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Concluso il Progetto AlpSatellites

Il progetto Interreg AlpSatellites aveva la finalità di analizzare la situazione attuale per promuovere l’adozione di modelli di lavoro ibridi e la creazione di uffici satellitari nelle regioni alpine e rurali remote, mirando a rivitalizzare queste aree attraendo professionisti, lavoratori stagionati e nomadi digitali. Con l’obiettivo di delineare strategie efficaci per uno sviluppo comunitario sostenibile, il progetto ha portato alla proposta di hubs AlpSatellites: spazi di co-working che fungono da catalizzatori di collaborazione e innovazione.

Condotta in tre diverse regioni alpine in Italia, Francia e Austria, l’iniziativa ha affrontato sfide comuni quali la dipendenza dal turismo, costi di vita elevati e infrastrutture tecnologiche insufficienti, proponendo soluzioni mirate ed efficaci. Attraverso un approccio metodologico partecipativo, che ha coinvolto stakeholder locali in workshop dedicati, AlpSatellites ha esplorato le dinamiche del lavoro remoto, identificando necessità e preferenze di lavoratori remoti e nomadi digitali per ottimizzare gli spazi di co-working proposti.

Emergono dall’analisi la cruciale importanza di fattori quali la connettività internet, l’accessibilità, la qualità dell’ambiente di lavoro e l’integrazione culturale per attrarre lavoratori remoti. Il progetto ha quindi predisposto linee guida strategiche incentrate sulla promozione del lavoro remoto come leva di sviluppo sostenibile, evidenziando la necessità di un approccio sinergico tra partner regionali, stakeholder locali e comunità di lavoratori remoti.

Le raccomandazioni finali del progetto sottolineano l’importanza di:

  • creare un contesto favorevole e politiche di supporto locali per stimolare lo sviluppo di iniziative di lavoro remoto e co-working
  • promuovere politiche che migliorino l’accesso all’abitazione, ai servizi pubblici e alle infrastrutture di trasporto in aree remote
  • Investire in infrastrutture tecnologiche per potenziare la connettività internet e l’inclusione digitale
  • coinvolgere attivamente la comunità locale attraverso eventi e iniziative per favorire l’integrazione dei lavoratori remoti
  • incentivare le aziende a sostenere il lavoro remoto attraverso politiche di gestione delle risorse umane flessibili.

I partner di AlpSatellites suggeriscono di implementare queste raccomandazioni attraverso la sperimentazione di prototipi nelle regioni alpine e la condivisione interregionale di esperienze e best practice. Processi rigorosi di monitoraggio e valutazione dovrebbero accompagnare questa nuova fase del progetto per assicurare l’efficacia e l’ottimizzazione delle iniziative proposte.

Guidato dall’Università della Valle d’Aosta, AlpSatellites ha visto quali partner l’Unité des Communes valdôtaines Evançon, il Comune di Doren, l’Università di Scienze applicate di Vorarlberg, l’Association culturelle, sociale et sportive du Queyras e l’Université d’Aix-Marseille.

La presentazione

Martedì 8 novembre 2022, a Verrès, si sono incontrati i partner del Progetto AlpSatellites, inserito nel Programma Interreg Spazio alpino. La sua finalità è effettuare uno studio che analizzi le possibilità di insediare spazi di coworking nelle aree montane e rurali remote, fornendo ai decisori politici gli strumenti per  procedere agli insediamenti secondo le attese di imprese e professionisti e con garanzie di successo.

Michel Savin, presidente dell’Unité des Communes ha aperto l’incontro rimarcando l’importanza del progetto sia per i dieci Comuni della sua Unité sia per l’intera Valle d’Aosta: «l’obiettivo è rendere attrattivi i nostri territori. La sfida consiste nell’intercettare le persone che, potendo lavorare da remoto, vogliano abitare le terre alte, contribuendo a creare la società valdostana di domani. Mi aspetto che questo progetto di analisi getti le basi per una seconda iniziativa cofinanziata e finalizzata a creare tanti AlpSatellites, ovvero tanti uffici satellite».

Luciano Caveri, assessore agli Affari Europei della Regione autonoma Valle d’Aosta, ha contestualizzato l’impatto di questo progetto: «la Valle d’Aosta conta 74 Comuni e almeno 15 subiscono un calo demografico da spopolamento, acuito anche dalla denatalità. Il contrasto a questi fenomeni è una sfida che la creazione di spazi di coworking può aiutarci a vincere».

Luigi Bertschy, assessore allo Sviluppo economico della Regione autonoma Valle d’Aosta, ha spiegato come, grazie allo sviluppo della tecnologia, anche la Valle d’Aosta abbia un forte potenziale: «la digitalizzazione ci permette di rendere globali e attrattivi i nostri spazi e villaggi. Dobbiamo aprire le nostre terre al mondo delle professioni e del lavoro, per favorire l’insediamento di nuovi abitanti e imprese».

Maria Grazia Monaci, rettrice dell’Università della Valle d’Aosta ha sottolineato la necessità di «uscire dalle Università, uscire dalla ricerca pura, per andare nel mondo e, grazie a Progetti come questo, dare il nostro contributo alla crescita dei territori»

Angelo Benozzo, coordinatore scientifico del Progetto ha spiegato la genesi di AlpSatellites: «durante le chiusure causate dalla prevenzione dal covid-19, ci siamo avvicinanti a nuove modalità di lavoro (agile, da remoto e in uffici satellite). AlpSatellites vuole sviluppare queste opportunità nelle terre alte, esplorando condizioni di lavoro da remoto che si dimostrino possibili, co-progettate con le comunità locali e che generino un impatto positivo nelle Alpi».

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La presentazione del Progetto AlpSatellites

Un progetto che richiede anche un certo livello di digitalizzazione della popolazione, ha ricordato Nicola Moosbrugger, dell’Università del Voralberg: «nel progetto rileviamo la sfida alla digitalizzazione della Pubblica Amministrazione e dei suoi processi ma anche quella dell’inclusione di tutti i cittadini, coinvolgendo le fasce d’età più lontane dal progresso tecnologico».

L’iniziativa intende avere una visione a 360° sul mondo imprenditoriale: «Vogliamo studiare i fattori scatenanti del tele-lavoro e i processi per migliorare questa metodologia, non focalizzando l’attenzione solamente sui singoli lavoratori ma anche ampliando lo sguardo ai datori di lavoro» ha affermato Cécile Chanut-Guieu, ricercatrice all’Università di Aix-Marseille (AMU).

Oltre al potenziale economico che la realizzazione di AlpSatellites potrebbe avere sui territori coinvolti, non è trascurabile quello turistico. Jean-Pierre Seror,dell’Associazione del Queyras ha ricordato che «le seconde case potrebbero, grazie all’insediamento di nuovi abitanti, diventare abitazioni principali ma potrebbero anche essere maggiormente utilizzate da nomadi digitali che non desiderino traslocare ma lavorare da remoto solamente per un periodo».  

La città austriaca di Doren, ha sottolineato il sindaco Guido Flatz: «ha 1.100 abitanti e 2 milioni di turisti ogni anno. Vogliamo però garantire altre fonti al nostro sviluppo, oltre al turismo e all’allevamento. Vogliamo anche garantirci che il numero di abitanti non diminuisca. Ma dobbiamo fare in fretta».

Il Progetto AlpSatellites metterà in atto una ricerca quali-quantitativa, interdisciplinare e partecipativa. L’abbinamento fra enti di ricerca e comunità locali ha proprio la finalità di mettere gli psicologi e i sociologi in contatto con gli attuali e i potenziali abitanti delle terre montane e rurali e di permettere la stesura di una relazione finale capace di essere una base concreta per le progettualità future.  

Il lavoro procederà per step: ascoltare e coinvolgere le comunità locali; co-progettare soluzioni con gli stakeholder; confrontare i risultati a livello territoriale; redigere uno studio che illustri come gli uffici satellite sarebbero realizzabili e di successo.

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