio dove andiamo effettivamente a sgranocchiare il materiale con una pinza da demolizione, uno strumento che schiaccia, dotato di un moltiplicatore di potenza che si attiva quando trova duro e quindi non c’è cemento che la ferma. Un po’ più a distanza ci sarà anche un telo che proteggerà dai frammenti che cadono a terra per gravità, che ci permetterà di contenerli in modo efficace. Tutti i grossi interventi nei centri urbani vengono gestiti con sistemi di recupero del materiale, cercando di non mandare niente in discarica. Rimettiamo in un ciclo produttivo il 99% dei materiali che trattiamo ed anche in questo caso non ci saranno tanti materiali da discarica. Sul perimetro del cantiere saranno presenti sempre delle nostre persone di controllo, siamo tutti collegati con ricetrasmittenti e se qualcosa non va potremmo anche estendere temporaneamente la fascia di sicurezza».

«Per limitare al minimo il disagio abbiamo deciso di montare dei ponteggi davanti agli edifici – ha annunciato Stefano Chiavalon – dove installeremo dei pannelli fonoassorbenti che proteggeranno ulteriormente dalla polvere ma anche dall’impatto visivo. Aprire la finestra al mattino e vedere due bracci di escavatore, uno a dieci metri d’altezza e l’altro a 40, se non si è abituati può spaventare, non è una cosa normale e quindi questo schermo proteggerà anche da uno stato d’ansia. Noi lo capiamo, è una vita che affrontiamo queste cose, abbiamo presentato questa proposta migliorativa ed il Comune l’ha accettata di buon grado. L’invito che faccio ai residenti del quartiere è, per qualsiasi cosa, di chiedere al personale e di farsi rincuorare se ci sono dei dubbi, perché questi lavori avranno un impatto sulla quotidianità, ma dobbiamo farli anche grazie alla vostra sopportazione. Alla fine di tutto sicuramente qualcuno vedrà nuovamente il sole e le montagne e non avrà davanti più quello che c’è adesso».
«Un intervento del genere comporterà delle modifiche alla circolazione stradale e pedonale – ha quindi spiegato Gianluca Testa, istruttore della Polizia Locale di Aosta – anche se, verosimilmente, non creerà disagi alla circolazione nel quartiere, perché ci sarà un divieto di transito che verrà istituito sul retro della chiesa dell’Immacolata, su via Capitano Chamonin, quasi all’altezza dell’intersezione del passaggio pedonale con via Pollio Salimbeni. Ci sarà un divieto di transito di circa 200 metri ad est, fino in prossimità della rotatoria, che però rimarrà praticabile. Ovviamente tutti gli stalli di sosta dovranno essere liberati e mantenuti liberi sia per consentire all’impresa di lavorare in sicurezza, sia per evitare danneggiamenti ed anche il transito pedonale in questo tratto sarà vietato. I mezzi d’opera arrivano con una scorta tecnica in giornate ed in orari prescelti, con delle autorizzazioni specifiche anche da parte della Regione, e giungeranno in orari notturni o di mattina presto e questo forse comporterà un momento di disagio in più durante le prime manovre, ma una volta sistemati la viabilità interesserà solo quel tratto di rettilineo. I mezzi di cantiere avranno un percorso definito, il più breve e più lineare possibile per entrare e uscire dal quartiere e dando il minor fastidio possibile. Ovviamente la cittadinanza potrà comunque sempre entrare ed uscire dal quartiere Cogne, anche se ci saranno dei momenti di lavorazione che necessiteranno di brevi modifiche della situazione ma non andranno a impattare pesantemente».
Alla fine dei lavori al posto dei due grattacieli ci sarà un parco, una zona verde che si integrerà con la bocciofila dove, durante i lavori, come ha annunciato Carla Chiarle, gestore della struttura con la cooperativa L’Esprit à l’Envers, sarà organizzato un teatro dal vivo per assistere alle demolizioni: «ci sarà il campionato nazionale di umarell – ha commentato Corrado Cometto, assessore comunale ai lavori pubblici – ma non posso negare la soddisfazione nell’arrivare alla fine di questo progetto complesso. Ci rendiamo conto che per qualcuno sarebbe stato più utile realizzare un parcheggio, ma sarebbe stato molto oneroso in quanto la stabilità dei muri di controterra è strettamente legata alle strutture del grattacielo e sarebbe stato molto costoso adeguare sismicamente l’opera perché bisognava rifarla in un ambito molto ristretto per avere pochi posti auto. A qualche centinaio di metri, in via Liconi, ne otteniamo 340 in un’autorimessa che era inutilizzata da quindici anni solo per la mancanza del certificato di prevenzione incendi».

«Si parla di questa cosa da 25 anni – ha rimarcato il sindaco, Gianni Nuti – quindi il percorso è stato davvero lungo e tormentato. In questi quattro anni abbiamo trovato i soldi che sono tanti e se qualcuno prova a dire che tanto i grattacieli potevano essere buttati giù con dell’esplosivo e con molti meno soldi, dice balle ed è un ignorante. L’ignoranza è una cosa che io posseggo in abbondanza e mi affido alle persone che sanno fare il loro mestiere, abbiamo costruito con fatica uno staff di persone competenti che, dopo avere constatato che c’erano dei materiali inquinanti all’interno dei laterizi, ha fatto la scelta migliore possibile per tutelare la nostra salute, perché anche io ho dei parenti strettissimi che abitano a quattro passi da lì, per cui non sono disinteressato alla questione, scegliendo il meglio del meglio per fare in modo che questa schifezza venga finalmente giù e secondo me la morsa non troverà grossi ostacoli, c’è più pasta frolla che cemento armato. Il prezzo che dobbiamo pagare è quello del disagio di un cantiere grosso nel cuore del quartiere Cogne, però sarà un periodo limitato, con fasi di differenti che interesseranno più persone. È chiaro che l’asilo nido sarà tenuto in considerazione come zona sensibile insieme al ristorante che è a due passi e che è un’altra zona sensibile, come la parrocchia e naturalmente tutti coloro che abitano nella zona più prossima. Per stare tranquilli ci siamo messi nelle mani di persone che sono in grado di fare questo lavoro e non credo che ci saranno interruzioni o fasi di crisi come in altre situazioni di cantiere che abbiamo vissuto ed io sono certo che anche dal punto di vista della salute pubblica, rappresentando l’autorità sanitaria locale, non lasceremo nulla di intentato per salvaguardarla, mettendo in campo processi più attenti possibili».
«Capisco lo stress provocato dalla mancanza temporanea dei parcheggi – ha concluso Gianni Nuti – ma non li perderemo perché li riconquisteremo non appena sarà finito il cantiere, oltre ai 340 parcheggi di via Liconi, dei quali circa la metà saranno destinati agli abitanti del quartiere, mentre un’altra parte sarà per coloro i quali vogliono lasciare lì macchina per andare poi in città a lavorare, senza togliere nulla ai residenti. Questo progetto, per fortuna, ha delle scadenze molto strette perché il Pnrr, anche se è stato vituperato, obbliga a dei tempi davvero molto stringenti e siamo passati dai dieci anni originari a due anni. Il disagio di un periodo breve porterà un vantaggio enorme, anche in termini di riconquista di spazio da vivere perché ce ne sarà di più, anche come pedoni».
Al via la fase di domolizione
È iniziata nel mese di agosto 2025 la fase più spettacolare del cantiere: la demolizione in altezza con gli altissimi bracci meccanici equipaggiati con pinze da calcestruzzo. Rispettivamente di 9 e 12 piani fuori terra, le strutture verranno a breve demolite con la speciale tecnica top down che Armofer riesce a utilizzare in tutta sicurezza anche ad altezze elevate.
Dall’alto in basso, come dice il nome, la tecnica consiste nel demolire porzioni modulari di struttura procedendo dalla copertura e via via a scendere per porzioni modulari, demolendo pilastri e solette in una sequenza attentamente progettata nel dettaglio, avendo cura di non appesantire le strutture sottostanti e nello stesso tempo di non compromettere mai staticamente la struttura sottostante, nonostante porzioni di essa siano una alla volta e sotto rigoroso controllo dei tecnici, portate al collasso controllato.
La demolizione oggi consiste piuttosto in uno smontaggio progressivo delle strutture, costantemente verificato sul campo, avendo cura di limitare al massimo le vibrazioni, la proiezione di macerie e polvere nell’intorno e il rumore. Il controllo di tutti parametri ambientali è infatti di primaria importanza quando si interviene in città, in centri urbanizzati, vicino ad attività insediate attive, ancor di più se residenziali.
Durante i lavori sono previsti, in coordinamento con Arps, interventi di monitoraggio ambientale e opere di mitigazione dei disagi causati dai lavori.
In cabina Andrea Cinerari, uno dei titolati dell’impresa familiare. Un progetto complesso, studiato da tecnici e ingegneri, in particolare proprio nelle demolizioni meccaniche a grande altezza.
Condiviso e verificato minuziosamente da professionisti e tecnici del Comune di Aosta e da tutti gli Enti preposti al controllo, i lavori sono strati avviati a maggio scorso con l’avvio delle operazioni propedeutiche alla demolizione vera e propria. Si tratta della pulizia delle aree in stato di abbandono e degrado da alcuni anni; delle necessarie operazioni di ricerca ed eventuale bonifica di passività ambientali (amianto e isolanti in lana minerale) e anche il cosiddetto strip-out selettivo. Quest’ultimo consiste nello smontaggio e rimozione manuale di tutto quanto può e deve essere avviato allo smaltimento e al recupero separatamente dal calcestruzzo, così come prescrivono le norme; si tratta dei serramenti in legno, dei vetri; del metallo di scossaline, pluviali e gronde e quant’altro può essere selezionato e separato.
Solo a questo punto le strutture in calcestruzzo sono pronte per la demolizione meccanica ed entrano in scena le grandi macchine. Sono due i giganti da demolizione primaria che demoliranno i grattacieli (demolizione in altezza e abbassamento del fabbricato). Mentre a seguire macchine minori, frantumeranno le macerie per separare il cemento dal ferro (demolizione secondaria)
Focus macchine
Arrivato in cantiere circa un mese fa Zeus Liebherr 980 demolition è uno speciale escavatore cingolato da demolizione primaria in altezza. In poche parole una macchina unica (nel senso che è il solo in tutta Europa così allestito), fra le più alte disponibili per la demolizione meccanica da terra. Dispone di 3 bracci intercambiabili e diversi allestimenti per operare sempre nel migliore dei modi e in tutta sicurezza a tutte le altezze necessarie: dai “normali” 20 m fino agli eccezionali 60 m grazie al suo braccio telescopico che vediamo in azione ad Aosta. In punta monta un’attrezzatura idraulica per demolire il cemento armato, la pinza.
La macchina, arrivata smontata in cantiere, per questione di peso e di dimensioni, ha richiesto 7 convogli di trasporto eccezionale e la squadra di meccanici e autisti Armofer per scarico, movimentazione e montaggio. L’operazione ha richiesto, collaudo compreso, circa tre giorni. A dispetto della sua imponente mole Zeus è una tecnologia estremamente flessibile che Armofer ha customizzato, collaborando con la casa costruttrice Liebherr, proprio per rendere più facile il trasporto e l’allestimento in cantiere. E’ una macchina di ultima generazione dotata dei più aggiornati sistemi di sicurezza e controllo, dal carro allargabile per la maggior stabilità, cabina tiltabile, controllo automatico dello sbraccio; sistema integrato di nebulizzazione del fronte di lavoro e compresi anche videocamere sul braccio e in punta, monitor HD in cabina.
Un’altra grande macchina Armofer ha destinato a questo cantiere per la demolizione primaria delle strutture in altezza. Si tratta dell’escavatore Liebherr 950 demolition, più piccolo del precedente, classe 80 ton.
Liebherr 950 è nuovissimo: battesimo in cantiere proprio ad Aosta dove la macchina è arrivata appena consegnata dalla Casa costruttrice, solo i tempi tecnici in azienda a Siziano per dotarla dell’immancabile livrea rossa che contraddistingue le macchine Armofer.



La fase finale
È iniziata a dicembre 2025 la rimozione dei teli protettivi e dei ponteggi installati per tutelare gli edifici a Sud del cantiere di demolizione dei due “grattacieli” di via Elter/Capitano Chamonin.
I teli erano stati collocati per proteggere gli edifici durante le operazioni di demolizione, rese complesse dalle dimensioni dei fabbricati abbattuti: il più alto raggiungeva infatti i 12 piani, contro i 4–5 piani degli edifici residenziali vicini. La loro rimozione rappresenta dunque sia un passaggio simbolico sia un avanzamento concreto verso la riqualificazione dell’intera area.
Per quanto riguarda i lavori previsti dal progetto, è stata completamente ultimata la fase di demolizione vera e propria delle parti fuori terra: l’area dell’ex complesso si presenta ora come una spianata di macerie che colma il volume delle vecchie autorimesse interrate, con alcuni cumuli residui destinati ai passaggi successivi del cantiere. Concluse le opere di abbattimento, il cantiere entra ora nella fase di caratterizzazione dei materiali, necessaria per stabilire le modalità di gestione delle macerie risultanti dalle demolizioni per valutarne la possibilità di trattamento e reimpiego in loco (a riempimento degli interrati) oppure di smaltimento mediante il conferimento in discariche autorizzate.
Si tratta di un’attività che accompagnerà il cantiere nei prossimi mesi, e che sarà svolta adottando tutte le misure necessarie per evitare la diffusione di polveri nelle aree circostanti. A tale proposito, proseguirà il monitoraggio ambientale continuo che finora ha sempre restituito valori sostanzialmente positivi e rassicuranti per la popolazione residente e per l’ambiente urbano.
Per quanto riguarda il prossimo futuro, la conclusione dell’intervento di demolizione è attualmente fissata nel mese di luglio 2026. Terminata la gestione delle macerie, si darà avvio, nel corso dell’estate, alla fase successiva che prevede la realizzazione del nuovo parco urbano nell’area del complesso demolito e la costruzione del nuovo collegamento viario tra via Maggiore Cavagnet e via Capitano Chamonin.
