L’Italia sta vivendo una crisi senza precedenti del commercio al dettaglio: negli ultimi dodici anni si è registrata una riduzione di oltre 140mila attività commerciali, con cali particolarmente drammatici nei centri storici e nei piccoli comuni. Un trend che, senza nuove ed efficaci politiche di rigenerazione urbana, rischia di far scomparire entro il 2035 altre 114mila imprese al dettaglio – oltre un quinto delle attività oggi esistenti – con gravi conseguenze per l’economia urbana, la qualità della vita e la coesione sociale.
I dati dell’analisi dell’Ufficio studi di Confcommercio rivelano una situazione particolarmente critica per la Valle d’Aosta, che si posiziona al primo posto per percentuale di negozi sfitti: il 28,1% della rete distributiva commerciale risulta infatti vuoto, seguita da Friuli-Venezia Giulia (26,7%) e Liguria (23,7%).
In termini assoluti, sono oltre 105mila i negozi sfitti stimati in Italia al 2025 (un quarto dei quali da oltre un anno), con la Lombardia che registra il numero maggiore (9.447), seguita da Veneto (9.118) e Piemonte (8.948).
«I dati sulla Valle d’Aosta sono drammatici e richiedono un intervento urgente – commenta Graziano Dominidiato, presidente di Confcommercio Valle d’Aosta – Chiediamo con forza alla Giunta regionale e ai sindaci neoeletti di porre la massima attenzione a questi dati allarmanti. Non possiamo permetterci di avere paesi e città privi di attività commerciali. Le vetrine vuote non sono solo un problema economico, ma rappresentano la morte dell’anima dei nostri centri abitati e della vita sociale delle comunità.»
«Faccio un appello accorato alla politica regionale e comunale – prosegue Dominidiato – la Giunta regionale e i sindaci neoeletti devono comprendere l’urgenza della situazione. Questi dati ci dicono che rischiamo di spopolare interi paesi. Quando chiude l’ultimo negozio, quando si spegne l’ultima vetrina, inizia l’agonia di una comunità. I nostri borghi e le nostre città non possono sopravvivere senza il tessuto commerciale che rappresenta il cuore pulsante della vita sociale ed economica.»
«La ristorazione valdostana, inoltre, è uno dei principali elementi attrattivi turistici del nostro territorio, al pari delle eccellenze alimentari, delle stupende montagne e dei borghi storici. Non dimentichiamo che la candidatura della ristorazione italiana come patrimonio immateriale dell’umanità Unesco rappresenta un riconoscimento del valore culturale e sociale del nostro settore. La Valle d’Aosta, con la sua offerta turistica a 360 gradi di livello internazionale, non può permettersi di perdere questa ricchezza nei paesi: verrebbe impoverita tutta la regione.»
Le proiezioni al 2035 dipingono uno scenario ancora più preoccupante: senza interventi di rigenerazione urbana, città come Ancona (-38,3%), Trieste (-31,1%) e Ravenna (-30,9%) rischiano di perdere circa un terzo delle proprie attività di vicinato.
Nel 2024 si contano in Italia oltre 534mila imprese del commercio al dettaglio, ma il confronto con il 2012 evidenzia la scomparsa di quasi 118mila imprese in sede fissa e di circa 23mila attività ambulanti. Le cause sono riconducibili a una crescita insufficiente dei consumi interni, al cambiamento dei comportamenti di spesa dei consumatori e alla diffusione delle tecnologie digitali.
«È necessario un cambio di passo immediato e Confcommercio Valle d’Aosta si mette a disposizione delle amministrazioni comunali e regionali per cercare insieme di invertire questa drammatica tendenza» dichiara il presidente Dominidiato.
L’associazione, che rappresenta oltre 3mila aziende del settore commercio, ristorazione e servizi della Valle d’Aosta, propone:
Patti locali per la riattivazione dei locali sfitti con canoni calmierati e incentivi strutturati per il recupero degli spazi commerciali vuoti; tavoli di lavoro permanenti per analizzare e attuare misure concrete di supporto all’economia di prossimità, con azioni coordinate a livello comunale e regionale; sinergie con l’Assessorato regionale alle Attività produttive, Energia e Politiche del lavoro per aggiornare la normativa sul commercio, che ha ormai oltre 25 anni e non risponde più alle esigenze di un quadro economico e turistico completamente trasformato; programmi di animazione urbana e interventi di riqualificazione che valorizzino i centri storici e i borghi come luoghi di attrazione commerciale e turistica; partenariati pubblico-privato per la rigenerazione degli spazi commerciali e lo sviluppo di progetti innovativi per l’economia di prossimità.
Conclude Dominidiato – «Non possiamo permetterci di ‘svuotare’ interi paesi o quartieri di Aosta senza la presenza dei presidi commerciali. La Valle d’Aosta è una meta turistica che rappresenta un’eccellenza in Italia e su questo dobbiamo investire insieme. Confcommercio Valle d’Aosta si fa portavoce delle imprese valdostane per definire le strategie migliori per supportare le aziende che credono nel nostro territorio e che rappresentano l’anima viva delle nostre comunità.»
Confcommercio Valle d’Aosta rappresenta numerose imprese del commercio, turismo, servizi, trasporti e spedizioni della regione, opera da oltre 70 anni per la tutela e lo sviluppo delle attività economiche valdostane, promuovendo iniziative di valorizzazione del territorio e supporto alle imprese locali.